L’inquinamento non c’entra se la Terra è più luminosa…

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…o l’atmosfera più trasparente. Anche gli scienziati creano confusione

Sul numero di ieri di «Science» sono stati pubblicati tre articoli che riguardano il dibattito ormai in corso da tempo se il nostro pianeta nel suo complesso stia diventando più tenebroso e con atmosfera più opaca a causa dell’inquinamento atmosferico o, viceversa, più brillante a causa della maggiore trasparenza dell’aria. E su questa base si discute anche di clima e di cambiamenti climatici. La rivista «Science» li ha pubblicati, ma ha pubblicato anche un commento critico per sottolineare la confusione che si sta creando su questo argomento quando si mescolano problemi climatici, problemi di fisica e chimica dell’atmosfera e problemi di inquinamento atmosferico con risvolti sanitari.

Il dibattito, infatti, sembra scorrere e divampare su una serie di fraintendimenti perché le parole luminoso o trasparente non significano che il pianeta sia pulito e non inquinato: infatti i gas serra, a cominciare dall’anidride carbonica, responsabili del riscaldamento climatico sono trasparenti, ma non per questo rendono la terra pulita e brillante. Altrettanto dicasi per le parole «tenebroso» e «opaco», perché per esempio le nubi lo rendono tenebroso e la nebbia lo rende opaco, ma non per questo si può dire che il pianeta è sporco ed inquinato.
Il problema di fondo è quello di capire quanta energia solare il pianeta assorbe effettivamente e quanta energia solare viene riflessa o diffusa verso lo spazio senza essere assorbita. I tre articoli di «Science» riportano dati e valutazioni che sono affetti da incertezze significative ed in parte sono anche contraddittori: dunque in realtà non c’è alcun risultato utile e nessuna notizia scientifica. Ma solo in apparenza.
Infatti, anche la mancanza di risultati concreti è un ottimo risultato perché viene, in pratica, dimostrato, che il problema è molto più complicato di quanto poteva apparire e che c’è ancora molto lavoro da fare. Ed è questo il motivo principale perché questi articoli sono stati pubblicati. L’aver aggiunto considerazioni circa la «trasparenza» e la «luminosità», contrapposte ad altre considerazioni di precedenti articoli apparsi su «Science», crea però confusione (ed è questa la critica) ad un lettore poco attento o non esperto, cosa che si riflette anche nei comunicati stampa diramati ai giornali di tutto il mondo.

Intanto perché si fanno queste ricerche? Il problema di fondo è capire qual è l’andamento del clima globale, ma distinguendo chiaramente i due fattori che lo compongono e cioè: l’andamento «naturale» del clima se non vi fossero i fattori perturbativi dovuti alle attività umane, e l’andamento «innaturale» del clima causato dalle attività umane e che si sovrappone, fondendosi ed intrecciandosi con l’andamento naturale.
Per fare questo dobbiamo determinare esattamente qual è il bilancio globale di energia nel nostro pianeta. Infatti, il clima della Terra è il risultato dell’equilibrio energetico tra il flusso totale di energia entrante sul nostro pianeta, che è quasi totalmente l’energia solare, ed il flusso totale di energia uscente dal nostro pianeta, che è in parte radiazione solare riflessa dall’atmosfera, dal suolo e dalle nubi, ed in parte energia emessa o irraggiata dalla terra nel suo insieme.
Il problema di determinare le varie componenti di questo bilancio energetico non è di poco conto ed è molto complicato. Per esempio polveri, inquinanti atmosferici e altre particelle in sospensione nell’atmosfera hanno comportamenti opposti: alcune di queste particelle si comportano come gas serra e contribuiscono al riscaldamento globale, altre invece sono riflettenti e, invece, contribuiscono al raffreddamento.

Le nubi o i sistemi nuvolosi si possono comportare come «riscaldanti» o come «raffreddanti». Le nubi più consistenti e compatte (per esempio nembo strati, cumuli e cumuli nembi) agiscono come raffreddanti perché riflettono la radiazione solare verso lo spazio e ne impediscono l’arrivo al suolo. Altre nubi poco consistenti e compatte come gli strati, altostrati e cirri si comportano, invece, come i gas serra e sono «riscaldanti» perché permettono alla radiazione solare ad onda corta di giungere al suolo ma intrappolano la radiazione termica proveniente dal suolo. A tutto ciò bisogna aggiungere i fattori dinamici sia di tipo atmosferico ed oceanico (correnti aeree, correnti marine) sia terrestri (suolo ed uso del suolo, urbanizzazione, ecc.) che complicano e rendono complesso il problema.
In conclusione, il problema da risolvere è difficile e molto complicato: non appare opportuno banalizzare il tutto con parole come pianeta trasparente o opaco, pulito o sporco, anche se i problemi di inquinamento, intendendo per inquinanti quelli ad impatto sanitario, sono seri soprattutto nei grandi agglomerati urbani e metropolitani.

Giovanni Panza
(07 Maggio 2005)