Il gossip

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È circolata voce tra i delegati che il precedente presidente Usa Bill Clinton in compagnia di Al Gore potrebbe essere presente la prossima settimana.

Si è saputo che il Canada sta facendo, in via informale, pressione sugli Usa affinché ammorbidisca le sue posizioni di intransigenza per il post Kyoto.

Si è saputo inoltre che la Russia, dopo la ratifica del Protocollo di Kyoto, un anno fa circa, non ha fatto praticamente nulla per darne seguito: non ha istituito un organismo nazionale per il censimento delle emissioni e dei sinks dei gas serra, né gli archivi nazionali delle emissioni e dei sinks, né i registri nazionali per le transazioni dei permessi di emissione, ecc. Tutto ciò, di fatto, tagliano fuori la Russia dai possibili benefici dell’uso dei meccanismi flessibili, e la pongono in una situazione di inadempienza nei confronti degli impegni del Protocollo.

Come si fanno le misure

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1 – Selezione dei punti sulla base di esposti, accorto con gli uffici tecnici dei comuni e punti evidenziati dai colleghi da progetti preliminari e collaudi (preferenza a scuole e uffici pubblici);
2 – sopralluogo prima del posizionamento per individuare il punto più idoneo verificando il posizionamento dell’antenna e eventualmente con uno strumento puntuale (pmm8053);
3 – montaggio della centralina nel punto più esposto, di solito il punto più alto e all’aperto (es. il terrazzo dell’ultimo piano dalla parte delle antenne), generalmente l’esterno presenta una criticità maggiore rispetto alla quota ;
4 – 2/3 settimane di misura;
5 – smontaggio centralina e scarico finale dei dati;
6 – analisi dati.

La situazione attuale

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La situazione al 1° gennaio 2003, secondo gli ultimi dati disponibili che si riferiscono al 2002, dell’Iea (International Energy Annual) e pubblicati sul sito www.eia.doe.gov/emeu/iea/carbon.html mostrano una situazione in cui molti Paesi in via di sviluppo stanno entrando nei primi posti dei grandi emettitori mondiali. La Cina è, per esempio, al secondo posto dopo gli Usa e prima della Russia. L’India è al quinto posto, dopo il Giappone e prima della Germania. La Corea del sud è al nono posto dopo la Gran Bretagna e prima di Australia, Francia e Italia Sud Africa, Messico, Iran e Brasile si posizionano, invece, dopo l’Italia (che è al dodicesimo posto) ma prima della Spagna che è scivolata al 18esimo posto e che precede Arabia Saudita e Indonesia.
Questi i valori:

Emissioni totali di anidride carbonica al 31-12-2002. Valori espressi in milioni di tonnellate per anno (Dati Iea)

Stati Uniti 5.750
Cina 3.323
Russia 1.522
Giappone 1.180
India 1.026
Germania 840
Canada 592
Gran Bretagna 552
Sud Corea 451
Australia 410
Francia 407
ITALIA 449
Ucraina 388
Sud Africa 378
Messico 363
Iran 359
Brasile 346
Spagna 341
Arabia Saudita 329
Indonesia 300
Polonia 268
Olanda 256
Taiwan 230

TOTALE MONDIALE
24.533 milioni di tonnellate per anno di CO2 pari a 6.691 milioni di tonnellate di carbonio.

Un campo legittimo di ricerca

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In particolare, appare dall’analisi delle relazioni della suddetta quattordicesima conferenza Iccf, dalle note, dalle presentazioni iniziali e dalla relazioni intermedie che è ormai chiaro ed inequivocabile che il DoE, forse assieme con MoD, comunica al mondo che crede nell’Effetto Fleishmann & Pons e quindi rilancia la ricerca applicata nel campo della Fusione nucleare fredda.
Nessuno si perita di sconfessare e/o scomunicare il verdetto negativo emesso, nel 1990, dalla commissione instaurata dal DoE guidata dal noto fisico nucleare classico Huigenza. Questa commissione decretò che i fenomeni comunicati pubblicamente da Fleishmann & Pons non avrebbero potuto accadere poiché erano contro la fisica nucleare allora conosciuta. In sintesi rivolgendosi alla Commissione di Huigenza i nostri avi avrebbero solo detto «…non ti curar di lor ma guarda e passa».
In poche parole, la ricerca sulla Fusione nucleare fredda (Fnf) o l’Effetto Fleishmann & Pons è diventata un campo legittimo della scienza (Scienza Nucleare nella Materia Condensata) e non solo una collezione di errori, come alcuni denigratori sono andati dicendo per quasi due decenni.
Molti suggerimenti sono stati e continuano ad essere erogati da vari gruppi di ricercatori, che, tra l’altro, hanno studiato a fondo tutte le critiche ed i risultati negativi pubblicati al punto da sostenere che le analisi statistiche e Bayesiane mostrano che le osservazioni dell’Effetto Fleishmann & Pons presentano criteri e dati di produzione di eccesso di calore che devono essere considerati un effetto fisico reale «al di là di ogni dubbio razionale». I quattro criteri caldamente suggeriti per la esecuzione di esperimenti alla F & P che risultino «ripetibili» sono della seguente specie:

1 ? Eseguire gli esprimenti con molta attenzione e cura nel caricare il Palladio molto lentamente in modo da garantire condizioni tali da fornire rapporto di caricamento D/Pd superiore a 0,85.
2 ? Porre molta attenzione e cura nel rispettare la chimica del sistema in modo da creare condizioni superficiali favorevoli dei materiali impiegati.
3 ? Fare attenzione a caricare con densità di corrente al di sotto di 25 mA/cm2 quindi continuare l’esperimento con densità di corrente al di sopra di 250 mA/cm2 per aumentare il flusso di D (deutoni) al catodo.
4 ? Porre attenzione a stabilire condizioni di non equilibrio per innescare l’inserimento di deutoni D in posizioni non statiche all’interno del catodo.

