L’avvilente «lasciar fare le cose»

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In nome dell’«avvenga ciò che avviene», («obiettivo» coerente ed atteso dall’impegno verso il «fare ciò che si può fare» finalizzato solo alla «massimizzazione» dei profitti) la globalizzazione, attuata in nome del mercato dei consumi ha, di fatto, disattivato i momenti relazionali umani estraniando gli eventi e i loro significati dalle relazioni con il nostro «vissuto», neutralizzando ogni consapevole dissenso, verso scelte rese indistinte, e sottraendo, alle nostre volontà e responsabilità, la valutazione del «senso delle cose».
In uno scenario di «fatti», proposti e fatti immaginare come neutrali, avvengono, così, fenomeni non percepiti criticamente e accettati solo col «senso comune» dell’avvilente «lasciar fare le cose», che segna il degradare di un divenire nel quale la creatività umana, sostanza e segno della diversità ed unicità di ciascun individuo umano, è sempre più assente.
Qualcuno può, subdolamente, tentare di giustificare queste perverse situazioni, di contraddizioni e arbitrarietà, come effetto della «complessità». Ma si tratterebbe di una complessità sui generis, che non promuove la valorizzazione del tessuto sociale umano e che opera con stili di vita non virtuosi: più propriamente dovremmo, allora, parlare di una «complicazione» dispersiva e infertile, in quanto l’aumento di entropia, associata alla produzione e consumo di beni e servizi «complicati», comporta non solo ulteriore e ingiustificato spreco di risorse, ma anche l’impercorribilità di quei processi sinergici che generano risparmi e migliori qualità dei processi vitali.

Sicari bruciano una comunità guarani

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La comunità è circondata da piantagioni di soia. I pesticidi che vengono spruzzati intensivamente sui raccolti inquinano i ruscelli che gli Indiani utilizzano come fonte di acqua potabile

La festa nelle Oasi Wwf

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Martedì 2 febbraio si festeggia in tutto il mondo la World wetlands day, la Giornata dedicata alle zone umide di importanza internazionale. Questi ambienti sono in grado di garantire beni e servizi ecosistemici essenziali, dall’acqua pulita alla protezione dalle inondazioni, e rafforzare così la resilienza ai cambiamenti climatici. Laghi, lagune, stagni e paludi garantiscono anche rifugio e cibo a tantissime specie, dai fenicotteri alle anatre ai limicoli e la presenza di questi offre ai visitatori delle zone più protette veri e propri spettacoli di natura.

L’appuntamento arriva anche in coincidenza con la chiusura della caccia, prevista da calendario per domenica 31 gennaio: la prossima domenica sarà dunque un’ottima occasione per inaugurare una stagione di osservazioni tranquille di anatre, folaghe, aironi, i piccoli limicoli e molte altre specie che affollano durante l’inverno le zone umide e vivere un’esperienza di conoscenza e divertimento a contatto con la natura.

In Italia il Wwf tutela molte aree umide che rappresentano buona parte delle oltre 100 Oasi dell’Associazione.
Già da domenica 31 gennaio in alcune di esse sono previste visite guidate speciali. Eccone alcune:

A nord, nell’Oasi Valle Averto (Veneto) visite guidate domenica pomeriggio dalle 14,30.
A pochi chilometri da Roma, nell’Oasi di Alviano (provincia di Terni), appuntamento la mattina alle 10,00 per attraversare il sentiero natura e visitare la Mostra fotografica sulle specie presenti nell’area protetta.
In Toscana, nelle storiche Oasi di Burano e Orbetello (Provincia di Grosseto) apertura straordinaria anche martedì 2 febbraio mentre domenica 31 Burano offrirà una visita guidata dal mattino con laboratori naturalistici all’aperto.
In Campania, nell’Oasi di Persano (Salerno), uno dei rifugi della rarissima lontra di fiume, si parte domenica alle 10. Quest’anno l’Oasi è stata scelta da una specie particolarmente rara, il falco pescatore, reintrodotto in un’area protetta toscana e che ha deciso di trascorrere l’inverno lungo le sponde protette del fiume Sele. Si potrà assistere anche alle operazioni di inanellamento degli uccelli, attività di ricerca che viene svolta quasi in tutte le aree del Wwf.
In Puglia ritrovo a Le Cesine sempre domenica alle ore 12,30 (vicino a Lecce) per una visita guidata.
Martedì 2 febbraio invece, è prevista una speciale Cerimonia nell’ambito di «Ecology 150 Anniversary», ovvero, l’anniversario della formalizzazione del concetto di ecologia, nato nel 1866 grazie ad Ernst Haeckel, biologo, naturalista, filosofo, scrittore, professore e artista tedesco.
Appuntamento dunque il 2 febbraio per la conferenza inaugurale (ore 11) a Lecce (Sala della Grottesca, Rettorato, Università del Salento). Alle 12,30 visita guidata presso la Riserva naturale delle Cesine. Le attività pertinenti la celebrazione Ecology 150 sono portate avanti insieme a numerose organizzazioni scientifiche e non, dall’Accademia Nazionale delle Scienze, alla Rete di ricerca lungo termine Lter, Wwf Oasi, LifeWatch Italia e molte altre; esse assumeranno format diversi, da classiche conferenze e seminari, ad attività di citizen science e per le scuole.

