La Pianura Padana verso l’inaridimento

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contadino catino
Foto di Pina Catino
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Questi terreni sono diventati sterili, vuotati delle proprie componenti biochimiche naturali, resi come tante minuscole palline di materiale inerte. Questi campi oggi hanno solo la funzione di sostenere meccanicamente le piante alimentari e non più di nutrirle naturalmente. I nutrimenti vengono dalla continua e massiccia irrorazione di fertilizzanti chimici, senza i quali più nulla crescerebbe

Eppure nelle previsioni future delle aree agricole vocate a diventar deserto in Italia oltre che la Sicilia, la Puglia, la Calabria e la Sardegna, risulta parte della pianura Padana. Qualcuno potrà esclamare: «ma che stupidaggine!». Purtroppo questa «stupidaggine» fa parte di una serie di studi portati avanti sia dal Cnr sia dall’Enea sul problema della desertificazione in Italia. In effetti «terreno agricolo candidato ad essere deserto» non vuol dire immaginare dune e distese di sabbia gialla. Per terreno desertico, nel nostro caso, dobbiamo pensare a quello improduttivo, arido, incapace di sostenere la vita delle piante alimentari.
Dal dopoguerra ad oggi i fertili campi della pianura padana sono stati letteralmente «soffocati» da prodotti chimici derivati gran parte dal petrolio. Tutto questo per avere una maggiore resa in produttività agricola. Con l’andar del tempo però questi terreni sono diventati sterili, vuotati delle proprie componenti biochimiche naturali, resi come tante minuscole palline di materiale inerte. Molti campi della Valle Padana oggi potrebbero essere definiti campi per culture idroponiche. Sì perché questi terreni oggi hanno solo la funzione di sostenere meccanicamente le piante alimentari e non più di nutrirle naturalmente. I nutrimenti vengono dalla continua e massiccia irrorazione di fertilizzanti chimici, senza i quali più nulla crescerebbe.
Ecco perché le terre della Pianura Padana sono state inserite nelle terre desertiche del futuro. Infatti se per qualche evento traumatico, sociale ed economico questi campi non venissero più «alimentati» con fertilizzanti chimici, in breve tempo si trasformerebbero in vasti spazi aridi, improduttivi e forse infestati solo da piante pionieristiche.