Scienziati contro scienziati…

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…ma che c’entra la Fusione Fredda con il modello piezoelettrico? Difatti che cosa centri Carpinteri e Cardone con la ricerca sulla Fusione Fredda è difficile da capire, tenendo conto che Cardone e colleghi si sono sempre dissociati dalla Fusione Fredda come concetto e come obiettivo e sono andati per la loro strada

La ricerca dello scoop e la voglia di gridare le notizie, spesso può portare ad «incidenti» di percorso. Vogliamo pensare a questo dell’articolo di «Repubblica» che per prendersela con una ricerca per loro astrusa ha tirato in ballo la Fusione Fredda che nulla ha a che vedere. In verità nell’articolo si riportava un appello di scienziati a non sprecare soldi pubblici… ma questo è un altro discorso a cui puntualmente rispondono Vincenzo Valenzi e Gualtiero Valeri nell’articolo che pubblichiamo.

Caro Direttore,
un passo avanti e due indietro come scrisse in un suo grande libro Vladimir Ilic, sembra questa l’unica interpretazione della tempesta mediatica scatenata da fior di colleghi (una vera massa «leninista»… 780 firmatari) contro i malcapitati di turno… nella veste del presidente Alberto Carpinteri alla guida dell’Inrim (Istituto nazionale di ricerca metrologica) reo di non aver curriculum idoneo e in particolare contro Fabio Cardone ideatore del modello piezoelettrico che un mezzo curriculum lo avrebbe e lo linkiamo http://goo.gl/Hoy1K ad uso e consumo anche dei controller…

Quello che colpisce inoltre della tempesta mediatica scatenata è la disinvoltura con cui si parla della Fusione Fredda nell’articolo di «Repubblica» che per non essere incredibili citiamo le chicche testualmente:

«Una nuova forma di fusione fredda (la chimera annunciata in pompa magna nel 1989 dagli americani Fleischmann e Pons, ma poi mai approdata a nulla)»…

ma la perlina è nel titolo, dove si confonde abilmente reazioni piezonucleari con Fusione Fredda usando le vicende del piezoelettrico per attaccare il vero obiettivo vedasi il titolone:

«”Basta soldi agli studi inutili” scienziati anti-fusione fredda», e nel sommario: «Gli scienziati italiani si schierano contro la ricerca sull’energia piezonucelare annunciata dall’Istituto di Metrologia: “Hanno fatto solo copia e incolla dei dati, finanziarli sarebbe uno spreco di soldi pubblici”» a firma di Elena Dusi.

Ganzo forte… l’attacco alla Fusione Fredda… non c’è che dire, veri strateghi della lotta per farsi la ragione, appresa certamente dai 38 stratagemmi di Shopenaeur per ottenere ragione http://goo.gl/rzAuk e da altre alte scuole di «scienze» e di lotta…

Difatti che cosa centri Carpinteri e Cardone con la ricerca sulla Fusione Fredda è difficile da capire, tenendo conto che Cardone e colleghi si sono sempre dissociati dalla Fusione Fredda come concetto e come obiettivo e sono andati per la loro strada, a cui vogliamo augurare ogni successo sul campo e che trovi interessi industriali che la coltivano nel mondo.

La fusione fredda appare, dal titolo di «repubblica», il vero obiettivo della campagna, ma bella (una parola grossa), aperta, a vent’anni dall’annuncio di F&P a Salt Lake City (e comunque è utile ricordare che un mezzo curriculum lo aveva pure Fleischman come presidente della società internazionale di elettrochimica…), e piace ricordare a Ruocco e ai suoi fratelli di lotta, che questi studi inutili (di Fusione Fredda) oramai sono al centro del dibattito scientifico internazionale nelle sedi più prestigiose come il Cern di Ginevra, il Politecnico di Torino (dove hanno presentato anche il piezoelettrico…) l’Università di Pisa, e il suo il dipartimento di Fisica della Sapienza dove Srivastava il 31 maggio ha fatto il suo seminario di 4 ore nell’aula conversi, dopo il passaggio all’aula magna del Cnr di Torvergata.

