Polemiche fra scienziati a mezzo stampa

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Degli Antoni: Chi ha interesse ad alzare polveroni sulla Fusione Fredda?

Caro Direttore, Caro Fondatore di «Repubblica»,

Leggo della vostra iniziativa bolognese a favore delle Idee anche nella scienza dove da grandi giornalisti darete spazio a grandi protagonisti della scena sociale e scientifica contemporanea. Tra gli altri sarà intervistata anche Margherita Hack.

Leggendo quanto viene scritto su «Repubblica» in questi giorni sulla Fusione Fredda «”Basta soldi agli studi inutili” scienziati anti-fusione fredda», con una serie di affermazioni che risparmio, consiglierei ai giornalisti di leggere meglio il curriculum di Carpinteri e mi permetterei di suggerire di sentire Margherita Hack sulla Fusione Fredda.

In fondo, come la stessa Hack ha ribadito in quell’occasione citata nel link, «la scienza lavora così: le teorie si correggono e niente rimane immobile per sempre». E il futuro? Per la grande astrofisica, sono due le strade più importanti: «La fusione fredda, in grado di produrre energia nucleare sicura, e lo studio della materia oscura che compone gran parte dell’universo».

Chissà se i furori antibufalistici antipseudoscienze varie vengono un po’ raffreddati. Vi confesso che «Repubblica» da grande giornale qual è, talvolta mi lascia perplesso e nel caso della Fusione Fredda, il trattamento delle notizie imbarazza proprio a cominciare dalla querelle di 20 anni fa con Martin Fleischmann e Giuliano Preparata che potremmo anche capire (si era all’inizio di una grande e sconvolgente storia), ma adesso si capisce di meno; così assistiamo al silenzio tombale sulla presentazione di Srivastava e Celani all’Aula Magna del Cern di Ginevra, al silenzio sul Seminario di Srivastava al Dipartimento di Fisica di Roma la Sapienza, quello guidato da uno degli esponenti dei Mille «anti fusione fredda», davanti all’impegno della Nasa ecc. Silenzio di tomba, dopo di che il 5 giugno 2012 giù a testa bassa con il titolone «“Basta soldi agli studi inutili” scienziati anti-fusione fredda».

Che dire, anni fa si parlava della morale a ore, oggi possiamo parlare della verità a ore, ma questo fa bene a «Repubblica» e ancor più alla Repubblica italiana a cui è rimasta solo l’innovazione scientifica per risalire la china?

Nella nota a voi indirizzata pubblicata da «Villaggio Globale» avevo dato per buona la storia di Carpinteri politico dal curriculum «renzico», quando poi leggo dalla risposta data da Carpinteri alla lettera aperta del dottor Angelo Guglielmi (pubblicata nella chat) che il prof. Carpinteri ordinario al politecnico di Torino ha un altissimo Impact Factor.

Mi aveva già detto Ubaldo Mastromatteo, ricercatore di Stm, che sembrava tutto strano, essendo il curriculum di Carpinteri di primissimo livello, ma non volevo capire e non riuscivo a credere che il vostro «Repubblica» potesse fare svarioni così pesanti anche tenendo conto che poi il Carpinteri è stato nominato senza nessuna turbativa alla presidenza Inrim con altri alti dirigenti degli Istituti nazionali sempre ben riportato da «Repubblica» il 13 agosto 2011.

Che dire, e magari che mi dite voi di quanto raccontato sopra?

In merito alla querelle sul Piezoelettrico il prof. Carpinteri ha risposto ad Angelo Guglelmi e nella replica di Guglielmi si ripropone il classico attacco alla fusione fredda, così Guglielmi aggiustandosi il tiro scrive tra l’altro a Carpinteri:

«Sono felice di apprendere che Lei non si sente vittima di un complotto della scienza ufficiale, diversamente dai proponenti della fusione fredda quando si richiede a loro, come a tutti, l’adesione al metodo scientifico, cioè peer review e riproducibilità».

Questo stesso tema è proposto in lungo e in largo dall’appello al Ministero dei mille pronti alla lotta per la scienza come i mitici «Mille per l’Italia» (a quest’ora il numero dovrebbe essere pure stato superato).

Anche qui che dire, a fronte dei miliardi che diamo per l’Iter e per altre imprese futuribili, purtroppo troppo futuribili, a fronte del circa 400.mo posto della Sapienza nel Mondo delle università e dell’Italia al 50.mo posto per la capacita di innovazione tecnologica, si capisce poco il senso dell’appello dei Mille davanti a qualche misero tentativo di fare qualcosa fuori dal seminato (dove si raccoglie di pubblico poco e male come ben si sa).

Quando poi questo fuori dal seminato appare anche promettente come la Fusione Fredda che oramai è sbarcata al Cern e alla Nasa (e in molti altri posti) tra cui il 31 maggio scorso al dipartimento di fisica diretto da Giancarlo Ruocco (uno dei novelli Mille), notizie queste raccolte poco e male da «Repubblica» (quasi niente da un veloce controllo in internet), allora qualche problema si pone per voi sulla qualità dell’informazione scientifica nel vostro prestigioso giornale.

In vista della bella manifestazione bolognese qualcosa su cui riflettere nella grande «Repubblica».

>> Per chi vuole approfondire la ricerca di Carpinteri