E se i medici prescrivessero di adottare un animale?

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Gli animali, la loro compagnia, la condivisione di una parte della nostra esistenza non curano le malattie, certo. O almeno non le curano tutte. Ma sarebbero una spinta notevole a tornare a darci una visione diversa e migliore del nostro rapporto possibile con gli altri abitanti della terra, tornando a proporre una visione più ampia della nostra esperienza di umani

Canada’s INDC: ranked «inadequate», likely to overshoot both 2020 and 2030 targets

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Canada’s new INDC ranks as «inadequate» under the Climate Action Tracker’s methodology. «In rating Canada “inadequate,” our lowest rating, we note that other governments will have to take a lot more action to make up for the hole left by Canada’s lack of ambition – if warming is to be held to 2˚C», said Niklas Höhne of NewClimate Institute

Si soffrirà fino a martedì

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Per il prossimo week end prevarrà il variabile quasi ovunque, tuttavia sulle regioni centro tirreniche i cieli potrebbero essere a tratti coperti con qualche breve pioggia. Tutto sommato però sarà un week end finalmente tranquillo

Sviluppo sostenibile – Per nuovi stili di vita puntare sull’educazione scolastica

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Le attività dell’Unesco. In tutta Italia si respira la necessità e la voglia del cambiamento epocale e della rivoluzione culturale: sono state organizzate oltre 250 iniziative nell’arco della settimana – Il calendario degli eventi

La Niña imperverserà fino a marzo

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Questo fenomeno è stato nel 2010 il responsabile dell’intensificazione del monsone indiano, che ha portato i suoi effetti catastrofici alluvionali soprattutto in Pakistan, ma è stato anche il principale artefice delle disastrose alluvioni sull’Australia centro settentrionale degli inizi di quest’anno

La felicità da cercare

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A quale felicità si può, allora, fare riferimento in un mondo nel quale le scelte sono decise dalla quantità di risorse che si possono sprecare (che finiscono con l’imprigionare la libertà umana nei meccanismi dei consumi) o dalla massa critica di consumatori necessaria per dare successo ai mercati e ai profitti; o dai numeri con i quali si formulano pronostici sul futuro (per esempio, quelli propiziatori, ma sempre più inverosimili, che prevedono sviluppi economici, benessere, aumento della ricchezza e del possesso delle cose)?

