Gazprom: the return of the empire

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It owns the largest hydrocarbon resources in the world and can meet the growing demand for natural gas in Europe. Investment, innovation and integration, to become a leader in the energy world. A strategy with three ?i’s?

Rischia di chiudere l’Infs

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Servono 5 milioni di euro per salvare un patrimonio di esperienza, conoscenze e competenze unico nel nostro Paese nel campo della gestione della fauna selvatica e della conservazione della biodiversità

In Svezia sin dal 1995 elettricità e calore da biomasse

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Già nel 1995 la Svezia soddisfava circa il 15% del suo fabbisogno energetico con calore ed elettricità prodotti a partire dalla biomassa.
Allora erano in funzione 200 centrali di riscaldamento e cogenerazione alimentate con legno, proveniente sia dalle foreste già esistenti sia da coltivazioni di salice a corta rotazione (4-5 anni). Furono realizzate piantagioni di salice a fini energetici per 11.000 ettari. Le colture erano impiantate semiautomaticamente con talee di 20 cm circa, ad una densità di 18.000 talee per ettaro. La raccolta dei salici veniva effettuata ogni quattro anni, quando le piante raggiungevano l’altezza di sei metri, con macchine che tagliavano i tronchi e li cippavano.
Il bilancio energetico delle piantagioni era già allora largamente positivo: l’energia prodotta era circa 15-18 volte superiore a quella utilizzata per la coltivazione.

Sospetto traffico di legname illegale

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Il legno, intercettato nel porto di Anversa, proviene dal Bacino del Congo, la seconda foresta tropicale dopo l’Amazzonia dove opera una delle più discusse compagnie ripetutamente coinvolta in attività illegali. In queste aree l’elefante di foresta e i grandi primati come gorilla e scimpanzé rischiano per sempre l’estinzione

La Chimica sostenibile

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L’ultimo sviluppo della chimica, la cosiddetta Chimica Verde (un termine che a me non piace) trova fondamento nell’assunzione che chi progetta un prodotto chimico di qualsivoglia natura deve considerare gli effetti che dal suo uso si possono avere per l’ambiente e la salute umana. Questo significa cambiare la vecchia impostazione secondo la quale i 2 termini del binomio economia/ambiente sono fra loro incompatibili: o si procede pensando agli interessi dell’uno o dell’altro, non è possibile farlo negli interessi di entrambi.
Oggigiorno le compagnie si accollano costi dell’ordine delle centinaia di milioni di dollari per rimuovere diossine, metalli pesanti, amianto ed altri inquinanti. L’unica soluzione per ridurre drasticamente questi costi sta nella prevenzione: questo è il reale motivo che ha fatto divenire in questi ultimi 10-15 anni la chimica verde un affare da molti milioni di dollari.
Essa consiste sostanzialmente nel ripensare gli schemi di produzione in modo tale da cambiare i nostri stili di vita e di non danneggiare il nostro ecosistema. Molti chimici vi lavorano da anni, a partire dalla sua sede per eccellenza, l’Agenzia Americana per la Protezione dell’ambiente (Epa) sotto la cui egida sono stati portati avanti programmi di ricerca, di sviluppo e di implementazione di tecnologie chimiche innovative che vogliono prevenire l’inquinamento con metodi scientifici ed economici.
Ufficialmente la nascita della chimica verde si fa risalire al 1991. Da quella data la crescita progressiva che ne è seguita è stata sostenuta dalle nuove conoscenze relative ai materiali pericolosi ed a quelli innocui, dalla crescente abilità dei chimici a manipolare le molecole per creare i composti desiderati, dai costi crescenti derivanti dalle esigenze di smaltire materiali pericolosi.
I primi programmi di Chimica Verde non erano regolati e sostanzialmente procedevano con le partecipazioni volontarie di industrie, accademie, agenzie governative, società scientifiche, organizzazioni commerciali, laboratori nazionali e centri di ricerca per promuovere la prevenzione dell’inquinamento. I principi della chimica verde possono essere individuati nella prevenzione di rifiuti e scarti da smaltire o detossificare, nella produzione di «chemicals», sicuri ed efficaci, nella progettazione di metodi di sintesi meno rischiosi sia per l’uomo sia per l’ambiente, nell’impiego di materie prime rinnovabili (prodotti agricoli o scarti di altre produzioni), nell’uso di catalizzatori riutilizzabili più che di reattivi stechiometrici, nell’evitare in un processo chimico il procedere di processi aggiuntivi secondari (che produrranno altre scorie), nella ricerca della massima economia atomica e molecolare (come rapporto fra le moli della materia prima e quelle del prodotto finale), nell’uso di solventi e condizioni sperimentali quanto più sicure possibile, nella ricerca del massimo rendimento energetico (se possibile scegliere reazioni che avvengono a temperature e pressione ambiente), nelle progettazioni di prodotti che possono, alla fine del loro ciclo, essere smaltiti e degradati, senza accumuli ambientali, nel monitoraggio continuo al fine di evitare che si producano prodotti secondari, nel ridurre al minimo il potenziale rischio per incidenti (esplosioni, incendi, sversamenti). Oggi il termine è sempre meno utilizzato sostituito da Chimica sostenibile a cui Euchems, la Federazione europea della Società Chimica, sta per dedicare un premio. La differenza non


