La geotermia è ancora poco sfruttata

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«Nuovo manifesto della geotermia per un accelerato sviluppo dell’uso del calore terrestre in Italia»; l’energia geotermica, a livello nazionale, risulta, ad oggi, poco valorizzata, molto meno rispetto alle sue reali potenzialità

La geotermia, la disciplina della geologia che studia l’insieme dei fenomeni naturali coinvolti nella produzione e nel trasferimento di calore proveniente dall’interno della Terra, è una delle poche risorse di energia primaria di cui l’Italia è ricca. Si tratta di calore terrestre trasferito verso la superficie mediante convenzione prodotta dal movimento del magma o di acque profonde, movimento questo all’origine di molti fenomeni geologici di scala planetaria come le eruzioni vulcaniche e altri fenomeni geotermali associati e ben evidenti sulla superficie terrestre, come le sorgenti termali, i geyser o le fumarole. Tuttavia, l’espressione «energia geotermica» è generalmente impiegata, nell’uso comune, per indicare quella parte del calore terrestre, che può, o potrebbe essere estratta dal sottosuolo e sfruttata dall’uomo.

E sì, perché questo calore naturale può essere sfruttato per ottenere energia rinnovabile, pulita, disponibile sempre e sfruttabile efficacemente sia come uso diretto del calore, sia per la produzione di energia elettrica.

La situazione nazionale ad oggi, però, vede tale realtà poco sfruttata, molto meno rispetto alle sue reali potenzialità.

Da questa considerazione di base nasce il «Nuovo manifesto della geotermia per un accelerato sviluppo dell’uso del calore terrestre in Italia», documento scaturito dal convegno nazionale dell’Ugi (Unione geotermica italiana). All’evento hanno partecipato i maggiori esponenti del settore, tutti impegnati a redigere e a commentare relazioni evidenzianti il teorico sviluppo che questa fonte può avere nei prossimi decenni e il suo potenziale contributo alla copertura della domanda di energia del nostro Paese. Ma diamo un po’ di numeri; prevedendo una forte politica di sostegno al settore da parte di governo, partiti e istituzioni, gli obiettivi di sviluppo indicati per il 2030 stimano, sul fronte dell’energia elettrica, 2.000 megawatt elettrici di potenza installata, con la possibilità di produrre fino a 12 miliardi di kWh/anno, corrispondenti al fabbisogno di circa 5 milioni di persone e, sull’uso diretto del calore, 8.800 megawatt termici di potenza installata e 90.000 tera-joule/anno prodotti, corrispondenti al fabbisogno di calore per riscaldamento di 500.000 appartamenti.

In definitiva, dati alla mano, la geotermia potrebbe contribuire concretamente a risparmiare, ogni anno, circa 4 milioni di tonnellate di petrolio e quindi quasi 13 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa, favorendo, e questo non è certo un elemento di secondaria importanza, la creazione di nuovi posti di lavoro. Gli obiettivi preposti puntano a consolidare il primato italiano in Europa nella produzione di energia geotermoelettrica, andando anche a recuperare il forte ritardo accumulato nello sviluppo di usi diretti del calore terrestre, energia questa, sino ad ora, poco sfruttata nonostante i grandi potenziali rilevati.