Bonificate 41 discariche in 36 mesi

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Presentata la V Relazione semestrale sulle bonifiche delle discariche abusive di cui alla causa europea 190/2013. L’Italia risparmia 34 milioni di euro dall’inizio della sanzione nel 2014, l’infrazione semestrale diminuisce da 42.000.000,00 agli attuali 8.600.000,00

Salvamare, primo passo alla Camera contro la plastica

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Il Wwf segnala che il prossimo passo è il corretto recepimento della direttiva europea sulla plastica monouso. Servono alcuni correttivi da fare al Senato

Ostuni, nuovo turismo e vecchi strumenti

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Non è possibile che strumenti urbanistici pensati ed approvati in tempi in cui lo sguardo era rivolto al dissennato consumo di suolo ed al cemento salvifico, possano continuare a determinare situazioni che si scontrano con l’attualità di altre norme e scelte sovraordinate. Perché il territorio è sì gestito dai Comuni ma i beni ambientali e paesaggistici sono di tutti e non è onesto lasciare che chi vuole fare investimenti in Puglia venga di fatto raggirato

Nelle azione per il clima flop dell’Europa

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Stando a una nuova relazione della Corte dei conti europea, l’azione dell’Ue per sostenere progetti di cattura e stoccaggio del carbonio e le fonti di energia rinnovabili innovative non ha avuto esito positivo. Fra il 2008 e il 2017, sono stati stabiliti valori-obiettivo ambiziosi, ma, a detta della Corte, il sostegno fornito dall’Ue a progetti di dimostrazione ha raggiunto traguardi modesti in termini di progetti realizzati e di risultati. Per raggiungere i propri obiettivi, è necessario che l’Ue adatti il nuovo fondo per l’innovazione

Biocarburanti, si punta a ridurre l’impatto della produzione sul clima

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Sarà limitata al 5% la quota di biocarburanti derivati da alimenti utilizzabile ai fini del conseguimento dell’obiettivo del 10% di energie rinnovabili fissato dalla direttiva sulle energie rinnovabili

L’Ue ambigua, più aiuti al carbone

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Secondo Greenpeace l’iniziativa potrebbe far fallire il passaggio alla rinnovabili per salvare il carbone. La Commissione ha anche proposto di far decadere una norma esistente che prevede che venga immessa in rete l’energia da fonti rinnovabili prima di quella da inquinanti centrali a carbone o nucleari

Paesaggio in primo piano, nessuna scorciatoia

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Il Consiglio regionale dell’Abruzzo aveva approvato norme che volevano saltare passaggi procedimentali previsti per legge per «sburocratizzare» l’attività. Ma il governo ha impugnato la norma sostenendo che «l’esclusione di assoggettabilità a Via non può escludere l’acquisizione di qualsivoglia autorizzazione o parere, inclusi quelli obbligatori in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio

Protetto solo l’1,67% del Mediterraneo

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E appena lo 0,03% è integralmente protetto. Il Wwf chiede di rendere efficace la gestione delle Aree Marine Protette e rilanciare il Santuario dei Cetacei

Paesaggio e Fer, prevale la decisione comunale

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Il Comune di Volturino, sui Monti Dauni in provincia di Foggia, dice no ad un’azienda di Bolzano produttrice di energia da fonte eolica che in quel territorio aveva proposto l’installazione di 10 aerogeneratori per una potenza complessiva di 48 MW. Il Comune dauno è uno dei pochi in Puglia ad avere un Piano urbanistico di ultima generazione

Offshore – Più controlli europei

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L’Ue ha deciso di aderire al protocollo contro l’inquinamento marino. Riguarda in particolare i rischi delle piattaforme petrolifere della convenzione di Barcellona, relativo alla protezione del Mar Mediterraneo derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo marino e del suo sottosuolo

10. Transizione o transazione? E il grillaio?

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L’impatto che gli interventi di ristrutturazione edilizia (comprese demolizione e ricostruzione degli edifici) hanno sulle colonie è notevole nonostante ancora oggi non esista un monitoraggio degli effetti che queste operazioni edilizie hanno sui grillai. Nel 2005 la Regione Puglia tentò di governare il fenomeno adottando il regolamento n. 24…