è solo terminologica. Sostenibile vuol dire capace di mantenersi a lungo, senza decadimento o interruzione quindi garantendo anche alle generazioni successive il dovuto contributo e le risorse ambientali, alimentari, produttive sulle quali tale contributo si basa.

PROGRAMMA COMPLEMENTARE

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Lunedì 16 giugno
Colloquio: Popolazioni indiane e clima ? le trattative internazionali sul clima fanno scomparire i diritti degli indigeni?
Martedì,17 giugno
Tavola rotonda: Energie rinnovabili: sperimentare in Germania ? trarre profitto sul mercato mondiale?
Mercoledì 18 giugno
Tavola rotonda: ?Kuvade ? aiuto alle nascite per l’Amazzonia?
Il progetto indiano per le ostetriche nell’ambito dell’azione artistica dell’Alleanza per il Clima ?100 Immagini verdi per l’Amazzonia? del Progetto GRÜN in Brasile.
Giovedì 19 giugno ? Escursione
Passeggiata ?Il quartiere governativo solare?
Numero minimo di 20 partecipanti: è pertanto indispensabile l’iscrizione
Per il programma dettagliato:coordinamento@climatealliance.it

Energia – Le sfide future passano dalla collaborazione internazionale

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L’iniziativa chiede la sospensione dei contributi

Le iniziative

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Domenica 24 febbraio – 2^ domenica ecologica
In piazza Vittorio Emanuele II

Animazione per bambini:
laboratori didattici sul tema della mobilità sostenibile in città dal titolo «Amica bici» e «Fantastica la mia bici».
Orario attività: dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 17 nel salone d’entrata del Comune di Rovigo.

Stand informativo del comune di Rovigo:
distribuzione materiale informativo su varie tematiche ambientali e informazioni sui servizi forniti dall’ufficio ambiente.

Stand informativo di Asm – Divisione Ambiente:
campagna informativa sulla corretta raccolta dell’olio ad uso domestico e suoi possibili impieghi; presentazione mezzi a basso impatto ambientale; l’impatto ambientale della raccolta differenziata sulla mancata emissione di CO2

Stand informativo e espositivo di Alchèmia: Biopole, il carburante naturale fatto in Polesine

Presentazione e dimostrazione pratica della produzione di Biodiesel «Biopole» degli impianti Alchèmia di Cavanella Po. Verrà distribuito del materiale informativo

