Depurazione doc per un emissario dell’Arno

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Si tratta dell’Emissario in riva sinistra d’Arno ed è la più importante opera di depurazione d’Italia: 7,4 km di collettore fognario. La prima area metropolitana italiana depurata al 100% nel 2015. Il primo cantiere per un’opera idrica a emissioni zero

Con la firma del Protocollo d’Intesa tra Regione Toscana, Provincia di Firenze, Autorità di Ato 3-Medio Valdarno, Comuni di Firenze e Scandicci e Publiacqua, parte il Cantiere dell’Emissario di Riva Sinistra d’Arno, la conduttura che raccoglierà tutti gli scarichi fognari di Firenze ancora non depurati, convogliandoli all’impianto di San Colombano.

Depurazione per 120.000 abitanti di Firenze

L’opera prevede di intercettare, lungo la riva sinistra d’Arno, gli scarichi fognari presenti in un’area in cui vivono circa 120.000 abitanti i cui scarichi attualmente finiscono ancora nel fiume. Tutti i reflui saranno condotti all’impianto di depurazione di San Colombano che già oggi tratta le acque provenienti dagli emissari della riva destra e della gran parte dell’area metropolitana che conta 350.000 abitanti. Entro il 2015, Firenze e la sua area metropolitana saranno le prime in Italia a essere depurate al 100%, nel rispetto delle normative europee.

Dati tecnici

L’emissario in riva sinistra sarà realizzato mediante la posa di un tubo di ghisa del diametro di 2 metri che correrà per 6,8 km lungo l’asse principale sull’argine dell’Arno. A questo si aggiungerà una conduttura di un 1 metro di diametro lunga 600 metri, che raccoglierà i reflui che scaricano attualmente nel Fosso degli Ortolani nella periferia fiorentina, superando così una delle principali criticità ambientali di diversi quartieri della città.

2 lotti che avanzano in parallelo
Per rendere più veloce e funzionale la realizzazione del progetto, l’opera è stata suddivisa in 2 lotti, nei quali è previsto un lavoro in contemporanea per accelerarne la conclusione. La posa del tubo inizierà dal primo lotto, a partire dall’impianto di San Colombano e procederà per una lunghezza complessiva di 4,5 Km fino al sottoattraversamento del fiume Greve. I lavori del secondo lotto, dal Fiume Greve all’allacciamento all’emissario meridionale (localizzato nella zona dell’Arcingrosso di Firenze, a monte del viadotto dell’Indiano) per i restanti 2,3 Km, si avvieranno in parallelo tutte le attività preparatorie di sondaggio e predisposizione dei terreni e la conclusione dell’iter autorizzativo per il progetto di bonifica. Il collettore sarà quindi posizionato risalendo il percorso dal depuratore, in modo tale che, già in fase di avanzamento lavori, sarà possibile iniziare ad intercettare le prime fognature oggi non depurate, senza dover attendere la conclusione dell’intera opera.

Cantiere a emissioni zero
Dal punto di vista dell’impatto sociale e ambientale dell’opera, la cantierizzazione del progetto è stata studiata (per la prima volta in Italia nel settore delle opere idriche) individuando e attenuando tutti i potenziali impatti. Circa l’80% delle terre di scavo saranno, ad esempio, riutilizzate per la copertura dell’opera, mentre il restante 20% sarà avviato a discariche autorizzate. Le attività di indagine sui terreni e quelle di scavo consentiranno un’approfondita analisi dello stato degli argini nei tratti attraversati dal collettore in modo da poter essere successivamente oggetto di un intervento di rinaturalizzazione. Inoltre è già stato avviato un progetto di contabilizzazione delle emissioni di CO2 sull’intera opera che consentirà, attraverso compensazioni, di realizzare il primo cantiere di ingegneria idrica a emissioni zero.

Riuso delle acque depurate
Publiacqua ha realizzato una serie di studi sul riutilizzo delle acque depurate a San Colombano. Attraverso accordi con gli utilizzatori finali della risorsa e grazie all’impegno della Regione Toscana e delle Istituzioni locali, l’acqua in uscita dal depuratore potrà essere utilmente convogliata in alcuni distretti produttivi.

Aumenta la sicurezza idraulica in riva sinistra d’Arno

Insieme al collettore è prevista anche la realizzazione di un impianto idrovoro con tre pompe di portata totale pari a 2,5 mc/sec a monte del Ponte all’Indiano. Tali impianti entreranno in funzione in caso di piene eccezionali dell’Arno per assicurare lo scarico di tutta la riva sinistra garantendo così, ulteriormente, la sicurezza idraulica per le aree più depresse.

Aspetti economici e di qualità

L’investimento per la realizzazione dell’Emissario è pari a 71,5 milioni di euro, 46 per il primo lotto e 25,5 per il secondo. Rispetto ai costi preventivati inizialmente si è dovuto far fronte a un aumento di circa 36 milioni di euro a causa del rinvenimento, lungo gli argini del fiume, di ordigni bellici e discariche di rifiuti urbani e speciali per 100mila tonnellate smaltiti in zona dopo l’alluvione del 4 novembre 1966 per la pulizia della città di Firenze. Prima della posa della conduttura sarà quindi necessario bonificare un’area estesa come 15 campi di calcio.

Controllo e rendicontazione

Come previsto dal Protocollo d’Intesa, un Collegio di Vigilanza avrà il compito di verifica del rispetto dei tempi di attuazione dell’intervento e delle spese. Parteciperanno a tale organismo la Regione Toscana, il Comune di Firenze, il Comune di Scandicci, la Provincia di Firenze, l’Autorità di Ambito e Publiacqua. Il coordinamento del Collegio è affidato alla Regione. Tutte le spese saranno rendicontate all’Autorità di Ambito.

I costi finiranno in tariffa?

La tariffa attuale (217 euro in media l’anno per una famiglia di 3 persone in area Publiacqua) contiene già 35 milioni di euro per il collettore. Nel prossimo Piano di Ambito 2010-2021 l’opera inciderà per circa 0,50 euro l’anno per famiglia.

Qualità e trasparenza

La trasparenza è un altro dei valori-guida dell’opera. I disagi per i cittadini saranno minimi e la cittadinanza sarà continuamente informata per ridurre eventuali problematiche derivanti dal cantiere. Sarà attivo un sito dedicato all’opera e sono previste forme di comunicazione per gli abitanti interessati.

Chi fa i lavori

La realizzazione degli interventi è stata affidata, attraverso gara d’appalto, al Consorzio Ravennate delle Cooperative di Produzione e Lavoro, rappresentata dall’impresa Cooperativa Muratori Sterratori e Affini di Montecatini Terme, capogruppo dell’Ati costituita da Polistrade spa di Campi Bisenzio ed Italscavi di Scandicci, che già in passato hanno partecipato alla costruzione di importanti opere di ingegneria idraulica ed idraulico sanitaria in Toscana e nel resto d’Italia.

(Fonte Extra comunicazione)