Toh! Una voragine sotto il mercato di Taranto

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Non è il primo caso nella Regione. Recentemente è stato condotto uno studio sulla cronologia degli eventi di sprofondamento in Puglia, con particolare riferimento alle interazioni con l’ambiente antropizzato dal quale è emerso che in territori carsici o dove affiorano rocce tenere, gli sprofondamenti rappresentano la tipologia più peculiare di pericolo

Questa mattina nel piazzale che ospita il mercato rionale del quartiere Tamburi di Taranto, si è aperta una voragine profonda circa 5 metri e con diametro di circa 10 metri che ha letteralmente inghiottito un furgone con a bordo tre venditori ambulanti che si accingevano a raggiungere la loro postazione di vendita. Per fortuna i tre sono stati messi in salvo dall’intervento dei vigili del fuoco e del 118; i feriti hanno riportato lesioni non gravi e solo per uno di essi è stato necessario il ricovero in ospedale.

Le cronache di queste ore attribuiscono alla pioggia e alle forti nevicate, che nelle ore scorse non hanno interessato la città di Taranto, l’apertura della voragine. Le cause non possono e non devono essere attribuite alla pioggia trascurando che infiltrazione, vibrazioni dovute al traffico o a terremoti e carichi eccessivi sono solo le cause scatenanti di un dissesto del suolo, come quello dell’apertura di una voragine. La causa predisponente è la presenza nel sottosuolo di cavità naturali o, come in questo caso di Taranto, antropiche. Le immagini sono chiare e mostrano come il piazzale è interessato da sottoservizi (cavi della luce) e da una scolina per la raccolta delle acque piovane che passa proprio sopra la cavità, tutti elementi che indeboliscono la calotta di una cavità e di conseguenza la sua staticità.

Le interviste sentite in queste ore documentano che è nota l’esistenza nella zona di cavità antropiche. Non si capisce come sia stato possibile organizzare il mercato rionale, frequentato da migliaia di persone al giorno, in un area con presenza di cavità nel sottosuolo senza prima fare verifiche geologiche, un monitoraggio sullo stato di consistenza dei luoghi e senza aver messo in sicurezza l’area con interventi di bonifica o consolidamento.

Sembra evidente che i tanti casi recentemente avvenuti in Puglia [Altamura, Gallipoli (nella foto a fianco, N.d.R.), Canosa di Puglia, Barletta, Cutrofiano, Lesina (nella foto in basso, N.d.R.)] per l’apertura di voragini al seguito del crollo di cavità come l’ultimo lo scorso agosto a Casalnuovo in cui l’autista quarantatreenne di un autocompattore della nettezza urbana ha perso la vita perché il mezzo da lui guidato è finito in una voragine apertasi all’improvviso sulla strada… non sono sufficienti a far prestare la massima attenzione a questo tipo di dissesto del suolo.

Le voragini alla stregua delle frane e delle alluvioni rientrano tra i dissesti idrogeologici; essendo questi tipi di dissesti del suolo caratterizzati da fenomeni molto rapidi, sono tra i più pericolosi per la vita e le cose.

Recentemente è stato condotto uno studio sulla cronologia degli eventi di sprofondamento in Puglia, con particolare riferimento alle interazioni con l’ambiente antropizzato (a cura di A. Fiore & M. Parise) dal quale è emerso che in territori carsici o dove affiorano rocce tenere, gli sprofondamenti rappresentano la tipologia più peculiare di pericolo, essendo connessi alla presenza di vuoti sotterranei, sia di origine naturale, dovuti all’azione di dissoluzione che interessa le rocce solubili, sia creati dalle attività antropiche, per mezzo di scavi di cavità artificiali nel sottosuolo.

Qualunque sia l’origine, la presenza di vuoti può determinare la formazione di sprofondamenti, e causare pesanti perdite economiche, o addirittura vittime. Negli ultimi anni, si è registrato sul territorio pugliese un preoccupante aumento nella frequenza degli eventi di sprofondamento, tanto connessi a cavità naturali che artificiali.

Bisogna comunque notare che gli eventi, per i quali sono stati recuperati nel corso dello studio una documentazione, rappresentano solo una piccola parte di quelli effettivamente avvenuti, poiché molti altri (presumibilmente, la maggior parte) non sono registrati a causa di mancanza d’informazioni, o perché verificati in aree non urbanizzate o per il rapido colmamento delle aree sprofondate da parte dei proprietari del terreno al fine di evitare vincoli e deprezzamenti dei suoli.

I risultati di questa prima analisi storica relativa ai casi di sprofondamenti avvenuti nel territorio della Regione Puglia e le recenti cronache evidenziano con chiarezza l’importanza del tema, che pone non pochi problemi in termini di protezione civile al territorio regionale, e che è all’origine d’ingenti danni economici subiti da proprietà private, beni pubblici e dalla rete stradale. La materia meriterebbe certamente una maggiore attenzione da parte degli enti locali, che dovrebbero fare tesoro delle conoscenze sul sottosuolo e di cui si dovrebbe organizzare un archivio.

Il famoso brano del cantante Caparezza «Vieni a ballare in Puglia» chiude la ballata con la strofa «…agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù». Si può dire che il cantante di Molfetta conosce bene la sua Regione.