C’è la siccità e i fiumi vanno in magra, non piangere ma agire…

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Stimolante documento Sigea. «In alcuni corsi d’acqua abbiamo un calo delle portate anche del 50%, preoccupano le condizioni anche di alcuni affluenti importanti del fiume Po». «Un uso non sempre razionale della risorsa idrica superficiale e sotterranea da parte nostra, l’eccessivo consumo di suolo, l’occupazione di spazi destinati al transito delle acque in caso di esondazione ci portano spesso a situazioni di criticità che è bene affrontare in termini preventivi»

Rieccoci a calcolare l’abbassamento del Po e dei laghi del Nord con l’arrivo del caldo prematuro per effetto dei cambiamenti climatici. Rieccoci alle sollecitazioni economiche per il pagamento agli agricoltori che sicuramente arriveranno per effetto dei danni. Ma il principale danno ambientale resta. Quanto ci vorrà a capire che si deve mettere mano ad un cambiamento di gestione nazionale e che fare appello alla resilienza o promettere la transizione ecologica di per sé non cambieranno la situazione?

Vogliamo parlare di un cambiamento colturale nell’irrigazione, di un sistema di dighe e invasi? Vogliamo parlare della salinizzazione delle falde nelle coste del sud, vogliamo parlare delle dighe costruite e non funzionanti in Sicilia? Vogliamo parlare del sistema di cisterne che manca e dell’acqua che viene gettata facendo anche danni quando esondano i fiumi? Vogliamo parlare dell’acqua potabile che finisce nei water dei condomini in città dove abitano milioni di cittadini senza che ci sia un obbligo di fare le doppie condutture (acqua piovana e potabile) nelle nuove abitazioni per i sanitari e i giardini?

Diamoci pace il sistema climatico mondiale, grazie alla nostra indifferenza, sta cambiando e noi dobbiamo adeguarci, non ha senso chiedere la resilienza ai cittadini senza che di pari passo ci sia una trama pensata di modifiche edilizie, agricole e di stili di vita.

«Un uso non sempre razionale della risorsa idrica superficiale e sotterranea da parte nostra, l’eccessivo consumo di suolo, l’occupazione di spazi destinati al transito delle acque in caso di esondazione ci portano spesso a situazioni di criticità che è bene affrontare in termini preventivi e prima che le emergenze si siano palesemente manifestate», scrive Antonello Fiore, Presidente nazionale Sigea, in un documento che pubblichiamo integralmente di seguito.

sigea Grafico elaborato da dott.ssa Miriana Petrolo
Grafico elaborato dalla dott.ssa Miriana Petrolo

«Dai dati estrapolati dalle stazioni idrometriche di Ponte della Becca, Piacenza, Cremona, Borgoforte e Sermide, nell’appena terminato mese di marzo 2021, si registrano portate mediamente inferiori del 50% rispetto alla media climatica storica mensile e paragonabili a quelle dell’inizio del mese di agosto (Ponte della Becca 426 metricubi/secondo; Cremona 620 mc/s (a fronte di una media climatica di 965 mc/s), Borgoforte 643 mc/s, Sermide 813 mc/s, Pontelagoscuro 880 mc/s) e un livello, di -168,4 centimetri rispetto allo zero idrometrico (vedi grafico). Ciò che più preoccupa è che l’apporto dei maggiori affluenti in sinistra idrografica, a eccezione del Fiume Adda sia poco significativo e tale segnale contrasta con l’evidenza di un rapido e prolungato scioglimento del manto nevoso mediamente più abbondante che negli ultimi anni, determinato da un surplus termico medio di circa 3°C, che dovrebbe invece determinare portate al di sopra della media climatologica. Gli stessi eventi piovosi dell’ultimo quadrimestre si sono rivelati nelle medie del periodo (esempio Milano 236 mm, con un surplus di 75 mm) anche se il bimestre febbraio-marzo 2021 è stato caratterizzato da un deficit meteorico variabile tra il 50 ed il 75%». Lo ha affermato Massimiliano Fazzini, Coordinatore Area tematica «Rischio climatico» della Società italiana di geologia ambientale (Sigea), docente dell’Università di Camerino.

