Alimenti – Analizzati 976 campioni nel 2008

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L’Agenzia eroga prestazioni analitiche per la valutazione dei parametri igienico sanitari, nutrizionali e sensoriali, dello stato di conservazione e di composizione, della presenza e della purezza di additivi, di coadiuvanti tecnologici e di aromi

Nel corso del 2008 sono stati recapitati ed analizzati presso le strutture laboratoristiche ARPAT n° 976 campioni ufficiali di alimenti e bevande, dei quali 28 sono risultati non regolamentari (2,9 %), confermando la stabilizzazione del numero totale di controlli avvenuta a partire dall’anno 2004(Figura 1).

Nell’ambito del controllo della presenza di residui di prodotti fitosanitari i campioni ufficiali analizzati nell’anno 2008 sono stati 871 e 3 gli irregolari (0,3%). Si registra comunque un lieve aumento dei campioni contenenti residui se pur al di sotto dei limiti massimi consentiti (28,5%)(Figura 2).

Una consistente parte dell’attività svolta dal Dipartimento di Livorno è erogata a favore degli Uffici di Sanità Marittima ed Aeroportuale (USMA) relativamente ai traffici commerciali di prodotti alimentari in entrata sul territorio Comunitario. Tale attività ha comportato nel corso del 2008, l’analisi di un totale di campioni pari a 457, così suddivisi: 49 chimica, 292 fitofarmaci, 103 micotossine, 13 vari (radioattività + contenitori).

Nel 2008, in seguito ai controlli effettuati presso il Porto di Livorno , si è registrato un totale di merce non introdotta sul mercato nazionale pari a circa 280.000 kg (più del 10% del totale presentato all’importazione).

Per eseguire al meglio il compito fin qui demandato relativamente al controllo ufficiale dei prodotti alimentari, l’Agenzia fin da subito ha proceduto ad una razionalizzazione delle risorse dedicando e specializzando in questa attività 4 delle 11 strutture della sua rete laboratoristica.

Arpat eroga prestazioni analitiche volte alla valutazione delle caratteristiche qualitative (parametri igienico sanitari, nutrizionali e sensoriali), dello stato di conservazione e di composizione, della presenza e della purezza di additivi, di coadiuvanti tecnologici e di aromi.

Gli alimenti, infatti, costituiscono uno dei più importanti mezzi attraverso cui l’organismo umano entra in contatto con l’ambiente esterno e possono veicolare sostanze estranee e agenti nocivi per l’equilibrio del corpo.

L’indispensabile presenza e l’importanza economica dei prodotti alimentari nella nostra vita evidenzia l’interesse che deve essere prestata al tema della sicurezza alimentare.

I laboratori provinciali

Attraverso i laboratori dei propri Dipartimenti provinciali di Arezzo, Firenze, Livorno e Lucca, con bacino di utenza interprovinciale, essa esegue analisi chimiche, microbiologiche e fisiche di alimenti e bevande.

Questi laboratori hanno ottenuto (il 14 maggio 1999) l’accreditamento Sinal, in conformità alla norma EN ISO/IEC 17025, per le prove sui prodotti alimentari, entro i termini stabiliti dai dispositivi Comunitari (Decreto legislativo 156/97 recepimento della direttiva 93/43/CE ed il più recente Regolamento CE 882/2004). Inoltre, a completamento dei requisiti necessari ad eseguire il controllo ufficiale dei prodotti alimentari, i 4 Dipartimenti hanno ottenuto dal febbraio 2002 il del riconoscimento da parte dell’Istituto superiore di sanità ORL(organismo di riconoscimento laboratori) per tutte le prove già accreditate.

In Arpat viene effettuata la ricerca di microinquinanti nelle matrici alimentari principalmente di origine vegetale, attraverso la ricerca di residui di fitofarmaci, di contaminazione da diossine, ovverosia Pcdd (policlorodibenzodiossine), Pcdf (policlorodibenzofurani) e Pcb (Policlorobifenili) nelle matrici alimentari prioritarie individuate di dispositivi Comunitari e di Ipa, nonché la valutazione dei contenuti di metalli pesanti e di micotossine. Infine continua ad essere assicurata l’ attività di determinazione di radioisotopi nei prodotti alimentari.

I risultati delle determinazioni, che consentono la caratterizzazione sia sotto il profilo della qualità che della genuinità, ha permesso un capillare controllo al fine di prevenire i rischi per la salute pubblica, proteggere gli interessi dei consumatori, tra cui quelli inerenti la corretta informazione, e assicurare la lealtà delle transazioni commerciali.