Sostenibilità in ascesa, si accende l’interesse degli investitori istituzionali italiani

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(Adnkronos) – L’attenzione verso la sostenibilità da parte di enti previdenziali, fondazioni di origine bancaria e del comparto assicurativo è in costante crescita. Lo conferma la sesta indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e Febaf (Federazione Banche Assicurazioni e Finanza), intitolata ‘Esg e Sri: Le Politiche di Investimento Sostenibile degli Investitori Istituzionali Italiani’. Gli Esg (Environmental, Social and Governance) e il Sri (Socially Responsible Investment) rappresentano i pilastri fondamentali nell’ambito degli investimenti sostenibili.

Gli Esg si concentrano sulla valutazione dei fattori ambientali, sociali e di governance di un’azienda o di un’entità, valutando il suo impatto sull’ambiente, sulla società e sulle pratiche di gestione aziendale. D’altra parte, il Sri si riferisce a strategie di investimento che tengono conto dei valori sociali ed etici, oltre a considerazioni finanziarie.  Insieme, questi principi guidano gli investitori istituzionali nel prendere decisioni di investimento più consapevoli, mirando a ottenere rendimenti finanziari sostenibili e ad impattare positivamente sulle comunità e sull’ambiente. Integrare tali criteri nelle politiche di investimento non solo promuove la sostenibilità a lungo termine, ma può anche generare rendimenti finanziari più stabili e mitigare i rischi nel portafoglio degli investitori.

L’adozione di politiche di investimento sostenibile è diventata una tendenza sempre più diffusa tra gli enti previdenziali, le fondazioni di origine bancaria e le compagnie assicurative in Italia. Dei partecipanti alla survey, il 53% ha dichiarato di aver già implementato tali politiche. È interessante notare che anche tra coloro che ancora non hanno adottato formalmente la finanza Sri, il 75% ha discusso questo argomento in vista di possibili sviluppi futuri. Nel 2024, hanno partecipato alla survey 128 enti, rispetto ai 123 dell’anno precedente, confermando un crescente interesse verso la sostenibilità nel settore finanziario italiano. Dopo una leggera battuta d’arresto registrata l’anno scorso, si registra un aumento sia in valore assoluto sia in valore percentuale del numero di investitori istituzionali che adottano politiche di investimento sostenibile.

Questo è un segnale incoraggiante, evidenziato anche dalla crescente percentuale di enti virtuosi rispetto al campione intervistato. Tuttavia, rimangono delle sfide da affrontare, come la percentuale di enti che, pur discutendo di sostenibilità in consiglio di amministrazione, decidono di non approcciare la finanza Sri. Un altro dato degno di nota è l’incremento nell’applicazione delle politiche Esg, con il 44% degli enti che preferisce investire una quota compresa tra il 75% e il 100% del proprio patrimonio secondo questi criteri. Tuttavia, si osserva un aumento a discapito delle classi intermedie di investitori ‘sostenibili e responsabili’, il che suggerisce la necessità di un equilibrio nell’allocazione dei fondi secondo i principi Esg. Le tendenze e le motivazioni che guidano verso la finanza SRI riflettono una combinazione di obiettivi etici e pragmatici. La volontà di contribuire allo sviluppo sostenibile emerge come il principale motore di questa scelta, con l’82% dei rispondenti che cita questo obiettivo come la loro motivazione primaria.

Tuttavia, non vanno trascurati anche motivi di natura più tecnica, come la mitigazione dei rischi nel portafoglio, citata dal 67% dei partecipanti. Al terzo posto, ma comunque rilevante, troviamo il miglioramento della reputazione dell’ente, con il 49% delle preferenze. Questo dato rappresenta il valore più alto registrato in tutti gli anni di indagine condotti finora. Altri motivi includono la ricerca di migliori rendimenti finanziari (20%) e la pressione del regolatore (18%). Tuttavia, nonostante l’interesse e le motivazioni, ci sono delle sfide da affrontare. La difficile misurabilità degli impatti e delle performance è citata dal 62% degli intervistati come la principale barriera all’implementazione di una politica di investimento sostenibile.

