Esclusivamente negli esemplari più grandi di 30 cm di lunghezza o di 250 g di peso. L’indagine partita dopo la denuncia di Greenpeace. Ma l’inquinamento da mercurio è un dato noto da tempo per le peculiarità storico–geologiche della regione
A seguito dell’allarme lanciato da Greenpeace nel 2010, circa la contaminazione da sostanze pericolose delle sogliole pescate nel mare toscano, Arpat è stata incaricata dalla Regione Toscana, di verificare, con un monitoraggio mirato, lo stato di contaminazione di questa specie nelle diverse zone del nostro mare.
I risultati del lavoro svolto dall’Agenzia sono contenuti nel report a suo tempo trasmesso alla Regione Toscana per le opportune valutazioni.
Le sogliole (Solea solea) sono state prelevate nel periodo luglio-settembre 2011 dallo sbarcato commerciale da Arpat e Cibm nell’ambito del programma comunitario «Raccolta Dati» (data collection), in 4 principali porti pescherecci della Toscana (Viareggio, Livorno, Cecina e Castiglione della Pescaia), individuando la zona di pesca di ciascun campione.
Complessivamente si sono campionati 56 esemplari di sogliola con taglia compresa tra 21 cm a 33,5 cm, ovvero tra 70 g e 380 g. La valutazione del contenuto degli inquinanti chimici non è stata fatta separatamente su ognuno dei 56 individui, ma su campioni rappresentativi di taglia (3 classi) e zona di pesca (4 zone). In totale 12 campioni. Le analisi sono state effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (Izs) di Roma.
Il cadmio è risultato sempre inferiore ai limiti di quantificazione del metodo che è dieci volte più basso del valore limite. Per il piombo registriamo un analogo risultato, con l’eccezione di un solo campione in cui la concentrazione rilevata è comunque inferiore ai tenori massimi ammessi. Il cromo è sempre presente in concentrazione comunque mai superiore a 0,10 mg/kg p.f. Per questo metallo non sono previsti tenori massimi ammessi per il consumo umano.
Il mercurio è sempre presente in concentrazione compresa fra 0,03 e 0,80 mg/kg p.f. In due casi (campione 3 Bibbona e campione 6 Castiglione P.) i valori registrati sono superiori ai tenori massimi ammessi per il consumo umano (0,50 mk/kg – Reg. CE/1881/). L’elaborazione statistica dei dati rilevati consente di affermare che la selettività legata alla tecnica di pesca o la profondità non sono rilevanti, mentre le sogliole provenienti dalla Toscana centro-meridionale (Bibbona e Castiglione) hanno concentrazioni di mercurio superiore al limite di legge quando sono più grandi di 30 cm di lunghezza o di 250 g di peso.
Per gli Ipa in nessun campione analizzato è stata rilevata una concentrazione superiore ai limiti di quantificazione del metodo di analisi. Per il benzo(a)pirene il limite di quantificazione è circa 300 volte più basso dei tenori massimi ammessi.
Il cromo, il cadmio, il piombo e gli Ipa non sembrano rappresentare alcun problema o perché sono ritrovati in concentrazione inferiore alle soglie di rilevabilità analitica (Ipa, cadmio) o inferiore ai tenori massimi previsti per gli alimenti (cromo, piombo).
Diversamente il mercurio. Dai risultati dell’indagine effettuata emerge che le sogliole provenienti dalla Toscana centro-meridionale (zone Bibbona e Castiglione della Pescaia) hanno concentrazioni di mercurio superiore al limite di legge per il consumo umano (0,5 mg/kg p.f.) quando sono più grandi di 30 cm ovvero di 250 grammi di peso Le sogliole di taglia piccola o media presentano concentrazioni massime di mercurio non più elevate della metà del limite di legge. Relativamente alla popolazione di sogliole in mare in Toscana, il 32,4 % è inferiore alla taglia minima (20 cm) e quindi non è commercializzabile, il 5,6 % è superiore a 30 cm. Considerando la frazione commercializzabile, la percentuale di individui potenzialmente con concentrazione di mercurio superiore al limite di legge è dell’8,2 %, che si riduce a circa la metà tenuto conto che le concentrazioni superiori a 0,5 mg/kg sono state rilevate solo nel pescato della Toscana meridionale.