In calo anche il Lago di Como

«Il calo si registra anche nel lago di Como (terzo lago più grande d’Italia) dove nel mese di marzo si evidenzia un abbassamento del livello idrometrico di 12,5 cm (26/03/2021, stazione idrometrica Geno 8382, Comune di Como). Questo dato potrebbe sembrare trascurabile ma non lo è — ha affermato Gianluca Lattanzi, Presidente Sigea Sezione Lombardia — visto che il lago si estende per una superficie di oltre 145 kmq; l’abbassamento di pochi centimetri del livello del lago corrisponde a 17,4 miliardi di litri d’acqua in meno.

«Il fenomeno del calo del livello idrico non stagionale, così come il manifestarsi di eventi alluvionali, un tempo considerati eccezionali ma ormai sempre più ordinari, risulta un importante tema da analizzare e a cui trovare soluzioni, in relazione agli impatti ambientali, sociali ed economici generabili da tali condizioni. Fondamentale è mantenere alta l’attenzione anche sull’utilizzo razionale e sulla gestione del “bene idrico” in relazione alle derivazioni per produrre l’energia, per il settore produttivo, per l’agricoltura e alle quantità d’acqua minima e di buona qualità (Deflusso Ecologico) da garantire ai corsi d’acqua per il mantenimento e rispetto degli ecosistemi».

La tutela quantitativa e qualitativa dell’acqua dovrebbe essere celebrata ogni giorno

«La tutela quantitativa e qualitativa dell’acqua, al centro della nostra esistenza, dovrebbe essere celebrata ogni giorno dell’anno. La crisi climatica che stiamo attraversando con le sue variabili — dice Antonello Fiore, Presidente nazionale della Sigea — fa sì che l’acqua sia associata un giorno ad alluvioni e allagamenti urbani e il giorno dopo a siccità. Un uso non sempre razionale della risorsa idrica superficiale e sotterranea da parte nostra, l’eccessivo consumo di suolo, l’occupazione di spazi destinati al transito delle acque in caso di esondazione ci portano spesso a situazioni di criticità che è bene affrontare in termini preventivi e prima che le emergenze si siano palesemente manifestate».

Tutte queste tematiche sono molto vicine a noi, infatti tutto il territorio nazionale risente di eventi climatici estremi, con sfasamenti stagionali e geografici, che spesso risultano brevi e intensi, passando da condizioni di alluvioni improvvise (molte avvenute sui nostri territori) a periodi prolungati di siccità.

È quanto emerso e quanto sta succedendo proprio in questo periodo dell’anno nelle acque del bacino idrico padano, in particolare in Lombardia e secondariamente in Emilia Romagna, dove risulta evidente un calo delle portate e dei livelli idrometrici in relazione al periodo dell’anno, soprattutto dei fiumi alpini nei loro tratti di pianura, in primis per quanto riguarda il fiume Po.

«Vorremmo che tutti fossero consapevoli che le crisi ambientali, sociali ed economiche in tema di risorsa idrica non si possono affrontare stagione per stagione — ha concluso Antonello Fiore —. Questo tipo di crisi richiedono un’attenta programmazione e pianificazione degli interventi e dei comportamenti senza ledere il diritto all’acqua che garantisce dignità e sopravvivenza.

Sul tema importante, delicato e difficile come quello della corretta gestione delle acque, compreso il risparmio idrico nei settori civile e produttivo, crediamo che si debba attivare un impegno politico del Governo e del Parlamento. Per il benessere del Paese è necessario affrontare l’argomento prima degli eventi di crisi, altrimenti avremo pochissimo tempo per contenere i danni della prossima siccità».

 

R. V. G.