In molte esperienze recenti di Efp sono state impiegate tutte le tecniche ben note di sviluppo di sistemi elettronici quali il campionamento alla Nyquist, l’integrazione nel tempo, il controllo ohmico termico, la ricostruzione delle onde termiche, e altre tecniche moderne ed avanzate per ottenere lo spettro di potenza termica. Inoltre, vengono ormai impiegate tecniche più precise di misurazione e controllo, di riconoscimento dei guasti e dei modi di funzionamento, di misure calorimetriche veloci oltre che ridondate, e di misure di flusso di calore tracciabili ed altro. In particolare, attualmente vengono normalmente eseguite misure migliorate con cinque o più metodi calorimetrici indipendenti, ed altre tecniche di misura e di rilevazione in modo che ciascuna potenza di ingresso viene normalizzata per valutare


e controllare l’eccesso di calore e la potenza termica erogata successivamente.
Per altri versi, i processi di miglioramento delle misure di eccesso di calore vengono attualmente eseguiti con calorimetri moderni molto elaborati rispetto al primo calorimetro di Antoine Lavoisier (1783); dal calorimetro a ghiaccio, al calorimetro a flusso di calore costate, al calorimetro a flusso di massa, al calorimetro a misure iperboliche, dalla calorimetria che impiega l’effetto Seebeck (per la misura di eccessi di entalpia anche per ampi campi di temperatura).
Conviene e si ritiene giusto ricordare che il compito primario della ricerca nel campo dell’Efp e quindi nella Fnf in materia condensata è quello di migliorare la riproducibilità della generazione di eccesso di calore e quindi di amplificare la potenza ottenibile ed il guadagno di energia. Le tante convalide di importanza del rapporto di caricamento per il controllo del sistema Pd-D al fine della riproducibilità conducono a ritenere estremamente importante il ruolo cruciale delle scienze dei materiali da focalizzarsi sullo studio delle proprietà superficiali e volumetriche di fogli di palladio.
Un esempio interessante è quello di impiego dei metodi di eccitazione dell’elettrolisi con ultrasuoni ossia con brevi cicli di cavitazione indotti da ultrasuoni con bassa densità di corrente di caricamento del Palladio si sono osservati i seguenti fenomeni interessanti dal punto di vista della teoria dei guasti superficiali:

1 ? La pulizia chimico-meccanica della superficie produce il risultato di un miglioramento della attivazione superficiale.
2 ? Le deformazioni meccaniche dello strato più superficiale del catodo di Palladio Pd dovute all’impulso d’onda prodotto dal fascio di deutoni accelerati. Si ottiene come risultato la distorsione dello stato superiore superficiale del reticolo cristallino di Pd.
3 ? La generazione di dislocazioni massive e di lacune volumetriche. Questi difetti prodotti rappresentano vere e proprie trappole per i deutoni immersi nelle zone profonde della matrice del catodo di Pd. Questo processo di intrappolamento favorisce la capacità di carico del deuterio nel palladio.

Come risultato globale di questo metodo con ultrasuoni si ottiene un rapporto di caricamento molto elevato che ha di conseguenza il miglioramento della riproducibilità della generazione di eccesso di calore.

Dichiarazioni del Ministro Alfonso Pecoraro Scanio

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Il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, presente stamattina a Palazzo Rospigliosi, ha dichiarato che: Il grande sforzo compiuto dall’Apat e dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente è stato quello di riportare l’attenzione sui dati; in un Paese in cui i dati non vengono sufficientemente valorizzati occorre creare una conoscenza condivisa delle rilevazioni ambientali, coinvolgendo tutti gli attori politici e, non ultimi, i cittadini; questo è un modo anche per rilanciare l’economia del Paese.
Nel nostro Paese, infatti, le risorse ci sono ma spesso è accaduto che non sono state finalizzate in modo ragionevole con le giuste azioni giuste: i dati non devono avere un’esclusiva e unica finalità di studio, ma innanzitutto assolvere al ruolo puntuale di divulgazione e informazione, oltre che essere utilizzati per sostenere azioni concrete.
L’annuario dei dati ambientali rappresenta un importante lavoro di monitoraggio che deve essere però finalizzato ad interventi materiali, per la cui realizzazione è necessario il coinvolgimento di Regioni Province e Comuni.

(Fonte Apat)

Abstract earthquakes

Tempo di lettura: < 1 minuto The statistical properties of seismicity are known to be affected by several factors such as the rheological parameters of rocks. We analysed the earthquake double-couple as a function of the […]

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La produzione di cibo contribuisce alle emissioni di gas serra e ai cambiamenti climatici in tre modi

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Le pratiche agronomiche. Nell’agricoltura intensiva le pratiche agronomiche normalmente utilizzate producono una rilevante quantità di emissioni, non solo attraverso l’uso di combustibili fossili delle macchine utilizzate nelle attività agricole, ma soprattutto attraverso l’uso eccessivo di fertilizzanti e di antiparassitari.

I fertilizzanti azotati, per esempio, emettono protossido d’azoto, un gas serra che ha un potere climalterante di circa 300 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Inoltre, l’uso eccessivo e prolungato di fertilizzanti degrada fino a distruggere i processi biochimici naturali del suolo di accumulare sostanza organica (humus) che ha la capacità di assorbire l’anidride carbonica atmosferica e immagazzinarla nel sottosuolo.
La zootecnia, a sua volta, produce emissioni di metano, un gas serra con un potere climalterante 23 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Utilizzare cibo prodotto attraverso pratiche agronomiche e zootecniche sostenibili che favoriscono i naturali processi biochimici di fertilizzazione del suolo, non solo aiuta a ridurre le emissioni di gas serra finanche ad azzerarle, ma facilita addirittura l’assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica (carbon sink), perché un suolo ricco di sostanza organica elimina perfino le emissioni di anidride carbonica provenienti da sorgenti non agricole.

