…e le sorprese non mancano neanche al sud. 12 milioni d’italiani differenziano oltre il 50% della spazzatura. Riciclo record in 1.488 Comuni. La Basilicata in difficoltà ma con due eccellenze: Montescaglioso e Montalbano Jonico
È stata presentata a Roma la 16a edizione dei «Comuni Ricicloni», l’annuale classifica di Legambiente che mette in fila i Comuni Ricicloni d’Italia.
È ancora il Nord a fare la parte del leone per la gestione dei rifiuti in Italia: Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, si piazza infatti al primo posto della classifica di Legambiente che ogni anno assegna gli Oscar del riciclo ai comuni che gestiscono al meglio i propri rifiuti. A livello regionale è il Veneto a svettare in cima alla classifica con una percentuale del 67% delle amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2%, dalla Lombardia con il 28,8% e dal Piemonte con il 23,9%.
Eppure le buone pratiche e le performance di successo si stanno diffondendo anche al Centro Sud. La Sardegna si conferma leader tra le regioni emergenti sulla raccolta differenziata per aver raggiunto a fine 2009 una percentuale regionale del 35% (nel 2002 era al 3%). In Campania sono 84 i comuni da cui prendere esempio in materia di differenziata, con Salerno in testa, e 7 comuni rappresentano la Sicilia. Spiccano poi le esperienze dei 37 comuni sardi, dei 9 comuni del Lazio, dei 4 calabresi, dei 2 della Basilicata e, per la prima volta nella storia di Comuni ricicloni, di uno della Puglia (Monteparano, provincia di Taranto).
La nuova frontiera dei comuni ricicloni non è rappresentata solo dalla raccolta differenziata ma anche dalla prevenzione, sono già 150 i comuni che hanno emesso un’ordinanza per vietare la distribuzione di sacchetti di plastica. A questi, si aggiungeranno prossimamente altre 250 località che hanno manifestato l’intenzione di metterli al bando. Legambiente ha inoltre deciso di lanciare una campagna per dire Stop ai sacchetti di plastica, nel timore che il governo decida di prorogare ancora il permesso alla commercializzazione: in tutte le prossime iniziative, da Goletta verde a Puliamo il Mondo, lanciamo un impegno volontario all’abbandono del sacchetto di plastica che puzza di petrolio, di spreco, di balene spiaggiate e di «trash vortex» nell’Oceano Pacifico.
Comuni ricicloni 2010 racconta un’Italia in movimento nonostante le difficoltà. Sono 12 milioni infatti gli italiani coinvolti nelle pratiche di raccolta differenziata nei ben 1.488 che quest’anno rientrano nella classifica virtuosa di Comuni Ricicloni 2010.
Attivando servizi di raccolta differenziata, i comuni premiati hanno evitato l’emissione in atmosfera di 2,3 milioni di tonnellate di CO2, pari al 5% dell’obiettivo del protocollo di Kyoto per l’Italia. A questo risultato bisogna aggiungere anche il fatto che quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti sono state sottratte alla discarica.
Per diventare Comune Riciclone nel 2009, bisognava aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata. Ai comuni sotto i 10.000 abitanti delle regioni del Nord Italia la giuria ha invece imposto il superamento della soglia del 55%. Vincitore assoluto dell’edizione 2010 è il comune di Ponte nelle Alpi (BL), 8.499 abitanti, che, oltre ad aver conseguito il 77,8% di raccolta differenziata, ha l’indice di buona gestione più alto in Italia: 87,28**. Spicca poi il risultato di Salerno, miglior capoluogo riciclone del Centro Sud, per aver raggiunto il 60,3% di raccolta differenziata.
La Basilicata, che comunque non fa eccezione rispetto al quadro di riferimento di un Sud Italia estremamente in difficoltà, può vantare due eccellenze, due Comuni Ricicloni: Montescaglioso che con il suo 65,3% è il secondo classificato tra i comuni dell’area sud con più di 10.000 abitanti e Montalbano Jonico, ottimamente piazzato nella classifica relativa ai Comuni sotto i 10.000 abitanti nell’area Sud del Paese con il ragguardevole dato del 59,1%.
