Una piramide gigantesca in fondo al mare

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La spedizione Usa-Francia si ripropone di effettuare una vasta campagna indagini per scoprire anche un’altra piramide

Altra scoperta, che poi potremmo definirla riscoperta, riguarda l’individuazione nel mar dei Caraibi di una gigantesca piramide il cui vertice è composto da una pietra translucida come un cristallo. Di questa piramide, o meglio di una serie di piramidi, almeno altre due, i pescatori dell’isola di Bimini conoscevano l’esatta ubicazione. Negli anni 80 il nostro Enzo Maiorca fu invitato a fare una serie d’immersioni in queste acque e alla fine dichiarò di aver visto «cose molto strane» come resti di colonne doriche e capitelli, ma la piramide non riuscì a trovarla. Ora un team di ricercatori Usa e francesi l’hanno trovata. È una struttura gigantesca, più grande della piramide di Cheope, parzialmente trasparente. La cui base è di 300 metri per 200 e l’altezza appena superiore ai 100 metri. Sulla cima della piramide si intravedono due fori abbastanza grandi attraverso i quali penetra l’acqua di mare generando improvvisi vortici.

Quella fatta dalla squadra di ricercatori Usa-Francia non è una scoperta nuova, ma una conferma di quello che era stato già scoperto negli anni 60. La punta della piramide fu individuata nel 1968 al largo delle Bahamas da Ray Brown, un medico sub dell’Arizona. Ma a causa di una tempesta marina avvenuta qualche giorno dopo, il fondale sabbioso fu sconvolto e la piramide non fu più trovata. Ma nel 1991 l’oceanografo Verlag Meyer coadiuvato da strumenti elettronici fu in grado di individuarne due di piramidi. Durante una conferenza stampa a Freport, Meyer dichiarò che grazie ai suoi sonar di ultima generazione, scandagliando il fondale vicino all’isola di Bimini, aveva trovato due piramidi gigantesche, più grandi di quelle di Giza, ad una profondità di 600 metri.

La spiegazione al momento più plausibile, visti anche i ritrovamenti di città sommerse al largo delle coste nord occidentali indiane e di quelle giapponesi, è che durante l’ultima glaciazione, che terminò 11.000 anni fa, i livelli degli oceani erano di ben 120 metri più bassi rispetto a quelli di oggi, quindi, ammettendo la presenza di civiltà già evolute in quei tempi, era logico che le città e i templi sorgessero vicino alle coste marine. Con la fusione di tutti i ghiacci terrestri, alla fine della grande glaciazione, il mare in meno di 1.000 anni tornò ai livelli attuali, sommergendo tante «Atlantidi» distribuite sul globo. Quindi dobbiamo desumere che le civiltà «prediluvio» amavano erigere grandi piramidi.

Tornando ai giorni nostri sappiamo che la spedizione Usa-Francia si ripropone di effettuare una vasta campagna indagini per scoprire anche l’altra piramide, quindi non ci resta che aspettare i risultati.