Auto – In Olanda paghi quanto inquini

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Il progetto del nuovo bollo auto rischia di far invidia a tutti quegli italiani ormai stanchi di pagare un balzello così elevato. Nei Paesi Bassi è in programma un disegno di legge che prevederà una tassa proporzionale all’inquinamento

Se inquini poco, paghi meno! Pura utopia? Niente affatto, almeno non in Italia, e non è un caso che questa filosofia rientri ancora una volta nei piani ecologici di un paese estero.

Dall’Olanda il progetto del nuovo bollo auto rischia di far invidia a tutti quegli italiani ormai stanchi di pagare un balzello così elevato. Nei Paesi Bassi è in programma un disegno di legge, da far entrare in vigore nel 2012, che prevederà una tassa proporzionale all’inquinamento.

Gli obiettivi del progetto sono fondamentalmente due: incentivare i cittadini a comprare auto nuove, dato che esse potranno godere di una detassazione del 25%, non disponibile per chi acquista autovetture usate e premiare con una tassa di possesso particolarmente leggera chi non fa un uso smoderato del proprio mezzo, introducendo una nuova tariffa di 3 centesimi ad ogni km percorso, riducendo, secondo il governo olandese, del ben 10% i consumi di Co2 provocate da circolazione automobilistica.

Ciò richiederebbe però l’installazione su ogni auto di sofisticati sistemi Gps, che, di fatto, permetterebbero allo Stato di «monitorare» la circolazione in tempo reale. A questo riguardo sono state mosse diverse critiche da parte di alcune organizzazioni a tutela dei consumatori che ritengono tale programma una forte intrusione nella sfera privata del cittadino.

In Italia la normativa è ormai arcaica. L’imposta che versiamo, in base ad un sistema tassativo progressivo, è commisurato sostanzialmente alla potenza del motore; non si tiene presente che il soggetto benestante acquisterà con maggiore probabilità non solo l’auto di più grossa cilindrata, ma anche quella di più alta classe ecologica, snobbando i mezzi pubblici e sfruttando smisuratamente la propria autovettura e, di conseguenza, inquinando di più.

Questo comporterebbe, inoltre, il delinearsi di un automatico correlamento tra soggetto benestante e auto ecologica, sprofondando nella ferma ed erronea convinzione che essa possa addirittura rappresentare uno «status simbol» del cittadino con reddito più alto.

A questo punto una domanda sorge spontanea. Perché non commisurare la tariffa del bollo alle effettive emissioni di Co2, calcolando la quantità di carburante consumato attraverso periodiche revisioni annuali? In tal modo si perseguirebbe un programma ecologico senza l’inconveniente dell’installazione dei sistemi Gps.