Sostenibilità – A Dublino fanno così

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Il Piano va dalle azioni per il risparmio energetico e per migliorare l’efficienza degli edifici, all’installazione di contatori intelligenti; dalla diffusione dei veicoli elettrici all’incremento delle piste ciclabili nelle città; dallo sviluppo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia, prima di tutto nei settori dell’edilizia pubblica, fino a progetti per il rinnovamento urbano

La Città di Dublino ha fissato obiettivi ambientali che promettono importanti ricadute sul miglioramento della qualità della vita, sul rinnovamento urbano e sullo sviluppo economico del territorio in termini di nuove opportunità di lavoro e occupazione.

Dublino aveva già aderito nel 2008 a Eurocities, la dichiarazione sui cambiamenti climatici, e in seguito sottoscritto il Patto dei Sindaci che impegnava i primi cittadini ad andare oltre gli obiettivi Ue (-20%) per fissare a -33% il consumo di energia entro il 2020 assumendosi l’impegno a presentare un piano di Azione per l’Energia Sostenibile (Seap).

Con il Piano presentato attraverso Codema, l’agenzia per l’energia membro del gruppo di esperti del Research Council di Bruxelles che definisce un modello comune dell’Ue per i Seap, Dublino si propone dunque di proseguire concretamente questo cammino pianificando una serie di azioni concrete indispensabili per dare attuazione a quanto sottoscritto.

Il Piano di Sviluppo della città di Dublino per il 2011 – 2017 si basa su due principi fondamentali: sostenibilità e qualità della vita per diventare una Energy Smart City.

L’obiettivo principale della strategia è ridurre i cinque milioni di tonnellate di CO2 emesse ogni anno a Dublino.

A partire dal monitoraggio dei consumi di energia in città nei settori residenziale, trasporti e commerciale, sono state individuate una serie di azioni volte a ridurre in ciascun settore i consumi energetici e le relative emissioni di CO2.

In sintesi gli obiettivi generali del Seap sono:

– ridurre la spesa energetica dei cittadini, della città e dei settori di produzione di beni e servizi;

– ridurre la produzione pro capite di CO2;

– ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili;

– creare maggiore competitività attraverso la creazione di infrastrutture energetiche moderne ed efficienti;

– aumentare le quote di energia da fonti rinnovabili;

– promuovere politiche ambientali che favoriscano il benessere presente e futuro dei cittadini.

Fermo restando che il Seap non dovrà avere impatti negativi e irreversibili sui siti archeologici e architettonici, che restano un patrimonio da salvaguardare per l’Irlanda, tutte le azioni saranno concentrate nelle aree di sviluppo urbano già esistenti.

Il piano d’azione ritiene infatti che il settore residenziale a Dublino costituisca un enorme potenziale per la riduzione di CO2.

Si stima che le sole misure di risparmio e di miglioramento dell’efficienza energetica potrebbero potenzialmente ridurre in modo drastico le emissioni di anidride carbonica della città di oltre otto milioni di tonnellate/anno.

L’analisi degli scenari e della ricaduta delle misure da attuare intende dimostrare che, nonostante le difficoltà della sfida, Dublino può arrivare a soddisfare il suo obiettivo di riduzione di emissioni di gas serra integrando azioni a breve termine, come il miglioramento dell’efficienza energetica, con azioni a lungo termine, come la creazione di infrastrutture sostenibili.

Il primo passo è dunque il risparmio e l’efficienza energetica.
Semplici misure per l’efficienza energetica come l’isolamento degli edifici e per il risparmio spegnere le luci e gli apparecchi quando non in uso e limitare l’uso delle automobili, possono mantenere Dublino sulla traiettoria della riduzione delle emissioni di CO2 per i prossimi 5 anni, ossia fino al 2014.

Queste semplici misure di risparmio possono creare risorse da investire in nuove tecnologie ad alta efficienza energetica nei settori illuminazione, elettrodomestici, strumenti e apparecchiature per il lavoro e gli uffici.

A breve termine i cambiamenti comportamentali e l’utilizzo delle nuove tecnologie possono invertire l’attuale tendenza all’aumento del consumo di energia e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo Ue di riduzione del 20% dei consumi entro il 2020.

Ma per andare oltre occorrono anche significativi investimenti: dalla creazione di reti di teleriscaldamento, a un nuovo sistema di trasporti e sviluppo dei mezzi pubblici, fino alla creazione di nuovi impianti da rinnovabili.

Investimenti che sono ormai urgenti e per i quali è sempre più indispensabile la collaborazione tra pubblico e privato che dovranno lavorare in sinergia con gli istituti di ricerca e di istruzione.

Business e tecnologia sono molto importanti, ma le sfide del cambiamento climatico non possono essere vinte senza la partecipazione attiva delle istituzioni e della comunità locali.

(Fonte Arpat, Testo a cura di Debora Badii)