Avevamo salutato quest’ultimo evento romano a Fisica con grande piacere, ma vediamo che la crescita culturale e industriale della Fusione Fredda e delle Lern irrita ancora larga parte della comunità scientifica, anche a fronte di grandi leader della fisica impegnati nel settore, come Sergio Focardi, già preside della facoltà di Scienze a Bologna e a lungo nel direttivo della Sif, che in chiacchierata telefonica stasera si domandava perché questi pur autorevoli colleghi, facciano queste piazzate, specialmente oggi che i dati sperimentali sono un fatto acquisito (vedi esperimenti di Piantelli Focardi e gli ultimi di Rossi e Focardi e tutti gli altri studi mostrati da Celani nel suo tour europeo (Ginevra, Pisa, Roma ecc.).
Può essere utile segnalare che a parte l’Europa anche negli Usa la Fusione Fredda o come preferisce chiamarla il nostro amico Steve Krivit, le Lern sono all’attenzione dei vari dipartimenti dell’energia, della difesa e della Nasa.

La domanda che si poneva il vecchio preside di Bologna riecheggia senza una risposta chiara: perché così eminenti studiosi passano le loro ore migliori contro altri colleghi:

Una questione di soldi? Forse sì (vedi Iter e altri progetti ricchi).

Una questione di Potere da parte dei Gruppi dominanti? Anche, ci potrebbe stare, ma Dio santo sono sempre scienziati in servizio permanente effettivo ispirati dal grande padre pisano…

Un contributo a capire potrebbe venire da uno dei filosofi della scienza di prima generazione (e ancora purtroppo insuperato…) che scrisse interrogandosi in uno dei suoi frammenti postumi:
Che cosa è «conoscere»? Ricondurre qualcosa di estraneo a qualcosa di noto. Primo principio fondamentale: ciò a cui siamo abituati non rappresenta più per noi un enigma, un problema. Ottundimento del senso del nuovo, dell’estraniante, tutto ciò che accade regolarmente non appare più problematico. Perciò cercare la regola, è il primo istinto di chi conosce; mentre naturalmente stabilire la regola non significa affatto aver «conosciuto» qualcosa!
Di qui la superstizione dei fisici: dove possono fermarsi, dove cioè la regolarità dei fenomeni consente di applicare formule abbrevianti, pensano di aver conosciuto. Sentono una «sicurezza», ma dietro questa sicurezza intellettuale c’è la paura tranquillizzata, essi vogliono la regola perché toglie al mondo la sua terribilità.
La paura dell’incalcolabile come retroistinto della scienza…
[5 (10), 1886-87]

Come si può leggere da questo frammento nicciano, siamo di fronte a un vecchio problema, che si ripropone acutamente oggi che il mondo scientifico ha largamente perso la sua natura primordiale socratica e prometeica per diventare uno dei poteri più forti, pervasivi e ricchi della nostra società tecnoscientifica.

Al di là del bene e del male, crediamo che sia tempo che tutti ci si interroghi su queste vicende, e si esca dai manifesti e dagli appelli che si addicono poco e male alle lotte politiche e ideologiche, e sicuramente per niente alla dialettica scientifica che dovrebbe ritrovare il suo normale corso come sta avvenendo per la Fusione Fredda e per la memoria dell’acqua oramai al centro delle ricerche in grandi istituzioni accademiche in tutto il mondo.

Suvvia la guerra è finita è bisogna ricostruire….

Il Belpaese sempre più indebolito e lo stesso Villaggio Globale lo richiedono e il mondo scientifico è chiamato a dare risposte concrete e non sceneggiate repubblicane che sono paradossali, quasi patetiche, davanti all’evidenza dei successi scientifici, sperimentali e istituzionali della Fusione Fredda e delle Lern su cui si deve lavorare evitando possibilmente al nostro paese di perdere ancora uno degli ultimi treni che il genio italico ci ha regalato.