Programma controllo

Nell’ambito delle attività analitiche è stato attivato in Toscana fin dal 1993, un programma di controllo dei residui di sostanze attive di prodotti fitosanitari nei prodotti alimentari di origine vegetale, in relazione ai rispettivi limiti tollerati.

Tale programma è stato aggiornato già a partire dal corrente anno in relazione a quanto disposto dal recente Regolamento Ce 1212/2008 per un programma comunitario di controllo destinato a garantire il rispetto dei limiti massimi consentiti e valutare l’esposizione dei consumatori ai residui di antiparassitari nei prodotti alimentari di origine vegetale ed animale.

L’inizio dei controlli sugli alimenti

I laboratori pubblici hanno iniziato ad esercitare il controllo sugli alimenti e le bevande già fin dal 1893 quando una legge istituì i laboratori comunali di profilassi che poi divennero, prima nel 1923 laboratori provinciali, e poi Laboratori di igiene e profilassi (Lip), sotto il ministero della Sanità, al momento della sua costituzione con Legge del 1958, quindi nel 1980, in applicazione della legge n.833/1978 di riforma del Sistema sanitario, Presidi multinazionali di prevenzione (Pmp) o Servizi multizonali di prevenzione (Spm) in Toscana. Infine, a cominciare dal 1995, gli stessi laboratori sono confluiti nel sistema delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa).

L’Arpat è diventata operativa nel 1996

L’Arpat è diventata operativa, a tutti gli effetti, dal 1 gennaio 1996, ed ha continuato ad erogare, accanto ai compiti di controllo ambientale assegnati per legge, prestazioni analitiche di rilievo sanitario, soprattutto in merito al controllo ufficiale sugli alimenti, i cui campionamenti sono effettuati principalmente dai dipartimenti della Prevenzione delle Aziende Usl della Toscana, dai Nas dei Carabinieri, dagli Uffici periferici di Sanità e Veterinari di confine, marittimi e aeroportuale, dai Servizi repressione frodi e da altri organi di vigilanza, che si rivolgono ad Arpat per l’effettuazione delle analisi, di natura chimica, fisica e in parte anche microbiologica, dei campioni di alimenti di origine vegetale prelevati.

La particolarità del sistema di controllo ufficiale in campo alimentare toscano, le determinazioni analitiche sono svolte presso i dipartimenti provinciali Arpat, ad eccezione dei casi in cui le Aziende Usl provvedano autonomamente relativamente alle analisi microbiologiche.

Per quanto riguarda gli alimenti di origine animale, l’esecuzione delle analisi è affidata agli Istituti zooprofilattici, senza alcuna limitazione per le prove microbiologiche. (Figura 3)

Il Piano regionale di azione ambientale (Praa)

La regione Toscana, nell’ambito delle attività di integrazione tra ambiente e salute già declinate all’interno del Piano regionale di azione ambientale (Praa) 2007-2010 e successivamente nel Piano sanitario regionale (Psr) 2008-2010, ha promosso un percorso di integrazione e razionalizzazione delle attività di indagine e di approfondimento anche analitico e dell’uso delle risorse disponibili, nonché per lo sviluppo delle eccellenze laboratoristiche presenti in Arpat, nei Laboratori di sanità pubblica (Lps) dei dipartimenti delle Aziende Usl e nell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle regioni Lazio e Toscana (Izslt).

Con i successivi atti deliberativi della Giunta regionale (Dgrt 839/08, Dgrt 932/08, Dpgrt 47/09 e Ddgrt 839/09) il processo di realizzazione del Sistema integrato di laboratori ha preso consistenza attraverso l’approvazione dei criteri operativi e l’attività di una cabina di regia regionale e di gruppi di lavoro interaziendali di Area vasta.

In particolare per quanto riguarda i controlli sugli alimenti, il progetto prevede che rimangano ai laboratori dell’Izslt sia i controlli microbiologici che chimico-fisici degli alimenti di origine animale, mentre gli altri alimenti ed i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, saranno progressivamente, entro tempi definiti dalle Dgrt, trasferite da Arpat ai Lsp nella loro integrità.

Ulteriori valutazioni potranno essere condotte sulla base del recepimento di nuove normative quali il recente DM 27.02.08 che estende i campi di competenza degli Izs sugli alimenti di origine vegetali non trasformati.

Il mantenimento, fino a completamento del processo di razionalizzazione in atto, alle Agenzie regionali di protezione ambientale del controllo sui prodotti alimentari, sia pure limitato agli aspetti analitici, si è rilevata scelta coerente con quanto riportato nel «Libro bianco sulla sicurezza alimentare» della Commissione delle Comunità europee del 2000, che nel capitolo introduttivo afferma che la qualità dell’ambiente influisce sulla catena alimentare e quindi sulla sicurezza degli alimenti offerti ai consumatori.