I processi di trattamento o di trasformazione industriale dei prodotti agricoli. L’industria agroalimentare, che si occupa della lavorazione, trasformazione, conservazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, come qualsiasi altra industria produce emissioni di inquinanti, oltre che di rifiuti. Gran parte degli inquinanti atmosferici sono anidride carbonica e altri gas serra. Inoltre, l’industria agroalimentare, per trasportare e distribuire i prodotti ai punti vendita deve necessariamente usare adeguati sistemi di imballaggio (packaging), cioè una gran quantità di contenitori e involucri di plastica, carta e cartone, per produrre i quali vengono emessi altri gas serra e rifiuti. Utilizzare come cibo i prodotti agricoli senza eccessive trasformazioni industriali, poco elaborati e non conservati, è molto importante per ridurre le emissioni di gas serra e non impattare sul sistema climatico.

Il trasporto e la distribuzione dei prodotti agricoli. I trasporti sono mediamente responsabili di circa un terzo di tutte le emissioni globali di anidride carbonica e di altri gas serra e contribuiscono in modo molto rilevante ai cambiamenti del clima. Gran parte dei trasporti che avvengono ogni giorno sulle nostre strade con i veicoli commerciali, ma anche per via aerea e marittima, sono destinati a trasferire derrate alimentari da una parte all’altra, non solo d’Italia o dell’Europa, ma perfino su distanze di decine di migliaia di km, da una parte all’altra del nostro pianeta. Utilizzare come cibo prodotti agricoli locali o provenienti da brevi distanze dal luogo di consumo è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e l’impatto della produzione di cibo sul clima.

Greenpeace al G8: «Il vostro è un fallimento, evidentemente con il clima non si guadagna…»

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Greenpeace condanna i leader presenti al G8 per aver mancato l’opportunità storica di incidere sui cambiamenti climatici, non trovando un accordo per mantenere l’aumento delle temperature sotto i due gradi centigradi, rispetto ai livelli pre-industriali. «Evidentemente si trae poco profitto a prevenire pericolosi cambiamenti climatici», ha detto Daniel Mittler, consulente politico sul clima di Greenpeace International.

Greenpeace aveva accolto favorevolmente il fatto che il G8 fornisse un chiaro mandato politico per impostare negoziazioni serie per la seconda fase del Protocollo di Kyoto, che avranno inizio alla prossima conferenza sul clima delle Nazioni Unite a Bali il prossimo dicembre.

«L’isolamento degli Stati Uniti nel rifiutare i rigorosi tagli alle emissioni è diventato desolatamente ovvio durante questo incontro.
L’amministrazione Bush ha dichiarato di voler ?considerare seriamente? il fatto che il resto del mondo stia fissando obiettivi di riduzione vincolanti, ma sono ben lontani, come sempre, dal considerare questi obiettivi validi anche per loro», ha aggiunto Mittler.

Greenpeace ha ricordato ai governi del G8 che è fondamentale che le loro emissioni vengano ridotte dell’80-90% entro il 2050 se il mondo vuole davvero evitare i catastrofici impatti del cambiamento climatico. «I governi hanno fallito nel non riconoscere ciò che la scienza ci indica qui come necessario. Devono agire urgentemente in questa direzione nell’ambito delle Nazioni Unite», ha aggiunto Mittler.

(Fonte Greenpeace)

Bibliografia e Letture utili

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Sicurezza, dove e in che senso?

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Sicurezza e chi la decide

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Sicurezze: i riferimenti fra dubbi e ansie dei dati di fatto

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Certezze tecnologiche e insicurezze umane: così, rischiamo il collasso

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Scienza e tecnologia: uno sviluppo asservito al business dei consumi e delle sue insicurezze

Lenoble R., Le origini del pensiero scientifico moderno, Laterza ed., Roma-Bari, 1969.
Verdenal R., «Antoine-Augustin Cournot», in: Chatelet F. (a cura di), La filosofia del mondo scientifico e industriale, Rizzoli ed., Milano, 1975.
Cardwell D.S.L., Tecnologia, scienza e storia, il Mulino ed., Bologna, 1976.
Baracca A., Rossi A., Scienza e produzione nel ‘700, Guaraldi ed., Firenze, 1977.
Hanson N.R., I modelli della scoperta scientifica, Feltrinelli ed., Milano, 1978.
Semerari G. (a cura di), La scienza come problema, De Donato ed., Bari, 1980.
Rossi P., La nascita della scienza moderna in Europa, Laterza ed., Roma-Bari, 1997.
Ashton T.S., La rivoluzione industriale, Laterza ed., Roma-Bari, 1998.
Rifkin J., La terza rivoluzione industriale, Mondadori ed., Milano, 2011.

Indipendenza ed autonomia delle agenzie

Tempo di lettura: 7 minuti Il paragrafo 3.6 degli standard ESG stabilisce che le Agenzie di Garanzia di Qualità devono essere indipendenti nei limiti tali da essere autonomi nelle operazioni e non subire influenza di […]

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Il progetto «GreenBuilding»

Tempo di lettura: 2 minuti

Fase pilota del Programma «GreenBuilding» per la promozione dell’efficienza energetica e dell’uso delle fonti rinnovabili negli edifici

L’inizio dei lavori delle commissioni

Tempo di lettura: < 1 minuto

Nella giornata dell’8 dicembre sono iniziati i lavori degli organi di supporto tecnico: Sbi e Sbsta alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici.
Sono stati poi organizzati i gruppi di lavoro ed i «contact groups» per definire e chiudere le questioni rimaste ancora aperte sul testo del trattato basato sulla «Road map di Bali» messo a punto dal Awg-Lca e sul protocollo di Kyoto emendato messo a punto dal Awg-Kp.

Per quanto riguarda Sbi si sono analizzati i meccanismi finanziari esistenti, sulle attività co-finanziate dalla World Bankfondi della World Bank, sugli inventari delle emissioni nelle Comunicazioni Nazionali alla Unfccc ed altre questioni legate all’attuazione della Unfccc e del Protocollo di Kyoto.
Per quanto riguarda Sbsta sono stati analizzati i problemi legati al trasferimento di tecnologie, alle metodologie di valutazione della vulnerabilità e dell’adattamento ai cambiamenti del clima, alle metodologie di analisi e valutazione della deforestazione, alle questioni della ricerca scientifica e altri problemi di natura tecnico scientifica.

