COP-9 – Occhi puntati sulla Russia

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Il Protocollo di Kyoto non può partire operativamente perché manca la ratifica della Russia, ratifica assolutamente necessaria per raggiungere il quorum previsto

Lunedì a Milano inizia la COP-9 e tutti gli occhi sono puntati sulla Russia. Il Protocollo di Kyoto, infatti, non può partire operativamente perché manca la ratifica della Russia, ratifica assolutamente necessaria per raggiungere il quorum previsto, vista la defezione degli Stati Uniti dal Protocollo. La Russia ha in mano, in questo momento, le chiavi di tutto il futuro del Protocollo, dopo sei anni di snervanti negoziati per metterlo a punto, e dopo 11 anni da quando è partito l’intero processo per combattere i cambiamenti del clima con il summit mondiale delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, tenuto a Rio de Janeiro del 1992.
Questi interrogativi emergono anche dalle corrispondenze estere di agenzie e giornali che sono già presenti a Milano.

Intanto i cambiamenti climatici vanno avanti in tutto il mondo e recentemente la Società Meteorologica Italiana ha, per l’Italia, accertato che i ghiacciai delle Alpi hanno perso 3 metri del loro spessore, equivalente ad una perdita di volume del 10%, una riduzione questa assolutamente abnorme se si considera che tutto ciò è avvenuto durante la sola estate del 2003.
Le associazioni ambientaliste sono convinte che la Russia comunque ratificherà, anche se con ritardo a causa soprattutto delle concomitanti elezioni del parlamento russo. Nel frattempo, però, bisogna risolvere il controverso problema dei «sinks» forestali, cioè della possibilità che hanno i Paesi industrializzati di andare a piantare alberi e foreste nei Paesi in via di sviluppo per ottenerne in cambio crediti alle emissioni. Su questo argomento le associazioni ambientaliste manifestano una notevole contrarietà e chiedono forti limitazioni all’uso di questa possibilità, oltre che regole molto severe.