Nei sistemi acquatici il mercurio, a causa della sua affinità per la fase solida, tende ad accumularsi nei sedimenti, legandosi principalmente al particolato organico in sedimenti ossidati e ai solfuri in sedimenti anossici. Il mercurio nei sistemi acquatici determina a sua volta un fenomeno di bioaccumulo in taluni organismi animali.
La presenza di mercurio nei sedimenti delle acque marino costiere della Toscana è nota da tempo. Non c’è dubbio che una parte di questo mercurio abbia origini naturali, data la presenza di giacimenti di minerali contenenti tale elemento nella nostra regione, come non c’è dubbio che una parte abbia origini antropiche, sia antiche, a causa di una pregressa attività mineraria, sia più recenti, almeno fino agli anni 80, a causa dell’attività industriale. I valori di mercurio nei sedimenti (dati Arpat 2011) oscillano fra <0,2 mg/kg e 1,7 mg/kg. Da tenere presente che lo standard di qualità ambientale per i sedimenti marini è pari a 0,3 mg/kg. I valori più elevati si trovano a nella parte meridionale della Toscana a sud dell’Isola e fra Rosignano M.mo e Livorno. I valori di mercurio nei mitili prelevati da banchi naturali (dati Arpat 2011) confermano le concentrazioni elevate già rilevate nel 2010, con valori comprese fra 300 e 25000 μg/kg (0,30-25 7 mg/kg) rispetto ad un valore di riferimento previsto dalla normativa ambientale di 20 μg/kg. I valori più elevati si ritrovano, come per i sedimenti, nella parte sud della Toscana. Anche se i mitili presenti in banchi naturali non entrano nella catena commerciali dei prodotti della pesca, vale la pena ricordare che i tenori massimi previsti dalla normativa sugli alimenti (Reg. CE/1881/2006) sono pari a 0,50 mg/kg. Il catturato di sogliole in Toscana, circa 70 tonnellate annue rappresenta il 3,6 % del pescato italiano di tale specie e una percentuale minima della pesca professionale in Toscana, anche se diventa rilevante in alcune situazioni particolari.
A seguito della trasmissione del report Arpat, la Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana ha chiesto al Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità una valutazione sanitaria sull’esito dello studio, che la medesima Direzione sintetizza nelle seguenti valutazioni:
«L’Iss evidenzia che la peculiare campionatura eseguita nello studio rende difficile effettuare valutazioni comparative; inoltre la non disponibilità di dati relativi ai singoli esemplari non consente di avere informazioni sulla variabilità all’interno delle singole classi suddivise per taglia ed area di pesca.
Ciò premesso l’Iss osserva che, per quanto riguarda Cadmio e Piombo (contaminanti per cui sono definiti limiti massimi consentiti nei prodotti ittici in ambito comunitario), in tutti i campioni analizzati non è stata riscontrata la loro presenza (ad eccezione di uno che presentava livelli di piombo in ogni caso inferiore al limite stabilito); i livelli di Cromo totale (per il quale non sono definiti limiti di legge) non evidenziano scostamenti dai contenuti normalmente osservabili nei prodotti ittici. In tutti i campioni analizzati non è stata riscontrata presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa). Per quanto riguarda il Mercurio, i campioni analizzati presentano livelli notevolmente inferiori al limite di legge, tranne in due campioni di sogliole di taglia grande dove è stato riscontrato il superamento del limite di legge (0,50 mg/kg). Tuttavia, l’Iss evidenzia che la mancanza di dati riferiti ai singoli esemplari non consente, come già indicato in precedenza, di avere informazioni sulla distribuzione dei valori di Mercurio, ed inoltre sottolinea che il limite definito è un limite cautelativo e che il suo occasionale e contenuto superamento non determina condizioni di rischio legato al suo consumo. Inoltre fa presente che è definito nella normativa comunitaria un limite di 1,0 mg/kg in altre specie ittiche di largo consumo (tonni, pesci spada, triglie, ecc.), livello superiore ai tenori riscontrati nei due campioni di sogliole analizzati (0,78 e 0,80 mg/Kg)».