Zona Zps – La Puglia verso la procedura d’infrazione

404
Tempo di lettura: 2 minuti

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione di Andrea Zanoni su Valloni e steppe pedegarganiche nella provincia di Foggia. L’Italia già condannata nel 2007 e lettera di costituzione in mora nel 2008

«La Commissione deciderà a breve i prossimi provvedimenti da adottare» per la «mancata applicazione di azioni compensative, prosecuzione di violazioni delle direttive comunitarie e degrado della zona Zps Valloni e steppe pedegarganiche» (Manfredonia, Puglia). Così il Commissario Ue all’Ambiente Janez Poto?nik ha risposto all’interrogazione presentata da Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della Commissione Envi Ambiente al Parlamento europeo.

«I presupposti per una procedura d’infrazione purtroppo ci sono tutti – ha dichiarato Zanoni -. Il degrado perpetrato a danno di questo territorio viola chiaramente le direttive Habitat e Uccelli».

Dopo la sentenza del 20 settembre 2007, con cui la Corte di Giustizia ha condannato l’Italia per non aver adottato provvedimenti adeguati ad evitare il degrado di habitat naturali e specie animali nella zona di protezione speciale Zps Valloni e steppe pedegarganiche, la Commissione ha sorvegliato l’operato delle autorità italiane. «Nel 2008 la Commissione ha concluso che non erano state attuate misure concrete per rimediare ai danni causati» pertanto «il 1° dicembre 2008 ha inviato una lettera di costituzione in mora», ricorda il Commissario Ue.

«La Commissione – aggiunge Zanoni – ha anche ricevuto due denunce, nel dicembre 2010 e nell’aprile 2012, nelle quali si sostiene che le autorità italiane non stanno applicando misure compensative adeguate e continuano a consentire il degrado della zona».

Ed è proprio «sulla base della valutazione delle informazioni fornite» che «la Commissione deciderà tra breve i prossimi provvedimenti da adottare nel caso di specie», risponde il Commissario Ue.

«Il degrado perpetrato a danno di questo territorio e delle specie che qui vi abitano è proseguito non solo prima, ma addirittura durante e dopo la condanna – continua l’Eurodeputato -. In base alla sentenza lo Stato italiano avrebbe dovuto adottare misure compensative congrue e adeguate volte a sanare la distruzione del territorio causata dall’industrializzazione del progetto Patto d’area di Manfredonia. Ma come ampiamente documentato da Lipu-Birdlife Italia, invece, le misure tardivamente adottate sono state del tutto inadeguate, insufficienti e incoerenti».

Secondo Zanoni ci sono i presupposti per l’ennesima procedura d’infrazione ambientale ai danni dell’Italia. Per tale motivo l’Eurodeputato invita le autorità locali a prendere i provvedimenti che avrebbero dovuto implementare all’indomani della condanna del settembre 2007.

(Fonte GeaPress)