Infine sono stati istituiti 5 gruppi e 4 «contact groups» per arrivare a definire il testo finale del trattato basato sulla «Road map di Bali», mentre sul protocollo di Ktito emendato dove il testo del trattato finale è quasi pronto (salvo la quantificazione degli impegni che dovranno assumere i Paesi industrializzati al 2020) il lavoro di rifinitura finale del testo sarà portato avanti informalmente soprattutto con il coordinamento di due grossi gruppi di lavoro (uno sulla parte metodologica e l’altro sui meccanismi flessibili).

Il rischio di collasso nel vortice senza fine dell’innovazione

Tempo di lettura: 3 minuti

A volte la preoccupazione di perdere sicurezze, sembra attivare una ricerca affannosa delle insicurezze che potrebbero affliggere il nostro futuro, con il proposito di poterle così affrontare e rimuovere. Le incerte conoscenze iniziali e l’impegno a comporre scenari, sostanzialmente compiuti, di argomenti e di metodi per affrontare ulteriori problemi, occupano gran parte del tempo di chi si impegna in questa ricerca. Fra capacità specifiche di aprirsi a nuovi apprendimenti e comprensione dei fenomeni, fra riflessioni sospese e in attesa di un input che sia capace di dare organicità ad un nostro pensiero e ripetibilità ai modelli di interpretazione della realtà, viviamo momenti di compiacimento e di delusione di un sapere sempre da costruire che permette, però, di trovare un senso alle cose e insieme la capacità di cambiare se lo riteniamo necessario.

Nell’attuale dimensione del nostro esistere, dovendo rendere conto anche alla velocità del fare le cose che caratterizza la nostra modernità, può apparire problematico dare una risposta ai nostri bisogni di sicurezze che possiamo riconoscere solo attraverso i tempi, sempre meno disponibili, della riflessione. Nella pratica della vita, da una parte sentiamo la necessità di avere punti di riferimento meditati e affidabili per affrontare e superare le continue difficoltà quotidiane, da un’altra parte possiamo, invece, essere indotti a seguire la strada ben sperimentata dei comportamenti e modi di pensare preordinati da un senso comune delle cose, con i vantaggi, pur solo apparenti, di non perdere tempo nelle riflessioni e, insieme, di non vivere nella solitudine dei propri riferimenti.
Ma le insicurezze vanno oggi ben oltre quella sensazione di afflizione che trova origine nei limiti della condizione umana. Infatti, siamo anche di fronte a insicurezze che non dipendono dal non sapere o non poter gestire le calamità naturali, ma che sono opera delle modifiche degli equilibri naturali da noi stessi realizzate con l’uso di tecnologie sempre più potenti, sempre più sottratte ad una nostra valutazione di opportunità e ad un nostro consenso critico-collaborativo non preordinato. C’è, dunque, un pericolo di collasso per il sistema Terra, ad opera delle tecnologie, anche se lo sviluppo tecnologico, in quanto tale, non è di per sé causa di questo pericolo. Uno stesso sviluppo tecnologico può operare contro gli equilibri naturali, ma anche in sintonia con essi: tutto dipende dai modi usati, dalla volontà dell’uomo che ne applica i risultati e dalle finalità perseguite.
Possiamo affiancare al mondo naturale, un secondo mondo, pur diverso, ma in sintonia con esso: un mondo naturale di secondo livello frutto di intelligente lettura e applicazione degli equilibri naturali. Un mondo che riporti la natura (che oggi ci può apparire estranea) nella realtà del nostro vivere, che la sottragga a quelle visioni riordinate e raccontate nei libri, nelle descrizioni e nelle immagini uniformate ad una mistificante lettura antropomorfa con la quale la sua conoscenza viene, ancora oggi, offerta al mercato dei consumi. È sempre attivo, infatti, il proposito di far immaginar un possibile Eden, che l’uomo può costruire a propria misura, nel quale l’insicurezza appare sconfitta, anche se, gli sprovveduti o chi è in malafede, possono sostenere che questa alienazione mentale sia destinata ad avere concrete prospettive di successo.
Ma, puntando sulla realizzabilità di un paradiso terrestre (prima che possa prendere piede un risveglio di intelligenza valutativa critica), ha già dato risposte, pesantemente condizionanti e invadenti, un modello tecnologico di ambiente, che se non mette ancora in conto la ristrutturazione completa degli equilibri vitali, ne prevede la sottomissione in nome di una sicurezza globale che assomiglia sempre più ad una crociata contro la natura. Già nelle intenzioni, non sembra, però, che questa ristrutturazione, di per sé ingiustificabile, si proponga di migliorare le condizioni di vita e di diminuire le cause delle attuali insicurezze umane, è solo una tabella di marcia di un percorso che deve porre rimedio a possibili cadute di profitto e ad una politica del fare, che lo sostiene e che è sempre sotto attacco da parte di quelle attenzioni democratiche (considerate dispersive e dannose se sono fuori controllo) che possono sfuggire alla criminalizzazione necessaria per costruire e imporre le suggestive certezze dell’ordine delle cose, da far sostenere al deviante senso comune delle cose.

I danni del non intervento

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Nell’economia dell’ambiente anche i cambiamenti climatici hanno i loro numeri. Eccone alcuni emersi nella Giornata mondiale dell’alimentazione.

TEMPERATURA: si calcola che in Europa potrà aumentare fra 2,3 e 6 gradi per la fine del secolo.

POVERTÀ: gli oltre 60 milioni di persone che nell’Europa dell’Est vivono in assoluta povertà potranno diventare più numerosi per le trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici. Secondo le stime, affrontare la nuova situazione potrà costare fino al 5% del Prodotto interno lordo (Pil).

MENO RACCOLTI: la produzione agricola potrà diminuire nei Paesi mediterranei, Europa Orientale e Asia centrale, dove la riduzione è valutata in circa il 30% per la metà del secolo.

