Un libro per evitare il… «Collasso»

625
Tempo di lettura: 3 minuti

Il Centro studi naturalistici della Capitanata ha inviato agli amministratori e ai dirigenti degli uffici pubblici che si occupano di ambiente, il noto lavoro di Jared Diamond, come omaggio per Natale

Si chiama «Collasso» ed ha l’eloquente sottotitolo «Come le società scelgono di morire o vivere». È un saggio dell’americano Jared Diamond, l’omaggio che il Centro studi naturalistici ha voluto fare in occasione del Natale agli amministratori e ai dirigenti degli uffici pubblici che si occupano di ambiente.

Attraverso un’appassionata narrazione e l’accurata analisi degli indizi lasciati dalle società del passato, che talvolta assume i tratti del romanzo poliziesco, Diamond ci racconta come i nostri predecessori hanno affrontato le problematiche ambientali del loro tempo e se, sulla base delle risposte che seppero dare, sono riusciti a sopravvivere o sono scomparsi.

Avvincente è ad esempio il racconto dell’epopea dei Vichinghi che, agli albori del secondo millennio, partirono dalla penisola scandinava per colonizzare in successione l’Islanda, la Groenlandia e la Vinlandia (l’attuale Canada), con una progressione di difficoltà ed una diversità di comportamenti tra le varie comunità che sancirono il successo o la scomparsa di ciascuna colonia. Così, mentre i discendenti dei primi colonizzatori vichinghi abitano ancora oggi l’Islanda, le colonie in Groenlandia riuscirono a sopravvivere per 450 anni e quella americana dovette abbandonare il sito dopo soli dieci anni.

Emblematico è il caso della Groenlandia dove l’incapacità dei colonizzatori di rinunciare allo stile di vita europeo, a cui erano culturalmente affini ma che era inadatto a sostenere le più severe condizioni ambientali del circolo polare artico, condusse col tempo alla progressiva scomparsa di tutti gli insediamenti umani. Colpisce la drammatica ricostruzione delle ultime settimane di vita degli abitanti della più prosperosa fattoria vichinga di Groenlandia, ultima sopravvissuta ad una serie di rigidi inverni che avevano già decimato le fattorie vicine: assediati da quanti avevano già lasciato gli altri insediamenti, con le risorse alimentari in esaurimento e l’impossibilità di abbandonare l’isola, gli occupanti della fattoria, che rappresentavano il ceto più agiato della società vichinga, ebbero il solo privilegio di morire per ultimi.

Ma vi sono anche storie di successo, come quella della piccola isola di Tikopia, nell’oceano Pacifico, o della più grande Islanda, i cui abitanti hanno saputo utilizzare con oculatezza e lungimiranza le scarse risorse del proprio territorio, garantendo la sopravvivenza delle loro società. O ancora il caso del Giappone che, dopo aver vissuto il dilagare del dissesto idrogeologico causato dalla deforestazione selvaggia, dal 1700 ha intrapreso un impegnativo piano di gestione delle proprie risorse forestali raggiungendo oggi il traguardo del 70% di superficie boscata e mettendo in sicurezza il territorio.

Il saggio si conclude poi con una profonda riflessione sullo stato attuale delle società umane, ponendo l’accento sulle tante criticità ma anche sui motivi che ci consentono di sperare il meglio per il futuro del nostro pianeta.

«Sono davvero numerosi gli spunti di riflessione che possono essere tratti da quanto ci narra Diamond e che possono essere applicati al caso Capitanata – ha dichiarato Vincenzo Rizzi, presidente del Csn -. Penso ad esempio alla gestione della risorsa idrica, da sempre un bene scarsamente disponibile nella sitibonda Puglia, e al caso dell’alga tossica nella diga di Occhito, tuttora presente. Cosa succederebbe, infatti, se Foggia fosse costretta a rinunciare a questa importante risorsa? Per questo abbiamo pensato di investire per il futuro della nostra terra, regalando questo libro con l’augurio che possa essere di aiuto a quanti hanno la quotidiana responsabilità di scegliere la strada giusta affinché anche la società di Capitanata rappresenti una storia di successo come quelle descritte da Diamond».

Il saggio è stato donato al Presidente della Provincia, al Sindaco di Foggia, agli Assessori all’Ambiente della provincia e del comune e ai dirigenti degli uffici ambiente ed ecologia della Regione e della Provincia.

(Fonte Centro studi naturalistici)