L’Italia è riuscita quasi a raddoppiare la capacità degli impianti di ingrasso del tonno che è passata negli ultimi sei mesi da 5.800 a 10.900 tonnellate. Visto che la quota italiana della pesca al tonno dovrebbe essere di circa 4.700 tonnellate, i casi sono due: o abbiamo scoperto come moltiplicare i pesci, oppure facciamo affidamento sulla pesca illegale
Non sarà come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma l’Italia è riuscita quasi a raddoppiare la capacità degli impianti di ingrasso del tonno che è passata negli ultimi sei mesi da 5.800 a 10.900 tonnellate. Questi i dati presentati alla Commissione Internazionale per la gestione del tonno rosso (Iccat), l’organismo che dovrebbe tutelare questa specie ittica. Visto che la quota italiana della pesca al tonno dovrebbe essere di circa 4.700 tonnellate, i casi sono due: o abbiamo scoperto come moltiplicare i pesci, oppure facciamo affidamento sulla pesca illegale.
Nel corso della riunione della scorsa settimana in Giappone è stato affondato il pur misero «piano di recupero» negoziato a Dubrovnik (Croazia) lo scorso novembre. Nonostante il Comitato Scientifico dell’Iccat avesse chiesto di ridurre le catture da 32mila a 15mila tonnellate/anno (-53 per cento), il piano prevede solo riduzioni da 29.500 tonnellate/anno nel 2007 (-8 per cento) fino a 25.500 tonnellate/anno nel 2010 (-20 per cento). Ma se la riunione di Dubrovnik era avvenuta alla presenza di osservatori, come Greenpeace, a Tokio tutto si è svolto a porte chiuse. «La verità comincia a venire a galla: la vera quota sarà di 32.500 tonnellate. Il piano di recupero proposto dall’Ue è morto», afferma Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace.
Il Comitato Scientifico Iccat ha ammesso che le catture reali del tonno sono probabilmente intorno a 50mila tonnellate/anno, quindi su tre tonni pescati nel Mediterraneo, uno è frutto della pesca illegale che serve, in gran parte, ad alimentare il business dell’ingrasso. «È necessaria una moratoria alla costruzione di nuovi impianti d’ingrasso e per questo parteciperemo sabato ad un convegno a Maiori, sui progetti di ingrasso che, oltre che al futuro del tonno rosso, mettono a rischio anche la Costiera Amalfitana», conclude Giannì.
Greenpeace chiede anche una netta riduzione delle catture e la definizione di una rete di riserve marine per tutelare la popolazione del tonno nella delicata fase della riproduzione.
Il convegno sui progetti di ingrasso del tonno rosso si terrà sabato 10 febbraio alle ore 15,30 all’Auditorium l’Incontro di Maiori (Sa).
(Fonte Greenpeace)
(07 Febbraio 2007)