NUOVE INFEZIONI: le temperature più alte potranno favorire la circolazione di virus di origine animale trasmissibili all’uomo, come quelli di epatite E e febbre della Rift Valley; oppure di batteri come salmonella, yersinia, listeria e leptospirosi.

CIBO A RISCHIO: le temperature più elevate possono favorire lo sviluppo di batteri negli alimenti, come la salmonella.

MENO ACQUA: le persone che vivono in zone povere di acqua potranno aumentare fra 16 e 44 milioni entro il 2080. In Italia sono a rischio Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Ecomondo in cifre

Tempo di lettura: < 1 minuto

Il ruolo di riferimento assunto dalla manifestazione è tutto nei numeri che in sole sei edizioni sono maturati (dati 2002): 60.000 mq di esposizione, 700 aziende provenienti da più di 20 paesi, 35.006 visitatori provenienti da 53 paesi, 270 business meeting, 150 giornalisti accreditati, 70 riviste specializzate espositrici, 50 tra incontri, forum ed eventi, 300 autori di relazioni, 4.080 partecipanti a convegni ed eventi e 30 workshop aziendali
Da un’indagine campionaria Nets Bologna, Ecomondo si afferma come la fiera dei decision maker (49% dei visitatori). In particolare, il 22% dei visitatori procede ad operazioni di acquisto in riferimento ai contatti instaurati in fiera.

Programma provvisorio

Tempo di lettura: 5 minuti

6 gennaio 15.30 ? 23.30
Arrivo, accreditamento e imbarco dei partecipanti

7 gennaio
Sessione di Apertura, 9.00 ? 13.00

Apertura: S.E. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova, Presidente Fondazione Gerolamo Gaslini

Saluto ai partecipanti:
Giuseppe Pericu (Sindaco di Genova)
Alessandro Repetto (Presid. della Provincia di Genova)
Sandro Biasotti (Presid. della Regione Liguria)

S.A.R. Rania al-Abdullah, Regina di Giordania

Keynote addresses: Jean-Louis Sarbib, Responsabile Human Development Network, World Bank;
Marta Santos Pais, Dir. UNICEF IRC

Lettura del messaggio del Capo dello Stato

Lectio Magistralis ?I bambini nel Mediterraneo: guardiamo ai bambini per costruire la pace?
S.E. Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano
Keynote lecture ?I diritti dei bambini e il loro riconoscimento nel Mediterraneo?
Fernanda Contri, Giudice della Corte Costituzionale

Presentazione del Rapporto introduttivo ?Mappa del bambino mediterraneo?
(Edwin Morley-Fletcher, Lynkeus; Giuseppe De Rita, CENSIS)
Commento: Jacques Baudouy, Direttore Human Development Network, World Bank

Conclusioni: Girolamo Sirchia, Ministro della Salute, Governo italiano

Sessione Plenaria, 14.30 ? 18.30

?Il bambino: Early Child Development e sviluppo umano?
Elaine Wolfensohn, World Bank
Fraser J. Mustard, Canadian Inst. for Adv. Research
Jacques van der Gaag, Univ. Amsterdam

?La salute del bambino?
Rolf M. Zingernagel, Premio Nobel per la medicina, 1996
Jane Schaller, Presidente Associaz. Internaz. Pediatria (IPA)
Samir Farid, European Centre for International Statistical Co-operation
Silvia Vegetti Finzi, Università di Pavia
Ali Attia Al-Matti, Presidente Unione Soc. Pediatriche Arabe

Dinner Speech, 20.30, Alain Fischer, Hôp. Necker, Parigi
Cena di Gala

8 gennaio
Sessione Plenaria, 9.00 ? 10.50

?La condizione infantile nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa?
Nidal al-Hadid, Sindaco di Amman
S.E. Abdulla Al-Nuaim, Presidente AUDI
Christine Allison, MNSHD, World Bank
Thomas Mc Dermott, Direttore regionale, UNICEF MENA
Mohamed Alzaghier, Arab Council for Childhood and Development
Bahgat Aljandali, Sindaco di Homs, Siria
Annuncio della firma degli Accordi di Cooperazione Internazionale tra l’Istituto Gaslini e altri Ospedali dell’area mediterranea

Intervento conclusivo: ?Cooperazione Mediterranea e Politiche per l’infanzia?
Claudio Scajola, Ministro per l’attuazione del Programma, Governo Italiano

Seminari introduttivi, 11.20-13.15

?Lo sviluppo del bambino?
Ron Barr, Mc Gill Univ., Montreal
Mary Eming Young, HDNEG, World Bank
Richard E. Tremblay, Centre of Excellence for ECD, Canada

?Attualità nella pediatria? (Seminario valido per accreditamento ECM)
Lorenzo Moretta, Direttore scientifico, Istituto Gaslini, Genova
Giuseppe R. Burgio, Prof. Emerito di Pediatria, Univ. Pavia
Jean-François Bach, Hôp. Necker, Parigi, ?Infezione ed auto-immunità?
Daniel L. Kastner, NIAMS, Bethesda. ?Febbre Mediterranea Familiare?
Raif S. Geha, Children’s Hosp., Boston. ?Disturbi su base allergica?
Miguel R. Abboud, Centro di oncologia infantile, Libano. ?Un modello per un ospedale a misura del bambino?