Anche la mancanza di una definizione univoca di sostenibilità (53%) e la percezione di una normativa di settore poco chiara e confusionaria (48%) contribuiscono a complicare il panorama. Inoltre, nonostante gli sforzi, solo un esiguo 8% dei rispondenti rileva benefici effettivi in termini di rendimenti finanziari dalle proprie politiche di investimento sostenibile. Al contrario, il 63% sperimenta una mitigazione del rischio complessivo nel portafoglio. Questi risultati suggeriscono che, sebbene vi sia una crescente sensibilità verso la finanza SRI nel mercato istituzionale, vi è ancora un divario significativo tra le aspettative teoriche e gli impatti pratici. Tale divario potrebbe essere influenzato da fattori esterni, come l’instabilità dei mercati finanziari e l’incertezza normativa. L’indagine fornisce un’analisi dettagliata sulle strategie e le modalità con cui vengono implementate le politiche di investimento sostenibile, evidenziando le preferenze e le sfide che gli investitori affrontano in questo ambito.

Le esclusioni continuano a detenere la posizione di leadership come strategia più utilizzata per il sesto anno consecutivo, con il 66% dei partecipanti che le adotta. Seguono gli investimenti tematici (34%) e il best in class (32%), che hanno scalzato dal podio le convenzioni internazionali (31%) e l’impact investing (29%). Tuttavia, l’engagement rimane ancora in coda alle preferenze, sebbene cresca dal 24% al 28% in questa edizione. Questo potrebbe suggerire che alcuni investitori ritengono questa strategia più complessa da attuare. Le esclusioni si concentrano principalmente su prodotti legati al mercato delle armi (89%), seguite da pornografia (59%) e gioco d’azzardo (56%). La parità di genere, sebbene ancora bassa, registra un aumento dal 8% al 11% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le convenzioni internazionali, Unpri rimane al primo posto (64%), seguito dal Global Compact dell’ONU (56%). Per quanto riguarda il best in class, l’attenzione verso la tutela dell’ambiente prevale, con una forte enfasi sulla riduzione delle emissioni (69%). È interessante notare che, nonostante l’ambiente sia il fattore dominante, la componente sociale e la governance hanno anche un peso significativo, rispettivamente al 31,4% e al 30,7% delle preferenze.

Gli investimenti tematici riflettono questa tendenza, con una predilezione per i temi ambientali ma con investimenti significativi anche in settori come la Silver Economy e le Residenze Sanitarie Assistite (RSA). Per quanto riguarda le tendenze future, il 66% degli investitori afferma di voler aumentare la propria esposizione agli strumenti sostenibili. Le esclusioni rimangono la strategia più allettante, seguite da best in class e investimenti tematici. Settori come le energie rinnovabili, la salute e le infrastrutture sanitarie attraggono particolare interesse per il loro potenziale di crescita sostenibile. Tuttavia, la diversificazione rimane importante, con molte menzioni di settori come le scienze della vita e l’agroalimentare tra le preferenze degli investitori. Le prospettive della finanza sostenibile sono influenzate in gran parte dalla normativa di settore, che assume un ruolo sempre più rilevante nell’ambito degli investimenti responsabili.

La survey dedica quindi una serie di domande specifiche al regolamento Sfdr e ai nuovi modelli Rts che i gestori/collocatori di fondi dovranno adottare nelle comunicazioni. Attualmente, la maggior parte dei partecipanti (67%) valuta gli effetti di Sfdr come limitati, ma riconosce il potenziale per aumentare l’interesse verso l’acquisto diretto di fondi Esg. Tuttavia, molti enti sono ancora in fase di studio e analisi del quadro legislativo, il che si riflette nel numero di fondi che non rispondono né all’articolo 8 né all’articolo 9. C’è una crescente consapevolezza della complessità delle nuove procedure e normative, con oltre il 60% dei partecipanti che dichiara di non avere conoscenze sufficienti sugli Rts. Questo porta molti enti a manifestare l’intenzione di avviare percorsi di formazione interna, sebbene solo una minoranza disponga attualmente di figure o team dedicati agli investimenti Esg. La collaborazione con advisor finanziari specializzati sugli aspetti di sostenibilità è sempre più diffusa, con il 42% dei partecipanti che si avvale di un advisor Esg. Tra i gestori/collocatori di fondi, alcune società emergono come particolarmente attente alle tematiche Esg, evidenziando un’attenzione crescente verso la sostenibilità anche nel panorama nazionale e internazionale.

