Clima – Nessuna volontà di risolvere i nodi

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I due gruppi vanno avanti ognuno per la propria strada. Vince la regola del rinvio: nessuna volontà di quantificare impegni di riduzione, ma di lasciare tutto nel vago delle promesse effettuate

Non smette di meravigliare l’abilità dilatoria della politica internazionale che si sta esibendo in queste ore a Bonn durante il negoziato intersessionale per la messa a punto dei documenti da discutere a Cancun.

Come abbiamo riferito è fallito il tentativo di coordinare i lavori dei due gruppi: Awg-Lca, che negozia un futuro accordo mondiale sui cambiamenti climatici nell’ambito della Convenzione (Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention, Awg-Lca), ed il Gruppo Awg-Kpche discute gli ulteriori impegni nell’ambito del Protocollo di Kyoto (Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol).

Ieri, nel tentativo di definire un accordo sulla quantificazione degli impegni di riduzione al 2020 dei paesi industrializzati sulla base delle promesse di cui all’Allegato 1, usando una metodologia di standardizzazione dei dati di cui all’Allegato 2, in modo che la base di riferimento sia uguale per tutti (possibilmente 1990 o anche 2000, 2005, ecc.) e la riduzione delle emissioni sia espressa nella stessa unità di misura (tonnellate/anno, tonnellate/periodo, percentuale, ecc.).

Ebbene, mentre il gruppo Agw-Lca va stancamente avanti sulle questioni metodologiche e filosofiche, nel gruppo Agw-Kp, dopo molte chiacchiere (come si può desumere dallo stralcio di resoconto) si è, praticamente, deciso di non decidere, ma di prendersi una pausa di riflessione e di rimandare tutto ad un apposito seminario da tenere in agosto. Insomma, non sembra che ci sia, per ora, volontà di quantificare impegni di riduzione, ma di lasciare tutto nel vago delle promesse effettuate.

Intanto sono proseguiti alcuni tentativi di colpi di mano, come segnalato dal Can (Climate Action Network) da parte di Arabia Saudita (che si è guadagnato il premio n.1 di «Fossile del giorno»), di equiparare la tecnologia Ccs (Carbon Capture and Storage) con il Redd (riduzione della deforestazione) perché alla fine sortiscono gli stessi effetti (minore accumulo in atmosfera di gas serra).

L’equiparazione avrebbe consentito di utilizzare i finanziamenti dei paesi industrializzati destinati ai paesi più poveri per la lotta alla deforestazione (Redd), anche per finanziare i paesi produttori di combustibili fossili che utilizzano tecnologie Ccs per ridurre le loro emissioni. Ma non basta, l’Arabia Saudita, rispetto alla necessità di trasferimento del know how e della capacity building ai paesi poveri più vulnerabili, per individuare e definire gli impatti climatici ed i piani di adattamento ai cambiamenti climatici, ha suggerito che questo know how possa essere ottenuto dai paesi più poveri, con adeguate ricerche in internet, direttamente con Google! Come dire che il problema del trasferimento tecnologico e di acquisizione del know how di chi non ce l’ha, rappresenta solo un falso problema. (V. F.)