?I diritti del bambino?
Marina Acconci, Presidente della Fondazione Festival
Jaap Doek, Comitato ONU per i Diritti del bambino
Abdelbasset Ben Hassen, Arab Inst. for Human Rights, Tunisia
Adriana Ciampa, Ministero del Welfare, Italia
Sebastiano Maffettone, Università Luiss, Roma
Tamar Morag, Israel National Council for the Child


Salvo Andò, Direttore Mediterranean Journal of Human Rights, Malta
Ignazio Patrone, Corte Costituzionale
Eliana Raggio Chaudhuri, UNICEF IRC
Mariarosa Cutillo, Mani Tese

?Children and the City: Iniziative del dopo-Amman?
Viviana Mangiaterra, World Bank
Arun Joshi, World Bank
Gamal Hamid, AUDI, Arabia Saudita
Nidal al-Hadid, Sindaco di Amman
Elie Mikhael, Nat. Childhood Council, Libano
Robin Moore, Unesco
Curtis Rhodes, Questscope, Giordania
David Satterthwaite, IIED, Londra

?Definizione di un Indice del benessere del bambino mediterraneo?
Jacques van der Gaag, Univ. Amsterdam

Seminari, 14.30 ? 18.30

1. ?Malattie non trasmissibili?
Armido Rubino, Università Federico II di Napoli
Zvi Laron, Univ. di Tel Aviv
Antonio Cao, Univ. di Cagliari
Ilja Gardi, Istit. Mediterraneo di Ematologia, Pesaro

2. ?Disturbi nutrizionali e malattie infettive?
Adenike Grange, President-Elect IPA
Giuseppe Saggese, Presidente della Associazione Pediatrica Italiana
Sa’ad Hijazi, Presidente Royal Scientific Society, Amman

3. ?Il diabete mellito e i bambini del Mediterraneo?
Renata Lorini, Univ. di Genova, Ist. Gaslini
Laszlo Madacsy, Univ. Semmelweis, Budapest
Massimo Massi Benedetti, Univ. di Perugina
Ilham Satman, Univ. di Istanbul
Aladdin Alwar, Univ. di Giordania

4. ?Sperimentazione dei farmaci per pazienti in età pediatrica?
Alberto Martini, Ist. Gaslini, Genova
Ornella Della Casa Alberighi, Clinical pharmacologist, Basilea
Nicola Ruperto, Ist. Gaslini, Genova

5. ?Best practices, esperienze innovative e modelli di cooperazione al servizio dei bambini nel Mediterraneo?
Edwin Morley-Fletcher, Lynkeus, Roma

6. ?Iniziativa per la protezione dei bambini nella regione MENA?
Najima Ghozali, Ministro per la Educazione e la Gioventù, Marocco
David Satterthwaite, IIED, Londra
Gibrin Al-Gibrin, AGFUND

7. ?Danni e rischi di origine ambientale?
Irene Petritsi Figà-Talamanca, Univ. La Sapienza, Roma

8. ?La e-health per il trasferimento delle conoscenze professionali e la diffusione della eccellenza pediatrica
Luciano Beolchi, Commissione Europea, Direzione IT
Paolo Tomà, Ist. Gaslini, Genova
Pasquale Di Pietro, Ist. Gaslini, Genova

9. ?Il ruolo delle arti nello sviluppo del bambino?
Marianne Poncelet, Fondazione Y. Menuhin, Bruxelles

10. ?Modelli di ospedale a misura di bambino?
Edna Mitchell, Mills College, California

11. Il bambino: Early Child Development e sviluppo umano
Mary Eming Young, HDNEG, World Bank

12. La promozione dei diritti del bambino nel Mediterraneo
Marina Acconci, Presidente della Fondazione Festival

13. Il ruolo di media e IT nella divulgazione del sapere per i bambini ??
Marina D’Amato, Univ. Roma III

Teatro Carlo Felice, 20.30 ? Concerto di Apertura di Genova 2004
L’incasso del Concerto sarà devoluto alla Fondazione ?Istituto Mediterraneo per l’Infanzia?

9 gennaio

Sessione Conclusiva, 9.00 ? 10.50
?Presentazione dei risultati della Conferenza?
Bruno Musso, Vice-Presidente Fondazione Gaslini
Ahmed Al-Salloum, Direttore Generale AUDI
Relazione dei coordinatori dei seminari

Tavola Rotonda, 11.00 ? 13.00
?Missione e ruolo dell’Istituto Mediterraneo per l’Infanzia?
Partecipano: Christian


Portman (Vice-President MENA, World Bank), Jean-Louis Reiffers (Institut de la Méditerranée, Marsiglia), Grazia Sestini (Sottosegretario Ministero del Welfare, Governo Italiano), Umberto Vattani (Rappresentante permanente presso la Unione Europea), Andrea Riccardi (Fondatore della Comunità di S. Egidio)

Conclusioni: Romano Prodi, Presidente della Commissione della Unione Europea

Chiusura della Conferenza: S.E. Tarcisio Bertone, Presidente Fondazione Gerolamo Gaslini
Giuseppe Pericu, Sindaco di Genova

LUOGO DELLA CONFERENZA
I lavori della Conferenza si svolgeranno sulla nave MISTRAL, offerta dalla Compagnia di Navigazione Festival Crociere, ormeggiata nel porto di Genova, Stazione Marittima, ?Ponte dei Mille?.Il 6 gennaio sarà possibile accedere a bordo dalle ore 15,30 alle ore 23,30.

REGISTRAZIONE
Per il rispetto delle misure di sicurezza relative all’imbarco, la registrazione ai lavori della Conferenza deve pervenire alla Segreteria organizzativa non oltre il 19 dicembre 2003.Oltre alla registrazione per la partecipazione ai lavori della intera Conferenza, è prevista la registrazione per singole giornate.Il Modulo di Registrazione è allegato alla presente pubblicazione.Può essere scelta la forma di registrazione on-line sul sito www.medchild.org

CONTRIBUTI
Tutti i costi della organizzazione della Conferenza: Partecipazione a tutte le sessioniPasti (Colazione, Pranzo, Cena) e coffee breakAlloggiamento nelle cabine della nave Mistral per le notti del 6, 7 e 8 gennaioTrasporti funzionali allo svolgimento della ConferenzaCena di Galasono coperti dagli organizzatori, dai sostenitori e dagli sponsor.E’ tuttavia richiesto un contributo minimo, interamente destinato all’Istituto Mediterraneo per l’Infanzia, di:? 350,00 per ciascun partecipante, e di ? 200,00 per ogni accompagnatore Il Contributo per la partecipazione ad 1 giornata di lavori della conferenza (comprensivo di coffe break e lunch) è di ? 30,00. E’ tuttavia possibile ottenere condizioni speciali di partecipazione, previa richiesta formale e autorizzazione da ottenere dalla Segreteria Scientifica, EUROMED@lynkeus.com

