Per i comuni a rischio «no» Patto di stabilità

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Attualmente si potrebbe disporre già di 20 miliardi di euro, una cifra che potrebbe mettere in sicurezza moltissime zone a rischio nubifragi

Accademia Kronos ritiene che oggi ci siano le opportunità in tempi reali per adeguare il territorio nazionale alle nuove minacce «meteoclimatiche» che da qualche tempo, attraverso fenomeni meteorologici estremi, mettono a repentaglio la stabilità dei terreni, con frane, smottamenti e alluvioni.

La soluzione, secondo il sindaco di Andora, la città più virtuosa d’Italia, in provincia di Savona, Franco Floris, attualmente presidente nazionale delle finanze dei comuni Anci, è quella di uscire fuori dal vincolo esasperato del Patto di Stabilità dei Sindaci che non consente ai medi e piccoli comuni di spendere quello che hanno in cassa per interventi urgenti contro i disastri climatici. Il sindaco di Andora e Accademia Kronos chiedono al Governo di autorizzare i comuni a rischio frane ed inondazioni, a spendere subito i soldi bloccati nell’ambito dell’accordo sul patto di stabilità. Attualmente si potrebbe disporre già di 20 miliardi di euro, una cifra che potrebbe mettere in sicurezza moltissime zone a rischio nubifragi.

Questi soldi, secondo l’Anci, ci sono e possono essere utilizzati subito. Basta anche un semplice decreto legislativo per far partire da «domani» progetti e azioni di tutela del territorio. Ora, quindi, dipende solo dalla volontà dell’attuale Governo. Se oggi si interviene subito con un programma di assestamento idrogeologico nei punti critici della penisola e della Sicilia i 20 miliardi di euro potrebbero bastare, ma se si attende ulteriormente, e questo è anche il pensiero della Sigea (Società Geologi per l’Ambiente), vista l’escalation dei fenomeni estremi meteo indotti ormai dal riscaldamento globale del pianeta, in futuro potrebbero servirne molti, ma molti di più.

Nell’incontro che si farà all’Università di Viterbo, il 14 dicembre prossimo, oltre a questi aspetti pratici di utilizzazione di risorse economiche per far fronte alle future calamità, Accademia Kronos propone di rifare una carta nazionale dei rischi geologici alla luce del fenomeno della tropicalizzazione del Mediterraneo e, di conseguenze, dell’aumento di energia termodinamica che sfocia sempre in manifestazioni meteorologiche estreme.

Al fine di prevenire le solite «furberie» tutte italiane, nelle fasi di sistemazione idrogeologiche dei territori e dei piani di urbanizzazione in zone a forte vocazione inondazioni e frane, Accademia Kronos chiede di prendere in considerazione come team di garanzia, il gruppo di scienziati e studiosi che il 14 dicembre prossimo all’università della Tuscia gestiranno la giornata di analisi e riflessioni sugli ultimi eventi climatici.

(Fonte Accademia Kronos, Ennio La Malfa)