A quale felicità si può, ancora, fare riferimento in un mondo nel quale le scelte sono decise da cinici calcoli di impatto degli interventi progettati per trasformare la nostra realtà sociale e materiale (per esempio, sperimentazioni di nuovi ordini socio-economici, cambiamenti veicolati da eventi drammatici come guerre, disastri ambientali, e tutti preordinati o sfruttati, imposti e subiti, ma anche accettati, in nome della massimizzazione del dominio dell’uomo sulla natura e tutti portati deliberatamente fino ad esisti estremi per le «convenienze» patologiche di un insaziabile potere)?
In queste condizioni di sottomissione, l’uomo non ha una felicità a disposizione, anzi può trovarsi nella condizione di non riuscire neanche ad immaginarla. Forse c’è da rilevare (senza nessuna intenzione di esprimere giudizi finali o di cadere in ipocriti moralismi) che l’uomo dei nostri giorni, accettando questo stato di sottomissione, non sembra possa, poi, aspirare alla felicità e tanto meno che ne possa vantare un diritto concreto basato solo su qualche buon principio (tanto chiaro nel suo enunciato, quanto equivoco, poi, nelle sue applicazioni).
In questo mondo liquido (dove ogni fenomeno vanta una propria identità e legittimità non come risultato di una relazione o di una riflessione, ma per la rilevanza assunta nell’adeguarsi alle forme delle opportunità nelle quali è finito) c’è, addirittura, un ampio e crescente spazio per chi immagina una realtà artificiosa formata da consumatori liberati dalla presenza fastidiosa di quei propri simili che vorrebbero porre limiti all’istintiva loro propensione a produrre e consumare. A voler bene intendere, si tratta di deviazioni, da scelte razionali e di senso, che sembrano così messe a disposizione di una gara globale a costruire una tecno-aristocrazia della quale faranno parte solo coloro che avranno mostrato di saperla costruire, riservando a se stessi il possesso incondizionato delle risorse il governo assoluto del mondo che tale struttura riuscirà a gestire.
Fin quando rincorreremo o saremo costretti a rincorrere lo sviluppo, degli strumenti tecnici e tecnologici e del loro consumo (come se fossero una finalità e non un mezzo per dare qualità al nostro esistere) continuerà a sfuggirci quel senso delle cose che dà una dimensione umana alle nostre esperienze di vita e che permette di scoprire la felicità come valore umano.
È indispensabile imparare a discriminare le condizioni che possono donare felicità, per poterle distinguere dagli affanni che producono solo gratificazioni meccaniche e successi di immagine vantaggiosi unicamente per il benessere o le fortune materiali. Non è sufficiente fare bene il proprio lavoro, è necessario infatti scegliere un progetto che dia senso alle energie che spenderemo per realizzarlo. Dobbiamo impegnarci non solo a fare le cose, ma anche a confrontarci per verificare una condivisione e una flessibilità delle scelte necessarie per accoglierle e renderle fertili (attraverso la qualità delle relazioni creative fra le diversità del mondo e attraverso l’armonia fra ciò che sentiamo di essere e ciò che ci impegniamo a realizzare).
C’è una qualità del fare le cose che può offrire, alle nostre intenzioni, quel senso di compiutezza umana (attraverso attenzioni e valutazioni, intelligenti ma anche coraggiose, dei vincoli da gestire) che, pur nei limiti della nostra natura, si realizza attraverso la qualità delle relazioni che è condizione necessaria per fare esperienza della felicità.

Allarme permafrost, l’accordo di Parigi sarà superato

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È la prima volta che uno studio di questo genere, che prende in considerazione tale processo di ribaltamento, viene adeguatamente preso in considerazione nei bilanci delle emissioni. Secondo i ricercatori, ciò dimostra che il mondo è più vicino al superamento del bilancio per gli obiettivi a lungo termine fissati nell’accordo di Parigi del 2015

C’erano una volta le Aree protette

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Nota polemica del Comitato nazionale parchi che non lesina attacchi al silenzio delle associazioni ambientaliste e rimpiange le lotte che fece Antonio Cederna per i beni naturali e artistici italiani? Il sacco dei Parchi

Esigiamo il rispetto della vita

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Sarebbe ora che i tecnici, quelli dei cantieri, quelli che lavorano, facciano dei rapporti sui tempi, i controlli e le responsabilità per tracciare un itinerario e denunciare le cause dei ritardi. È necessario capire perché da un certo punto in poi della nostra storia tutto è cominciato a crollare, a scontrarsi, ad incendiarsi…

Un km di rete killer uccide pesci e uccelli

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I sommozzatori della Guardia di Finanza hanno recuperato le reti di posta. Tristi primati della Sicilia

Il progetto Flepy

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E’ stata attuata un’iniziativa europea di educazione ambientale, il progetto Flepy, rivolto ai bambini della scuola materna e del primo ciclo delle elementari per sensibilizzarli ed accrescere, con una forma ed un linguaggio adatto all’età, la loro conoscenza delle problematiche ambientali dell’acqua e dell’aria

Energia – La risposta della fusione

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La ricerca per la competitività e lo sviluppo industriale. Negli ultimi tre anni, le imprese italiane hanno vinto contratti per oltre 900 milioni di euro, quasi il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia relativa al progetto internazionale di ricerca sulla fusione Iter, coordinato per l’Italia da Enea nei laboratori del Centro di Frascati

L’effetto serra dimezza la nebbia in Val Padana

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Anche la concentrazione di inquinanti nelle goccioline di nebbia si è parallelamente ridotta, di circa l’80%, riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti: anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31% e sono diminuite le emissioni acidificanti. Tuttavia persiste la presenza di componenti dannosi per la salute dell’uomo, in particolare per la presenza di un’elevata concentrazione di particelle carboniose

Clima – Il 2007 l’anno degli estremi

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Il primo semestre di quest’anno è stato, a livello globale, il secondo semestre più caldo dal 1880 (al primo posto è il primo semestre del 1998). Nell’emisfero nord, invece, il primo semestre 2007 è stato, in assoluto il più caldo dal 1880, seguito dal primo semestre del 2002