Controlli particolari effettuati dall’Arpat

Esperienze particolari sono state condotte nel campo della ricerca di diossine e Pcb nei prodotti alimentari. Inoltre sono state infatti messe a punto metodiche analitiche di recente e crescente interesse per la determinazione di aflatossine e ocratossina in matrici vegetali, di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) in oli vegetali, sulla presenza di glutine nei prodotti destinati ai celiaci.

Vista l’importanza dell’olio extravergine vergine di oliva nella tradizione e nella economia regionale, è stato istituito un Comitato di assaggio per l’analisi sensoriale di questo prodotto. Il Comitato svolge indagini per il rilevamento della qualità dell’olio extra vergine di oliva secondo programmi pluriennali di controllo inseriti nel Piano Regionale di tutela degli alimenti, partecipa attivamente alla caratterizzazione e tipizzazione degli oli prodotti nella regione sia dal punto di vista dell’analisi sensoriale che di quella chimico-fisica.

Programmi di sorveglianza e controllo

Nel caso in cui sia rilevata una potenziale situazione di emergenza alimentare, viene applicata la delibera della giunta regionale n.1069 del 2004 che prevede (in analogia con quanto indicato dal Manuale Rasff, Rapid Alert System in Feed and Food):

La segnalazione di allerta: riguarda alimenti e mangimi a rischio per la salute già presenti sul mercato per cui è necessaria l’immediata adozione di misure cautelari. La segnalazione proviene da uno degli stati membri dell’Unione Europea, che ha già provveduto ad adottare proprie misure cautelari, e si propone di informare tempestivamente gli altri membri della rete affinché possano ritirare detti prodotti dai loro mercati.

La segnalazione per informazione: riguarda alimenti e mangimi per i quali è stato già identificato un rischio per la salute ma per i quali le autorità competenti non hanno da prendere misure cautelari in quanto il prodotto non ha raggiunto il loro mercato e quindi trattasi di segnalazione di prodotti «il cui rischio non presenta effetti immediati», come riportato nel capitolo definizioni del Manuale Rasff.

L’informazione: comprende tutte le comunicazioni legate alla sicurezza dei prodotti alimentari non comprese nei precedenti punti, ma considerate utili dalle autorità competenti, anche al fine di fornire informazioni di tipo epidemiologico e statistico.

Arpat fornisce collaborazione attiva alle sempre più frequenti richieste analitiche relative ad emergenze derivanti da allarmi a livello nazionale e comunitario o per programmi di sorveglianza e controllo estemporanei attivati dalla Regione e/o dal competente Ministero in seguito ad episodi di contaminazioni o frodi alimentari.

È utile sottolineare che tali richieste vanno ad incidere pesantemente sulla normale attività di espletamento del programma di controllo ufficiale obbligando i Laboratori a dirottare le proprie risorse umane e strumentali nello studio di fattibilità, sviluppo e messa a punto dei metodi analitici richiesti ed all’acquisto dei necessari materiali.

Negli ultimi anni intensa è stata la richiesta da parte degli organi centrali (Ministero, Regione, ecc.) di ricerche estemporanee e non programmate relativamente a problematiche alimentari; tra le principali ricordiamo le seguenti: determinazione di 3-Mcpd (monocloropropandiolo) nella salsa di soia, di Curarina nei prodotti dolciari, di Oxadixyl in prodotti alimentari e nel terreno, di radioattività nei funghi, di diossine e pentaclorofenolo nella gomma di guar e derivati, del benzene negli alimenti addizionati di acido benzoico, di controllo sulla etichettatura degli oli extravergine di oliva commercializzati per evidenziare la possibile presenza di altri oli vegetali come oli di semi di girasole, di nocciolo, di mais, ecc. o miscuglio di olio di semi, di procimidone in olio di oliva, di Fusarium tossine nel mais, micotossine su prodotti sia di importazione che in fase di trasformazione e commercializzazione.

A queste problematiche si vanno ad aggiungere quelle già affrontate negli anni precedenti e che in diverse proporzioni continuano ad essere attive, come la determinazione del contenuto di Ipa in campioni di olio di sansa di oliva (prosecuzione della sorveglianza relativa all’emergenza 2001,vedi (Figura 4) o il proseguimento dell’indagine sulla presenza dei coloranti Sudan I, II, III, IV in peperoncino e derivati, dell’Itx (Isopropyl Thioxantone) in prodotti alimentari confezionati in cartone poliaccoppiato e del Cadmio nel riso.

(Fonte Arpat)