La moria dei pesci è un evento sempre più frequente

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Può esser determinato da vari fattori. Per poter fare una diagnosi per arginare il fenomeno sono necessari tempestività di azione, personale qualificato ed integrazione tra i vari Enti chiamati ad intervenire

L’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana durante il corso formativo su «Morie di ittiofauna nelle acque libere: gestione e controllo» ha illustrato le Linee guida predisposte dalla regione Toscana.

Questa giornata è stata proposta proprio come momento di conoscenza e condivisione di queste linee guida approvate da coloro che sono chiamati ad intervenire nella gestione del problema ed al fine di favorire:

-l’effettuazione di interventi efficienti ed efficaci sul territorio,

-l’armonizzazione nella raccolta dei dati,

-la creazione di una banca dati ed una mappatura regionale delle aree interessate dal fenomeno.

Le morie di pesci in acque libere rappresentano un evento sempre più frequente che può essere determinato da vari fattori. Per poter determinare una diagnosi che permetta di arginare il fenomeno sono necessari tempestività di azione, personale qualificato ed integrazione tra i vari Enti chiamati ad intervenire.

L’evento ha visto il contributo di vari docenti tutti impegnati nei settori di pertinenza degli enti di controllo (Izs, Arpat, Asl, Provincia ecc.): veterinari, biologi, tecnici di laboratorio o tecnici della prevenzione, coordinati dalla Responsabile scientifica, Francesca Susini, responsabile del laboratorio di Ittiopatologia dell’IZS Lazio e Toscana sez. di Pisa.

Ha moderato gli interventi Amedeo Manfrin, Centro di referenza nazionale per l’ittiopatologia.

Durante la giornata sono state fornite informazioni generali sulle caratteristiche degli ecosistemi acquatici (Gilberto N. Baldaccini e Fabrizio Serena, Arpat) e sulle specie ittiche tipiche della Toscana (Annamaria Nocita, Università di Firenze), quindi sono state analizzate le principali cause di mortalità, ambientali e chimiche (Marino preparo, Izs Torino) e infettive (Teresa Bossù, Izs Roma) e, a seguire, sono stati presentati due casi studio, uno dei quali in Toscana rappresentato dagli eventi di moria che si verificano periodicamente nel Lago di Massaciuccoli, per fioritura di una microalga biflagellata Prymnesium parvum (Daniela Verniani, Arpat) e l’altro in Liguria, relativo alle recenti morie di mugilidi ausate da infezione batterica da Photobacterium damselae (Carlo Ercolini dell’Izs Piemonte Liguria e Valle d’Aosta).

Gli altri interventi hanno riguardato gli aspetti più pratici del fenomeno morie e quindi il ruolo delle amministrazioni provinciali nella gestione del patrimonio ittico che trova fondamento nel Testo Unico degli Enti locali (Antonio Bertolucci, Provincia di Lucca), e dei Consorzi di bonifica (Paolo Ercolini, Consorzio di Bonifica Massaciuccoli) che sono le istituzioni principali per la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale e di tutela degli assetti ambientali ad essi connessi.

Sono intervenuti anche i veterinari che operano sia sul territorio (Antonio Barsanti, ASL 12 Versilia) che in laboratorio con le difficoltà specifiche sia riguardo agli ambiti di competenza di polizia veterinaria (disciplinati da varie norme e regolamenti) sia in ambito diagnostico quando gli esemplari campionati risultano essere insufficienti, la sintomatologia descritta molto scarna e le richieste di analisi eccessive o molto vaghe (Mario Latini, Izs Umbria e Marche).

L’ultimo intervento è stato quello della coordinatrice dell’evento formativo, Francesca Susini, che ha spiegato il perché delle Linee guida (scarsa tempestività di intervento, disomogeneità sul territorio, mancanza di integrazione tra enti , mancanza di comunicazione, sovrapposizione di ruoli mancanza di metodo) e gli obiettivi (chiarire le competenze, armonizzare le modalità di intervento e di gestione, certezza ed uniformità dei dati, mappatura aree a rischio). Ispirandosi ad un episodio di moria di pesci verificatasi in Valdinievole e che ha avuto notevole risalto sui principali quotidiani locali, con notizie che individuavano responsabilità ora in un Ente ora nell’altro, e che a fronte delle «tonnellate» di pesce dichiarate, al laboratorio per la diagnosi ne erano arrivati solo due esemplari !

Dunque il caso è emblematico e spiega le ragioni per mettere a punto Linee guida che vedrebbero specificate le competenze di intervento, in particolare :

  • -Polizia provinciale: valutazione e quantificazione del fenomeno, determinazione delle specie coinvolte;
  • -Arpat: Verifica sulle cause ambientali, analisi acque e sedimenti;
  • -Servizio veterinario: prelievo dei campioni, esami anatomo-patologici, batteriologici, virologici, istologici e parassitologici dei pesci, raccolta dati – Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale (Oevr);
  • -Comune: rimozione delle carcasse.

Al termine delle analisi di laboratorio l’Arpat e gli Izslt devono emettere una relazione congiunta che andrà in Regione che ha il compito, attraverso il settore di Medicina preventiva e predittiva, di diffondere i dati.

L’evento, che ha rilasciato crediti formativi Ecm per veterinari e tecnici di laboratorio (ed è in accreditamento per biologi) ha riscosso un buon successo, tant’è che le iscrizioni superiori alle aspettative hanno spinto l’organizzazione dell’evento ovvero l’Izslt a ripeterlo l’anno prossimo.

(Fonte Arpat)