La bioagricoltura nel 61,8% dei comuni

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Il 9% della superficie agricola è investita a colture biologiche. Le aziende biologiche sono localizzate prevalentemente nei territori collinari (61%) e montani (21%), soprattutto al Centro e al Sud. L’Italia si conferma tra i primi dieci paesi al mondo per estensione di superficie impiegata a biologico (1.167.362 ettari, + 6,4% rispetto al 2011) e numero di aziende (40.146) e per la più alta incidenza di Sau biologica su quella totale (oltre il 9%)

Caffè bio-equo-solidale in 658 ristoranti McDonald’s

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È certificato Fair Trade, il cui marchio, negli Stati Uniti, è gestito da TransFair Usa

Hydrolab, sulle piste dell’energia del futuro

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Petrolio che si esaurisce e inquinamento che aumenta suggeriscono di trovare quanto prima fonti energetiche nuove, abbondanti e pulite. È la scommessa del progetto Firenze Hydrolab, un programma di ricerca avanzata per la produzione, l’immagazzinamento e l’utilizzazione dell’idrogeno come vettore energetico, finanziato motu proprio dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con 1.832.000 euro in tre anni, fondi che hanno calamitato altri importanti investimenti di soggetti pubblici e privati. Operativo dal 2004, il progetto ha già sviluppato e brevettato alcune promettenti tecnologie con ricaduta industriale. Tra le più innovative: 1) particolari biofermentatori costituiti da batteri specializzati nella produzione di idrogeno da rifiuti vegetali; 2) spugne molecolari fotosensibili capaci di rilasciare idrogeno se illuminate dalla luce solare; 3) pile che producono energia dall’etanolo grazie a speciali catalizzatori privi del costosissimo platino.

Firenze Hydrolab (sede al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino) raccoglie alcune tra le migliori competenze, per esperienza e multidisciplinarietà, che fanno capo all’Università di Firenze (Dipartimenti di Energetica, Chimica e Biotecnologie Agrarie), al Cnr (Iccom, Istituto di Chimica dei Composti Organo Metallici, e Isc, Istituto dei Sistemi Complessi), e al Lens, il centro d’eccellenza della Comunità Europea in cui vengono svolti studi di avanguardia sulla produzione di idrogeno in condizioni estreme. Coordinatore del progetto è Maurizio Peruzzini, dell’Istituto di Chimica fiorentino del Cnr.

«Uno dei nostri obiettivi ? spiega ? è costituire a Firenze una massa critica di chimici, fisici, biologi e ingegneri all’avanguardia in ognuno dei settori legati allo sviluppo di un’economia basata sull’idrogeno, considerato da molti la soluzione più realistica al crescente bisogno di energia dell’umanità». In vista di questo traguardo, Firenze Hydrolab sta dotandosi delle sofisticate strumentazioni necessarie, anche grazie ai contributi dell’Ente Cassa di Risparmio. Tra i laboratori già attivati uno è dedicato allo studio dei materiali capaci di immagazzinare idrogeno (appunto le spugne molecolari). Un secondo laboratorio è specializzato nelle celle a combustibile, mentre in altri laboratori si studia come produrre idrogeno da idrocarburi o da scarti vegetali mediante batteri fotosensibili e ci si occupa anche di come abbattere l’anidride carbonica. Sono già state acquistate modernissime apparecchiature per la risonanza magnetica, la spettroscopia infrarossa e Raman, laser ad alta potenza, impianti di reforming (per la produzione di idrogeno dal metano) e biofermentatori (per la produzione di idrogeno per via fotobiologica, ossia con i batteri).

L’Ente Cassa di Risparmio ha finanziato anche 12 assegni di ricerca per altrettanti giovani laureati fiorentini che operano nei vari settori della filiera dell’idrogeno. «Grazie a questi interventi ? dice Peruzzini ? Firenze sta emergendo come centro di rilievo mondiale in grado di confrontarsi con le più importanti strutture di ricerca dei paesi più avanzati». Firenze Hydrolab ha peraltro consentito di sviluppare e consolidare nuove relazioni scientifiche con numerosi istituti attivi nella ricerca avanzata sull’idrogeno. Tra i più qualificati, la University of California a Los Angeles, il prestigioso Rutherford Laboratory (Inghilterra), l’Accademia Russa delle Scienze, oltre a imprese ed agenzie toscane come Acta Nanotech, Biodiversivity, Firenze Tecnologia, Consorzio Quadrifoglio. Questo patrimonio di rapporti rappresenta


un ulteriore successo dello start up del progetto e lascia prevedere significative ricadute delle attività di ricerca sul territorio.
(Info: Firenze Hydrolab, Polo Scientifico, Via Madonna del Piano 10, 50019 Sesto Fiorentino, Firenze Tel 055.5225289, www.iccom.cnr.it/hydrolab/, mperuzzini@iccom.cnr.it).