Nonostante le recenti performance degli investimenti sostenibili possano non essere particolarmente brillanti a causa di un contesto congiunturale sfavorevole, l’economia italiana sta sempre più puntando verso la sostenibilità. Ciò riflette non solo una maggiore sensibilità dei singoli cittadini, soprattutto dei più giovani, ma anche una consapevolezza crescente nell’ambito degli investimenti istituzionali. La sostenibilità non è più una moda, ma una componente essenziale degli investimenti, in linea con la sensibilità crescente dei cittadini. Nonostante le attuali performance non brillanti, la finanza sostenibile è destinata a consolidarsi come modello predominante nelle allocazioni future. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

E la Svezia importa rifiuti

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Nel Paese scandinavo il problema è rappresentato dalle enormi percentuali di riciclaggio dei rifiuti, ben il 36%, mentre solo il 45% di essi viene bruciato. Di conseguenza i nuovi inceneritori di ultima generazione non riescono a lavorare a regime, con un enorme dispendio di denaro

Puglia, la tutela delle coste parte zoppa…

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Negli «Indirizzi operativi per l’Azione di Contrasto all’Erosione Costiera regionale» non c’è traccia di studi precedenti dell’Università, più di un punto lascia perplessi e manca una visione interdisciplinare come denuncia una lettera del Presidente Ordine dei Geologi della Puglia, dott. Geol. Salvatore Valletta, del Presidente nazionale Sigea, dott. Geol. Antonello Fiore e del presidente nazionale AIGeo, Prof. Gilberto Pambianchi

L’accordo pro petrolieri che toglie risorse ora preziose

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Sanità sguarnita ed alternative in affanno

«Capacity market» è come un Robin Hood alla rovescia approvato dai governi da Monti in poi che ha sottratto risorse ora utili alla lotta contro il Coronavirus per regalarli ai petrolieri e facendo pagare ai consumatori le operazioni sbagliate quando erano già chiare le tendenze del mercato energetico

Con il Tuff via libera alla distruzione dei boschi

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Il 7 ottobre scorso il ministro per le Politiche Agricole e Forestali, Teresa Bellanova, in piena seconda ondata della pandemia, adotta il decreto con l’intesa delle Regioni sancita il 10 settembre scorso. Pare, quindi, che la necessità primaria sia quella di consentire trasformazioni dei boschi senza impegno di compensazioni da parte di chi le attua e non certo quella di responsabilizzare i «trasformatori»

Il mondo nel 2050, ecco cosa fare

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L’ente di certificazione internazionale ha tracciato il profilo del mondo che ci aspetta e delineato uno scenario alternativo nello studio «A safe and sustainable future». Ma invertire la rotta è ancora possibile

Effect of the US withdrawal from the Paris Agreement

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Trump has not stopped the fast decline of coal-fired power and the rise of renewables. Indeed, despite the weakening of the Clean Power Plan, the US power sector looks set to overachieve the CPP’s emissions reduction goals

Ecco come è cambiata la Costituzione

Tempo di lettura: 6 minuti L’inserimento della materia ambientale tanto nella legislazione esclusiva statale, quanto nella legislazione concorrente tra Stato e Regioni, pur in un peculiare trittico con quelle relative all’ecosistema ed ai beni ambientali, […]

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Nuove regole per i consigli dei Parchi nazionali

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L’obiettivo principale pare essere quello del risparmio, ma facendo i calcoli si deduce che si tratta di un modesto risparmio a scapito del sapere. Comunque, dopo aver bloccato dieci direttivi presto si potrà procedere alla loro nomina, ristabilendo così un equilibrio nel principale organo di governo dei parchi e con esso una più efficace gestione