Si può distruggere in nome dell’eolico?

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Cresce nell’indifferenza la visibilità dei danni al patrimonio archeologico nazionale. I casi della Sardegna e della Puglia

Prima i cattivi erano le ciminiere delle industrie che sotto la spinta dell’occupazione e del progresso e poi dei ricatti occupazionali hanno combinato un bel po’ di danni. Ora, le stesse ragioni di allora, si sono tinte di verde, di energia pulita e di fabbisogno energetico: la nuova sfida contro uno sviluppo veramente compatibile si chiama eolico.
Una battaglia dura perché gli attori, a volte, indossano casacche ecologiche. E la confusione è massima. Ma testimonia, ancora una volta, che non è necessario dire cosa si è per esserlo veramente.
Si può allora distruggere in nome di una fonte energetica pulita?