Limitato impatto di Fukushima sullo scenario nucleare

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I programmi continuano ma è richiesta una maggiore azione di governance internazionale in tema di sicurezza. 63 reattori sono attualmente in costruzione, tra cui 26 in Cina, 10 in Russia, 7 in India. Ripensamenti solo da Germania, Svizzera, Italia e Giappone

Un anno dopo l’incidente nucleare di Fukushima Daiichi, il World Energy Council (Wec) pubblicherà domani, uno studio che analizza l’impatto dell’incidente sui piani nazionali per l’energia nucleare in tutto il mondo.

Dal rapporto «World Energy Perspective: Nuclear Energy One Year After Fukushima» emerge che:

? Secondo i dati analizzati dal gruppo di studio, poco è cambiato, soprattutto nei paesi non-Ocse, riguardo l’utilizzo futuro dell’energia nucleare nei mix energetici;

? Poco è cambiato in materia di miglioramento della governance globale del settore nucleare, ribadendo la necessità d’azione;

? È di importanza critica la necessità d’informazione verso il pubblico sulle questioni riguardanti le tecnologie di generazione da nucleare, la sicurezza, i costi, i benefici e i rischi.

Pierre Gadonneix, Presidente del World Energy Council, dichiara:

«Dal rapporto emerge con chiarezza che l’energia nucleare giocherà un importante ruolo nel futuro mix energetico, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, a condizione che la sicurezza nucleare e la trasparenza siano continuamente rafforzate.

«Sono certo che per i nostri leader mondiali si presenti una reale opportunità per promuovere una soluzione consensuale su questo tema e dimostrare, di conseguenza, che un’effettiva governance internazionale, dove le economie emergenti partecipano nel modo più ampio possibile, può avere successo».

Il rapporto sottolinea che attualmente circa 50 paesi stanno utilizzando, sviluppando o considerando l’energia nucleare come parte del loro mix energetico. Circa la metà di questi paesi sono «nuovi entranti» nel settore nucleare. Più di 60 reattori nucleari sono in costruzione, principalmente in Cina, Russia, India e Sud Corea.

La crescita nell’utilizzo del nucleare è guidata essenzialmente da paesi non-Ocse, gli stessi paesi che stanno vivendo una sempre crescente domanda di energia. In questi paesi sono localizzati 39 dei 63 reattori nucleari attualmente in costruzione in tutto il mondo (tra cui 26 in Cina, 10 in Russia, 7 in India).

Ayed Al-Qahtani, Senior Project Manager del Wec, dichiara:

«L’incidente di Fukushima non ha portato ad alcun arretramento significativo nei programmi di energia nucleare, ad eccezione di Germania, Svizzera, Italia e Giappone. L’avanzamento di molti programmi nazionali di energia nucleare, in particolare nei paesi non Ocse, è stato rallentato, ma non vi è alcuna indicazione che il loro orientamento al nucleare sia diminuito a seguito di Fukushima».

Nei casi in cui i governi nazionali hanno modificato i loro piani per il nucleare, il rapporto sottolinea il ruolo che l’opinione pubblica ha avuto nell’influenzare tali decisioni.

Christoph Frei, Segretario Generale del World Energy Council, commenta:

«Fukushima ha accelerato una tendenza verso una maggiore “democratizzazione dell’energia”. Al centro di tale fenomeno vi è l’elemento della fiducia. L’opinione pubblica esige trasparenza e partecipazione alle decisioni sul futuro del mix energetico del proprio paese.

«Perciò, tutte le parti devono impegnarsi in un dialogo oggettivo riguardante il bilanciamento tra sicurezza degli approvvigionamenti, tutela ambientale e accesso all’energia, in grado di superare il “Trilemma energetico”».

Il rapporto è stato redatto da un gruppo di esperti energetici, operatori e regolatori provenienti da 13 paesi, presieduto da Alessandro Clerici, e include feedback provenienti dalla rete del Wec in oltre 90 paesi. Al suo interno si analizza l’impatto che Fukushima ha avuto sul settore.

Riassumendo il rapporto Clerici afferma:

«A parte casi limitati, in cui l’incidente di Fukushima ha portato i governi a un ripensamento, la maggior parte dei paesi, dopo l’impatto emotivo iniziale, sono ora impegnati in una valutazione razionale dei pro e dei contro del nucleare come opzione per la fornitura di energia alle loro popolazioni.

«Nel perseguimento di un’energia sostenibile, nessuna tecnologia deve essere demonizzata o idolatrata. Questo studio mostra che l’opzione nucleare nel mondo non è stata abbandonata. Tuttavia, i confini nazionali sono privi di significato in caso di gravi incidenti nucleari. Pertanto, la sicurezza, la regolamentazione e le lezioni apprese, devono chiaramente portare al miglioramento della sicurezza delle centrali nucleari esistenti e future».

(Fonte Wec Italia)