ARPAV:
Il Dipartimento Provinciale di Arpav (Agenzia Regionale per la Protezione e Prevenzione Ambientale del Veneto) di Rovigo partecipa con un laboratorio mobile per il monitoraggio dell’aria in funzione, che consentirà agli interessati di prendere visione dei sistemi di acquisizione dei dati della qualità dell’aria.
Saranno visibili su appositi pannelli i risultati dell’attività di monitoraggio della qualità dell’aria nel territorio provinciale di Rovigo degli ultimi anni, confrontati con quelli misurati nelle altre province della Regione Veneto.
Presenza di uno stand nel quale i cittadini potranno vedere, attraverso proiezioni di immagini, le fasi operative per la misura gravimetrica e la validazione delle polveri inalabili (PM10), potranno conoscere le modalità di accesso alla pagina Internet dei «Dati sulla qualità dell’aria in diretta», potranno formulare domande sulla struttura organizzativa e sulle funzioni dell’Agenzia, sulle tematiche ambientali da essa curate e potranno ritirare materiale informativo.

Esposizione di mezzi elettrici a pedalata assistita
Stand informativo della Fiab e Carnevale in bici

A partire dalle 10 il gruppo «amici della bici» aspetta tutti gli amanti della bicicletta in Piazza Vittorio Emanuele. Vestiti in maschera e in sella al proprio «mezzo» rallegreranno e coloreranno le vie del centro.

AZIENDA ULS 18 «Settore Igiene e Sanità pubblica»: il gruppo di cammino organizza una camminata per le vie del centro storico aperta a tutti i cittadini di Rovigo. Ritrovo davanti alla sala della Gran Guardia alle 10,30.

Gadget per tutti i partecipanti alla giornata, grandi e piccini. Per l’occasione saranno aperti:

MUSEO DEI GRANDI FIUMI:
Orario di apertura: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30
Biglietto d’ingresso PROMOZIONALE: 1 ?
– Mostra archeologica «La fragilità dell’urna: la mostra illustra le scoperte effettuate nella necropoli di Narde (Fratta Polesine ? RO) nel corso dell’ultima indagine archeologica (2004 ? 2005). Le oltre 200 sepolture rinvenute, tutte databili all’età del bronzo finale/prima età del ferro (XII?IX sec. a.C.), vengono presentate a conclusione di un importante intervento di restauro

– Mostra il «Museo delle Ghise» viaggio documentario delle città attraverso tombini ? manhole provenienti da tutto il


mondo. Questi manufatti, tipici dell’ambiente urbano, con nomi, date e simboli storici in essi raffigurati, risultano esser vere e proprie opere di design industriale pronte a «raccontare» la storia della città ma soprattutto la bravura degli ideatori e fonditori che li hanno creati e di cui ancora poco si sa.

PALAZZO ROVERELLA:dal 10 febbraio è aperta al pubblico la «La Belle Epoque»
Orario di apertura: dalle 9 alle 20.
Biglietto d’ingresso: 9 ? Intero
7 ? Ridotto (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate); gratuito (bambini fino ai 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, militari in divisa); gruppi (almeno 20 persone) ? 7 (gratuito per un accompagnatore).
La mostra ripercorre la complessa stagione artistica che ha attraversato l’Europa negli anni 1880 – 1915. Oltre alle numerose tele, anche alcune affiches d’epoca.

Tempio della Beata Vergine del Soccorso (Rotonda)
Orario di apertura per le visite: dalle 15,30 alle 19.
Ingresso libero
Il monumento sacro più importante della nostra città; tempio a pianta ottagonale noto come la Rotonda per la sua forma riconducibile al cerchio.

Biblioteca Comunale A. Carlizzi (Via Corridoni 40)
Orario di apertura: dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 17.
Ingresso libero.

(Fonte Comune di Rovigo)

