L’azoto aumenta la capacità di assorbimento di CO[P]2[/P] delle foreste

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Dopo tre anni di rilevamenti effettuati grazie a stazioni mobili di monitoraggio dislocate in 5 paesi europei, tra i quali anche l’Italia, lo studio è riuscito a definire quali sono le dinamiche che controllano l’assorbimento di anidride carbonica

Cambiamenti Climatici ed effetto serra. Da tempo scienziati di molte discipline stanno cercando di dare il loro contributo alla comprensione dei cambiamenti climatici in corso sulla Terra. Una risposta univoca è lontana dall’essere stata trovata, anche perché il quadro degli equilibri climatici del pianeta si arricchisce sempre di nuove scoperte che fanno intuire quanto sia complessa la «macchina» del clima e di conseguenza le possibili azioni dell’uomo che la influenzano nel bene e nel male.
Il fascino della ricerca scientifica consiste spesso nei suoi risultati inattesi, che allargano il tavolo della discussione e obbligano ad una visione più complessa della realtà, dei problemi ad essa legati e delle soluzioni da intraprendere.
Un recente studio pubblicato su una delle più prestigiose riviste scientifiche «Nature» a metà giugno di quest’anno, dal titolo «L’impronta dell’uomo nel ciclo del carbonio nelle foreste temperate e boreali», evidenzia come paradossalmente alcune attività inquinanti dell’uomo influenzano positivamente gli equilibri climatici del pianeta.
Lo studio, condotto per 3 anni da una équipe di ricercatori europei tra cui diversi italiani nell’ambito del progetto europeo Carbo-Europe, evidenzia come l’assorbimento di anidride carbonica da parte delle foreste sia positivamente influenzato anche dalle attività considerate inquinanti dell’uomo e quindi dimostrarsi positive per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema.
Dopo tre anni di rilevamenti effettuati grazie a stazioni mobili di monitoraggio dislocate in 5 paesi europei, tra i quali anche l’Italia, lo studio è riuscito a definire quali sono le dinamiche che controllano l’assorbimento di anidride carbonica.
Dall’analisi dei dati raccolti, la sorpresa riguarda in particolare gli effetti della deposizione al suolo di composti dell’azoto, presenti nell’atmosfera in buona parte a causa dell’inquinamento prodotto dall’uomo: emissioni industriali, agricoltura intensiva, ecc. «Attraverso l’elaborazione di dati sperimentali è stato dimostrato che esiste una relazione stretta e positiva fra l’azoto e l’accumulo netto di carbonio nelle foreste», spiega Federico Magnani, docente presso il Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna. «Per ogni chilogrammo di azoto che piove sulle foreste come risultato ultimo dell’inquinamento, circa 400 chilogrammi di carbonio in più vengono raccolti dall’ecosistema».

Tutti sanno che i boschi, grazie alla loro capacità metabolizzare grandi quantità di anidride carbonica, svolgono un ruolo primario nella conservazione degli equilibri climatici. Alcune foreste sono in grado di assorbire fino a 6 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno.
Quello che invece risulta senza dubbio sorprendente è che anche alcune attività dell’uomo considerate inquinanti possono invece aiutare, attraverso inattesi fenomeni di compensazione, l’equilibrio dell’ecosistema. Questo ovviamente non significa incentivare le emissioni di azoto, ma fa riflettere sulla necessità di un approccio interdisciplinare nell’affrontare la questione clima. È indispensabile un’analisi d’insieme, che tenga conto della complessità della realtà e delle interazioni fra i diversi processi, che si possono delineare scenari futuri credibili e definire strategie utili per la conservazione dell’ambiente.

(Maurizio Matera)
(23 Luglio 2007)