I due Comuni del materano raggiungono buoni risultati grazie all’impegno ed al lavoro dei loro amministratori ed all’impegno corale delle loro comunità, a dimostrazione che è possibile ottenere buoni risultati anche in Basilicata se si crede e si punta con decisione a realizzare un serio sistema di gestione dei rifiuti.
Queste due eccellenze locali però non possono farci dimenticare però che mentre mezza Italia punta con decisione sulle raccolte differenziate, in Basilicata non si riesce ad uscire da una situazione di stallo ancora concentrati sul problema dello «smaltimento».
Si vedono però nuovi segnali incoraggianti, primo fra tutti il rinnovato dinamismo della Provincia di Potenza che, anche durante l’iniziativa organizzata nei giorni scorsi a Potenza, ha ribadito con chiarezza che lavorerà per contribuire a creare un sistema di gestione dei rifiuti che vede al centro la raccolta differenziata, il potenziamento dell’impiantistica a sostegno, in particolare con la realizzazione dell’impianto di compostaggio per il trattamento della frazione organica.
Un secondo segnale di speranza è arrivato nel mese di Maggio dal Comune di Potenza che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Conai per implementare in città un sistema di raccolta differenziata «porta a porta», un sistema di raccolta differenziata spinto, che supera il vecchio sistema dei cassoni stradali del tal quale, e che potrà consentire di raggiungere le percentuali da Comune Riciclone.
Per cambiare stagione è però necessario che le politiche siano chiare e coerenti e che non si inseguano, come nel passato, miracolistiche soluzioni ingegneristiche che non risolvono il problema e che aggravano, appesantendoli, i costi di gestione del sistema.
Le tantissime esperienze che Legambiente ha premiato in Italia anche quest’anno ci dimostrano invece come, anche dal punto di vista dei costi, la raccolta differenziata conviene, le gestioni integrate permettono infatti una ottimizzazione dei costi e delle rese dei circuiti di raccolta differenziata e di quelli della frazione non differenziata. È comunque assolutamente evidente, anche da queste esperienze, che la raccolta differenziata deve essere finalizzata al recupero di materia, pena la scarsa efficacia in termini di risultati: basse percentuali di intercettazione delle frazioni, bassa qualità del materiale raccolto e quindi bassi ricavi dalla vendita del materiale.
Molti Comuni anche in Basilicata si sono avviati su questa strada o si vorrebbero avviare al «porta a porta» e spingere al massimo le raccolte differenziate ed è anche per questo che è necessario sostenerli con la realizzazione degli impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida.
Il sistema Basilicata oggi non è, in termini di organizzazione e di risultati, in grado di dare le risposte che ci aspettiamo, fermi al piccolo risultato del 9% di raccolta differenziata, dove più del 10% dei rifiuti viene incenerito e dove tutto il resto continua a finire in discarica, direttamente o dopo qualche trattamento meccanico o di bio-stabilizzazione.
Anche per la Basilicata la risposta migliore alle difficoltà di gestione del ciclo dei rifiuti è affidata all’organizzazione di un sistema che preveda la separazione domestica dei rifiuti.Non possiamo permetterci due tempi, due tentativi. Ecco perché è insensato pensare che oggi si debba ricorrere alla discarica e all’incenerimento massivo e solo domani al riciclaggio, alla differenziazione dei flussi nelle case e negli uffici, alla riduzione all’origine, a cambiare comportamenti e stili di vita.
Si potrà cambiare rotta solo passando rapidamente da un sistema che oggi si preoccupa dello smaltimento e del suo costo, ad un sistema di raccolte differenziate spinte che, unitamente alla realizzazione dei necessari impianti di compostaggio, garantirebbe in tempi rapidi la diminuzione delle quantità di rifiuti da smaltire, quindi il ricorso alla discarica, e renderebbe inutile il ricorso all’incenerimento.
(Fonte Legambiente)