MODALITA’ DI PAGAMENTO
Per Bonifico Bancario, effettuato a:?Fondazione Gaslini?, c/o Banca Passatore, sede di Genova, c/c 212370, CAB 1400, ABI 03332, causale ?Registrazione per la Conferenza Children and the Mediterranean?. Ovvero per pagamento elettronico, effettuato seguendo le istruzioni del sito www.medchild.org

CREDITI FORMATIVI (ECM)
La partecipazione al seminario ?Attualità nella pediatria? (8 gennaio, ore 11.00) dà diritto a tre punti di Crediti Formativi. Per ulteriori informazioni, rivolgersi alla Segreteria Organizzativa.

SEGRETERIA DELLA CONFERENZA
Per tutti le questioni relative alla registrazione, alla organizzazione, alla logistica, ai contributi per la partecipazione, rivolgersi a:Stefania Paganini, BC Congressi, tel. +39 010 5957060, fax +39 010 5958548, e-mail INFOCONF@lynkeus.com

SEGRETERIA SCIENTIFICA
Per il programma analitico dei lavori della Conferenza, per informazioni preliminari sui relatori e sui seminari, rivolgersi a: Kristina Touzenis, Lynkeus, tel. +39 06 844080201, fax. +39 06 85344833, e-mail EUROMED@lynkeus.com

ARRIVARE ALLA CONFERENZA IN AUTOMOBILE
La uscita autostradale consigliata è quella di Genova Ovest. Seguire quindi le indicazioni per ?Porto-Stazione Marittima?. Un parcheggio riservato sarà a disposizione dei convegnisti.

IN AEREO
L’aeroporto Cristoforo Colombo dista 10 minuti dal porto. Un servizio shuttle collegherà l’aeroporto con la Stazione Marittima i giorni 6 e 9 gennaio.IN TRENO. La Stazione Marittima dista pochi metri dalla stazione ferroviaria di Genova


Porta Principe. Sarà attivo un servizio shuttle dalle stazioni di Porta Principe e Porta Brignole per i giorni 6 e 9 gennaio.

SITO DELLA CONFERENZA
www.medchild.org

ATTIVITA’ CULTURALI E TURISMO
I partecipanti riceveranno informazioni dettagliate sugli avvenimenti culturali e sulle opportunità di visite turistiche dalla Segreteria della Conferenza.

Cop-11. Decisioni tecniche più importanti

Tempo di lettura: 2 minuti

1) Adattamento ai cambiamenti del clima. L’adattamento ai cambiamenti del clima è una necessità per tutti i Paesi, ma è una priorità assoluta per i Paesi in via di sviluppo più poveri che non hanno né adeguate conoscenze, né adeguate tecnologie per affrontare questo problema. Pertanto la Cop richiede che l’organo tecnico di supporto tecnico (il Sbsta) prepari e presenti un programma quinquennale finalizzato ad assistere i paesi in via di sviluppo più poveri e più vulnerabili ai cambiamenti del clima, contenente gli obiettivi e modalità di tale assistenza, priorità delle azioni di adattamento e necessità per aumentare e migliorare la cooperazione internazionale tra paesi ricchi e paesi poveri.

2) Deforestazione nei paesi in via di sviluppo. La deforestazione che viene compiuta nei Paesi in via di sviluppo per motivi di necessità quali l’acquisizione di aree agricole, di pascoli e di territori per lo sviluppo socio-economico delle attività umane (a parte la deforestazione illegale) è un processo non solo crescente nei Paesi in via di sviluppo, ma che sta assumendo anche dimensioni allarmanti. La deforestazione, causando un mancato assorbimento della anidride carbonica atmosferica e l’immagazzinamento del carbonio come sostanza organica nella vegetazione e nei suoli, equivale alle emissioni di anidride carbonica. Per porre un freno a questo processo e nel contempo per fornire adeguata assistenza allo sviluppo nei Paesi in via di sviluppo la Cop ha chiesto a tutti i 189 paesi firmatari della Unfccc di presentare entro il 31 marzo 2006 proposte di soluzione concreta del problema, ma ha anche richiesto all’organo di supporto tecnico (il Substa) di organizzare un opportuno workshop per fare chiarezza sull’entità e le dimensioni del problema.

3) Emissioni dal trasporto aereo e marittimo. Le emissioni provenienti dal trasporto aereo e da quello marittimo per le rotte ed i collegamenti internazionali non sono considerati e non vengono conteggiate come emissioni nell’attuazione del Protocollo di Kyoto per la difficoltà di attribuire tali emissioni ad un dato Paese (se al paese di partenza, o al paese di arrivo, o al paese ove risiede la sede legale della compagnia aerea o dell’armatore marittimo, o al paese dove vi sono le principali attività). Il problema non è semplice e quindi, viene affidato all’organo di supporto tecnico (il Substa) di analizzare il problema e di proporre possibili soluzioni.

L’Enpa chiede un atto di coraggio

Tempo di lettura: < 1 minuto

Un atto di coraggio. È quanto chiede l’Ente nazionale protezione animali al nuovo Parlamento, affinché segua l’esempio di altri Paesi europei, tra cui Grecia e Austria, che hanno detto no allo sfruttamento degli animali nei circhi.

