Quattro giorni per una scelta di vita equilibrata

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Per una «giusta misura», più attenta alle risorse naturali. Si parlerà di urbanizzazione selvaggia, delle «Sette virtù per la conversione ecologica» e della cooperazione internazionale. Verrà celebrato il vincitore del Premio Alexander Langer 2009, l’iraniana Narges Mohammadi

Da oggi e fino a domenica, a Città di Castello (Perugia), ci sarà la XVIII edizione della «Fiera delle Utopie Concrete» che quest’anno punterà sulla «giusta misura» e aprirà il primo capitolo di un nuovo ciclo pluriennale dedicato alle «Sette virtù per la conversione ecologica».

La manifestazione, nata nel 1988 su impulso del grande pacifista e ambientalista altoatesino Alexander Langer, avrà come spunto fondamentale la riflessione sulla «giusta misura» intesa come ricercata unione tra stili di vita personali più equilibrati e auto-limitazione nello sfruttamento delle risorse naturali.

Nel corso degli anni la Fiera si è dimostrata un vero e proprio laboratorio per l’elaborazione e la trasmissione di esperienze, soluzioni e conoscenze di sostenibilità ecologica dell’economia e della società. Distinguendosi sempre per l’approccio «laico» alle varie tematiche affrontate, spesso in anticipo rispetto all’agenda politica «ufficiale».

L’edizione 2009 verrà inaugurata, oggi e domani, da due seminari in cui si parlerà di consumo del territorio, un tema purtroppo di scottante attualità, visto quello che è successo nei giorni scorsi in provincia di Messina.

Si discuterà così di «Urban Sprawl», cioè di urbanizzazione selvaggia, per capire come ritrovare la giusta misura nell’uso del suolo e analizzare le prospettive per un giusto sviluppo dei centri urbani del futuro.

A confrontarsi, tra gli altri, Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Gertrude Penn-Bressel, dell’Agenzia federale ambientale di Berlino, Manfred Kühne, direttore della Sovraintendenza per i Beni Culturali di Berlino e Pier Luigi Cervellati, professore di Progettazione e riqualificazione urbana e territoriale presso lo Iuav di Venezia.

Il tema delle «Sette virtù per la conversione ecologica», un tema particolarmente caro a Langer e da sempre al centro dell’analisi e degli studi della manifestazione altotiberina, proseguirà con una serie di iniziative, tra conferenze, tavole rotonde, mostre (esposizione di proposte e soluzioni eccellenti, in Italia e in Europa, di nuovi quartieri sostenibili, recupero urbano dolce e rivitalizzazione dei centri urbani) e spettacoli all’aperto (nel parco Ansa del Tevere di Città di Castello intitolato proprio l’anno scorso a Langer).

Altro tema trattato dalla Fiera sarà la cooperazione internazionale, da ripensare tenendo conto delle nuove necessità di un mondo che deve confrontarsi con un modello economico occidentale non più sostenibile a livello planetario. Partirà da qui la riflessione al centro dell’incontro «La giusta misura nell’interdipendenza globale. Un’altra idea di cooperazione», in programma nel pomeriggio di venerdì. Ad impreziosire il dibattito, al quale parteciperà tra gli altri anche l’economista ambientale e saggista di fama internazionale Guido Viale, ci sarà la testimonianza di Anastasia Pavlovna Tolzina e Jon Isak Lyngman Gaelok, rappresentanti rispettivamente dei Chanti del nord-Sibera e dei Sami della Svezia del nord, due popoli indigeni del nord Europa.

Sabato si discuterà poi di «giusta misura» nella vita di ognuno e, insieme ad un gruppo di giovani italiani e tedeschi coordinati dal sociologo Peter Kammerer, di come trovare questa nuova linea guida dei propri comportamenti in un mondo «fuori misura».

Infine domenica, come tradizione, verrà celebrato il vincitore del Premio Alexander Langer 2009, l’iraniana Narges Mohammadi, premiata per il proprio impegno per un «Altro» Iran. La vicenda della Mohammadi, che non sarà presente perché privata del passaporto dal suo governo e che sarà rappresentata a Città di Castello da Nargess Tavassolian, figlia del premio nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi, servirà da spunto per ragionare di «solidarietà sostenibile», cioè di come riuscire a mantener alta l’attenzione su una tematica di così grande importanza anche quando l’interesse dei media comincerà inevitabilmente a scemare.

(Fonte Utopie Concrete)