Biodiversità e clima, già si contano i danni

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Aperto il confronto sulla natura italiana con mondo economico, esperti e società civile. Quanto vale la diversità biologica, cosa rischia e quali politiche vanno attuate

Inaugurata oggi a Firenze la serie di workshop territoriali voluti dal ministero dell’Ambiente per condividere con gli attori istituzionali, sociali ed economici la bozza di Strategia nazionale per la biodiversità presentata il 13 aprile, raccogliendo osservazioni e proposte. L’obiettivo è impostare un confronto multidisciplinare, per integrare le esigenze della biodiversità con lo sviluppo delle politiche di settore in vista della prima Conferenza nazionale per la Biodiversità (20-22 maggio) e dell’adozione entro il 2010 di una Strategia nazionale per la tutela del patrimonio naturale italiano, come indicato dalla Convenzione internazionale sulla Diversità Biologica (Cbd).

Ha aperto l’incontro Laura Pettiti, della Direzione protezione della Natura e del Mare del ministero dell’Ambiente, che dopo i ringraziamenti alla Regione Toscana per il supporto nell’organizzazione del workshop, ha descritto il percorso che dalla Carta di Siracusa per la Biodiversità promossa al G8 Ambiente di Siracusa sta portando alla definizione della Strategia nazionale per la biodiversità, e ha sottolineato l’importanza dell’incontro come momento di confronto sulla Strategia con i vari soggetti istituzionali e portatori d’interesse, obiettivo specifico dei tre workshop.

Il workshop è stato anche l’occasione per la prima uscita pubblica del nuovo assessore all’Ambiente della Regione Toscana Anna Rita Bramerini, che ha sottolineato l’importanza di integrare la conservazione della biodiversità in tutti i settori delle politiche regionali.

A seguire gli interventi del mondo accademico sulle tre tematiche cardine della Strategia (servizi degli ecosistemi, cambiamenti climatici e politiche economiche).

Di «biodiversità e servizi degli ecosistemi» ha parlato Rossella Filigheddu, dell’Università degli Studi di Sassari, evidenziando i servizi che la natura è in grado di garantire, indispensabili alla vita, al benessere e all’economia dell’uomo, sia in termini di prodotti immediatamente quantificabili (come prodotti agricoli), sia in termini di «benefits» per il mantenimento dei sistemi sociali ed economici (dalla protezione dal rischio idrogeologico all’incremento del settore turistico). Se vorremo fruire anche in futuro di questi servizi, è indispensabile conservare e valorizzare le aree naturali con azioni specifiche anche su scala regionale e territoriale.

Lorenzo Ciccarese dell’Ispra ha poi mostrato come i cambiamenti climatici abbiano già colpito anche la biodiversità italiana, con inevitabili ripercussioni sui servizi ecosistemici. In agricoltura per esempio, uno dei settori più esposti, conseguenze evidenti come l’anticipo delle fioriture si ripercuotono sui tempi di raccolta e sulla qualità dei prodotti (alcuni vini, anche di pregio, stanno già subendo alterazioni). Per questo è fondamentale definire una strategia nazionale per l’adattamento agli impatti del clima in tutti i settori dell’economia, dall’agricoltura all’industria al turismo. E le misure richieste non sono necessariamente opere complesse come barriere contro l’innalzamento del mare o bacini idrici contro la siccità: spesso semplici interventi di restauro ambientale possono garantire il mantenimento degli equilibri naturali ed evitare gli impatti peggiori.

La biodiversità ha quindi un innegabile valore economico anche ai fini del benessere dell’uomo. Di contro, la perdita di biodiversità diventa inevitabilmente un costo. Come ha spiegato Davide Marino, dell’Università degli Studi del Molise, l’Italia deve avviare concrete politiche economiche per la biodiversità, a partire da una contabilità economica ambientale in aggiunta al Pil; da strumenti per valutare il grado di benessere in relazione alla perdita o alla conservazione di biodiversità; dalla valutazione di efficacia delle aree protette ma anche di strumenti come la Valutazione ambientale strategica (Vas) o la Valutazione di impatto ambientale (Via) che non sempre riescono a tutelare il patrimonio naturale; per arrivare a veri e propri incentivi economici per la valorizzazione della biodiversità. Alla base di tutto serve però una seria politica di conservazione del territorio, perché se il consumo del suolo continuerà a questo ritmo sarà difficile attuare qualsiasi altro intervento ambientale.

Sulla base di queste premesse, il confronto tra gli esponenti istituzionali, economici, categorie di settore, associazioni è servito a presentare contributi, osservazioni sulla bozza di Strategia nazionale ed esperienze concrete già realizzate. Hanno partecipato tra gli altri Federparchi, Coldiretti, Autorità di Bacino dell’Arno, Cgil, Federlegno, Lipu, Federpesca e Federcopesca, Arpat Toscana, Associazione Nazionale Comuni Italiani, Federturismo.

I workshop «Verso la conferenza nazionale per la Biodiversità: dalla carta di Siracusa alla Strategia Nazionale» sono organizzati dalla Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, con il supporto del Wwf Italia e del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università degli Studi di Roma «Sapienza».

Prossimi appuntamenti a Padova il 6 maggio e Napoli il 13 maggio, mentre l’11 maggio è previsto un incontro nel Parco Nazionale del Circeo, dedicato al contributo delle aree naturali protette per la definizione della Strategia e al loro ruolo per la sua futura attuazione. Iscrizioni e info su www.cnbitalia.org

(Fonte Wwf)