Si ipotizza, qualora il freddo stratosferico record persista anche nei mesi di febbraio e marzo, una possibile mancata distruzione dell’ozono stratosferico artico in primavera e un conseguente aumento quest’anno, almeno per le più alte latitudini, della radiazione ultravioletta al suolo a cominciare appunto dalla primavera
È stato registrato un freddo record nel vortice polare stratosferico al di sopra dell’Artico, potrebbe essere un indice di riduzione dell’ozono stratosferico artico.
È quanto hanno rilevato le attività di ricerca in corso del Progetto Europeo Scout 03, coordinato dall’Università di Cambridge. Queste, infatti, ipotizzano, qualora il freddo stratosferico record persista anche nei mesi di febbraio e marzo, una possibile mancata distruzione dell’ozono stratosferico artico in primavera e un conseguente aumento quest’anno, almeno per le più alte latitudini, della radiazione ultravioletta al suolo a cominciare appunto dalla primavera. I ricercatori specificano che questa non è una previsione ma una possibilità