Tempo di passeggiate, attenti alle zoonosi silvestri

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Semplici accorgimenti per prevenire il contagio durante una escursione nel bosco. Un abbigliamento idoneo ed un comportamento adeguato sono, già di per sé, accorgimenti sufficienti a contenere il rischio

Le malattie infettive degli animali selvatici vengono spesso trascurate dall’informazione e dall’opinione comune. Eppure, esse rivestono importanza non solo per le stesse popolazioni di selvatici, ma anche per le possibili interazioni con gli animali domestici e con l’uomo, talvolta costituendo un problema di sanità pubblica.

Vediamo insieme se vi sono persone più a rischio di altre e se, nell’ambito di questa ampia e generica categoria, si individua un gruppo per cui il rischio è correlato alla professione svolta.

Certamente il rischio di contrarre zoonosi silvestri risulta molto più elevato per quelle figure professionali che più di altre si trovano a contatto con gli animali selvatici. È questo il caso di veterinari, forestali, guardia parco, ricercatori ed operatori degli zoo. Tuttavia, non bisogna tralasciare coloro che, anche solo per svago o divertimento, frequentano parchi o aree boschive. Cacciatori, pescatori, raccoglitori di funghi, naturalisti e semplici turisti sono fra questi ultimi.

In sostanza, tutte le attività nelle quali vi è contatto con animali o con prodotti di origine animale rientrano tra quelle che comportano l’esposizione a questo tipo di rischio.

Per ciò che concerne i lavoratori del settore, il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n.626 (Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro), tratta ampiamente il rischio legato ad agenti biologici, compresi quelli responsabili di zoonosi, obbligando il datore di lavoro ad effettuare e documentare la valutazione del rischio e ad adottare le misure necessarie per ridurlo al minimo. A tal fine, compito del datore di lavoro è la formazione e l’informazione professionale.

Le situazioni di rischio

Vediamo, invece, quali possono essere le indicazioni utili dal punto di vista pratico, al fine di ridurre il rischio biologico per chi frequenta l’ambiente silvestre per diletto. È importante sottolineare come lo schema fornito sia soltanto un esempio, che andrà necessariamente adattato alle singole realtà locali. Questa esigenza deriva dal fatto che tutti i rischi ipotetici da prevenire sono direttamente correlati al tipo di animali presenti in una determinata area ed alla situazione epidemiologica contingente. L’elenco proposto non tiene conto della rilevanza delle singole zoonosi e non è esaustivo. Inoltre non vengono prese in considerazione le zoonosi prettamente alimentari (come, ad esempio, la Trichinellosi) perché il rischio di contrarle non è legato al contatto boschivo.

Le situazioni a rischio più comuni sono le seguenti:

– raccolta o manipolazione inconsapevole di materiale organico, quali carcasse, feci, aborti, urine, sangue, etc.;

– perlustrazioni ed attività nei boschi;

– contatto con animali vivi (soccorso di animali, catture, etc.);

– contatto ed attraversamento di acque stagnanti.

L’elenco delle situazioni a rischio e le tabelle forniscono (1 e 2) all’utente informazioni indispensabili. Si deduce chiaramente come il rischio di contrarre zoonosi non sia necessariamente collegato alla diretta manipolazione di animali, ma possa avvenire anche per contagio indiretto tramite vettori, oggetti ed ambienti contaminati. Per questa ragione, nella maggior parte dei casi, un abbigliamento idoneo ed un comportamento adeguato sono, già di per sé, accorgimenti sufficienti a contenere il rischio. Evitare di indossare canottiere e pantaloni corti, preferire l’utilizzo di stivali di gomma e servirsi dei guanti prima di raccogliere qualcosa da terra sono semplici accortezze che possono proteggerci, prevenendo il rischio di infezioni.

I comportamenti corretti da tenere durante una gita nel bosco sono quelli legati alle più comuni norme igieniche. È preferibile evitare di mangiare o fumare in prossimità di materiale potenzialmente patologico. Si deve sempre curare l’igiene e la disinfezione di corpo e vestiario, motivo per cui, se venuti a contatto con materiale organico (schizzi, etc.), bisogna subito cercare di lavarsi e disinfettarsi. Prima di un’escursione, utilizzare repellenti per gli insetti endemici e, al ritorno, ispezionare con cura tutto il corpo, al fine di evidenziare la presenza di eventuali zecche. In tutte quelle zone riconosciute endemiche per determinate patologie, ove possibile e se necessario, ricorrere a vaccini, come nel caso di Rabbia ed Encefalite da zecche.

In caso di malore, consultare subito un medico, descrivendo tutte le possibili situazioni di rischio con cui, eventualmente, siete venuti a contatto.