Un elenco – quello degli Stati virtuosi – che si amplia sempre di più con il passare del tempo e che ha visto la new entry dell’Inghilterra con lo stop allo sfruttamento degli animali selvatici nei circhi, che entrerà in vigore a partire dal 2015. «Questi Governi – spiega l’Enpa – stanno raccogliendo un sentire molto diffuso a livello di opinione pubblica europea, sempre più attenta alla tutela degli animali e della biodiversità».
«Naturalmente – prosegue la Protezione Animali – il nostro Paese non fa eccezione, come dimostrano sia le ordinanze restrittive all’attendamento dei circhi emanate da alcuni Sindaci sia il crescente successo di pubblico riscosso dai circhi senza animali. Un plauso particolare va a Lecce dove il consiglio comunale si è espresso contro i circhi con animali». Ma si tratta di provvedimenti che, da soli, non bastano. Infatti secondo l’Enpa, occorre un intervento a livello nazionale che fissi principi comuni per le nostre differenti realtà territoriali.
«L’Enpa ha proposto misure restrittive relative all’uso di specie selvatiche ed esotiche – aggiunge la Protezione Animali – anche per il rispetto delle normative vigenti sulla tutela dell’incolumità e della salute pubblica, per arrivare infine al bando di tutti gli animali nei circhi. I fondi previsti per il sostegno all’attività circense dovrebbero essere destinati unicamente a quelle insegne circensi che hanno scelto di non sfruttare altri esseri senzienti».

Le innovazioni avanzano

Tempo di lettura: 2 minuti

In realtà, ovunque le innovazioni avanzano ad un ritmo più serrato di quanto viene normalmente percepito: sulle autostrade della California stanno per essere installati circa 250 distributori di idrogeno, mentre in Giappone sono in progettazione numerosi modelli di auto ad H2. In effetti, le case automobilistiche puntano da anni su questo tipo di tecnologie: alcune propongono sistemi che utilizzano idrogeno liquido in un motore a combustione interna, altre un sistema ibrido con l’utilizzo di due motori (uno tradizionale a benzina e uno che sfrutti celle a combustibile), altre ancora celle a combustibile tout court.
Anche in Italia si rileva un certo fermento: quaranta soggetti tra Università, istituti di ricerca ed imprese sono coinvolti in venti programmi avviati dal ministero dell’Ambiente con un investimento di 190 milioni di euro. Frattanto, hanno da poco compiuto un anno il movimento Hydrogencities che si batte in Europa per un futuro energetico integrato, il centro di eccellenza HySy_Lab nato all’Enviroment Park di Torino e l’Associazione Italiana H2IT impegnata nel monitoraggio delle iniziative messe in atto dalla «Taskforce Idrogeno Italia», rapportandole al contesto internazionale.
Al Meeting di Rimini del 23 agosto scorso si è tenuto un incontro sul tema «Idrogeno: la sfida possibile», durante il quale si è fatto il punto sull’attuale situazione e se ne sono delineati gli scenari futuri. Ad esempio, in base alla crescita esponenziale della richiesta di energia nel proprio Paese, il rappresentante cinese ha previsto ampie opportunità per il settore.
In scala ridotta, si registrerà lo stesso trend in una città come Milano ove 9.300.000 abitanti circolano su 6.000.000 auto e 500.000 autocarri. Infatti, un progetto sull’idrogeno è già in fase esecutiva alla Bicocca, mentre altri sono previsti per il Palazzo Pirelli, la nuova sede della Regione ed il rilancio del Polo di Arese.
Infine, lunedì 11 ottobre Fabio Orecchini, coordinatore di H2 Roma e docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, ha presentato i contenuti dell’edizione 2004 «Mobilità ad Idrogeno: Ricerca ed Industria disegnano il percorso di avvicinamento». Come effettivamente suggeriva il tema, si è trattato di un confronto dinamico tra gli impegni assunti dai rappresentanti delle istituzioni da un lato e, dall’altro, i progetti dei ricercatori e le prospettive di mercato dell’industria automobilistica.
Tra l’altro, pare ragionevole prevedere che quest’ultima farà lievitare la domanda d’idrogeno sino a quadruplicarla nell’arco di un decennio: pare un gioco di parole, ma il vero «motore»sarà proprio il settore trasporti, ad esempio con la diffusione di autobus dei quali già esistono diversi prototipi.
Dopo di che, superate alcune barriere strutturali (dovute alla carenza di infrastrutture e reti di distribuzione), economiche (per i costi ancora troppo elevati) e sociali (perché i consumatori tendono a privilegiare le tecnologie consolidate rispetto a quelle innovative), la strada dovrebbe essere tutta in discesa.
M. V.

L’Osservatorio ambientale

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L’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, previsto nell’ambito del Protocollo d’intenti tra la Regione Basilicata e l’Eni Spa, con sede a Marsico Nuovo, è in piena attività e ha già prodotto risultati. La sua finalità non è di «breve periodo», ma articolata su un più ampio arco temporale e con questo obiettivo sono state avviate una serie di attività che consentono di raccogliere dati e di valutare la qualità ambientale della Val d’Agri.

Tra i progetti messi in campo, vale la pena evidenziare l’accordo con l’Imaa Cnr che ha permesso l’avvio di studi relativi alle seguenti tre tematiche: sistema per lo studio della sismicità locale; realizzazione del cockpit ambientale per il controllo predittivo degli impatti ambientali in Val d’Agri; modello integrato di matrici ambientali.
In parallelo, si è avviato un progetto di gestione dell’informazione ambientale da attuare con l’Università Bocconi – Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente (Iefe) per sviluppare prodotti relativi all’informazione ed alla partecipazione pubblica in materia ambientale, realizzando un catalogo delle informazioni ambientali e costruendo un processo partecipato di valutazione e comunicazione del rischio ambientale dell’area della Val d’Agri.
È stato recentemente sottoscritto l’accordo con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per l’attuazione di un programma di ricerca «Ambiente e Salute» che ha come obiettivo la valutazione dell’impatto sull’ambiente delle attività antropiche nell’area della Val d’Agri e degli indicatori di salute della popolazione residente nelle aree di interesse.
Tutta l’informazione ambientale indispensabile per la completa conoscenza da parte del territorio dello stato del suo ambiente è disponibile on line, dai primi di novembre, sul sito web dell’Osservatorio Ambientale.
Le finalità dell’Osservatorio richiedono attività complesse e delicate, che necessitano di competenze e approfondimenti e sono destinate a svilupparsi in continuo.