Il trasporto marittimo di petrolio

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E gli esempi di collaborazione più significativi illustrati fanno riferimento agli incidenti che negli ultimi anni hanno coinvolto petroliere di grandi dimensioni, Erika, Prestige e Haven. «Eventi sicuramente catastrofici, anche per la grande visibilità dell’impatto ? afferma il presidente di Aiom, Associazione ingegneria off-shore e marina, Maurizio Gentilomi – ma il rapporto con altri fattori di inquinamento va riletto con la stessa proporzione che esiste tra un disastro aereo, in cui perdono la vita decine e decine di persone, e la quasi quotidiana strage quotidiana».
E prosegue illustrando i numeri del trasporto petrolifero: 11/12 milioni di tonnellate di oli all’anno (per lo più greggio, ma anche nafta, semilavorati e prodotti chimici) di cui circa 3mila viaggiano sulle 4/500 superpetroliere in attività al mondo. «Ma l’industria petrolifera ha da anni sviluppato particolare attenzione alla sicurezza ? continua Gentilomi ? alla tecnologia e alla prevenzione. Il tema vero è quello del consumo smodato di energia, oltre il 40% del quale da idrocarburi fossili, cioè da fonti non rinnovabili. Nel medio periodo, nonostante l’allarme per il progressivo esaurirsi dei bacini (le previsioni affermano che tra meno di trent’anni avremo consumato già oltre metà dei depositi di idrocarburi esistenti), il consumo aumenterà di un 2/2,5% annuo».
Servono quindi nuove strategie, attività di ricerca e sinergie tra istituzioni, enti di ricerca, imprese e cittadini per mettere in campo alternative energetiche in ogni ambito: dalla produzione industriale ai consumi domestici. Questo l’obiettivo e l’auspicio con cui si chiude la Settimana della cultura ambientale, per arrivare a progettare in concreto l’idea di sviluppo sostenibile che in questi giorni si è condivisa.

Mediterraneo a rischio tropicalizzazione

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Cinquantanove dal Mar Rosso e quaranta dall’Atlantico: tante le nuove specie ittiche penetrate nelle acque del Mediterraneo negli ultimi anni

Il Centro d’avanguardia dove si reinventano le ossa

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Ossa, articolazioni, denti. In questo delicato settore della medicina Firenze è da vari anni punto di riferimento in Italia e a livello internazionale per la presenza del Centro Traumatologico Ortopedico (Cto) e della Scuola Odontoiatrica. Ora dispone anche di un Centro per lo Studio della Biologia dei Tessuti Calcificati nelle Patologie Osteoarticolari, un’area con 35 unità fra personale clinico e di laboratorio (i ricercatori sono 22), già considerata di eccellenza per i casi più complicati, in particolare per l’indagine genetica.
Con Sede al Dipartimento di Medicina Interna di Careggi, lo ha progettato e dirige una studiosa di fama, Maria Luisa Brandi, docente di endocrinologia all’Università di Firenze, esperta di genetica e malattie del metabolismo. «Il Centro ? spiega ? ci consente di creare un punto di raccolta per tutte le specialità e di garantire sia la ricerca di base, sia quella con applicazioni cliniche, ovvero di sperimentare tecniche diagnostiche e terapeutiche innovative per la cura delle patologie dell’apparato scheletrico e dentario».

Grazie a queste tre strutture (Cto, Scuola, Centro) Firenze è cresciuta ulteriormente in termini di visibilità e di attività di ricerca. Nel campo delle malattie dell’osso sta vivendo una fase assai dinamica e promettente, con importanti ricadute anche a livello industriale. Finanziare questi progetti diventa dunque strategico per la città e l’intera Toscana.
È perciò che l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha contribuito con un investimento di 610mila euro a dotare il Centro delle più moderne attrezzature, necessarie a tenere il passo della competizione scientifica mondiale. Tra gli altri, un microscopio confocale per osservare il comportamento delle cellule, un sistema microarray per analizzare migliaia di geni insieme, un sequenziatore per studiare le sequenze dei geni.
«L’apporto delle nuove tecnologie nel campo della ricerca medica ? spiega la professoressa Brandi ? non è solo la naturale conseguenza di un processo metodologico, quanto soprattutto la condizione necessaria per sviluppare protocolli terapeutici ancora in fase di sperimentazione e per entrare con maggiore definizione nella trattazione di ogni singola patologia».

Il Centro opera su base interdisciplinare (ricercatori di base, metabolisti, endocrinologi, ortopedici, radiologi, odontoiatri, medici nucleari, ecc.) in tre diverse aree di ricerca.
1) La prima riguarda l’ingegneria dei tessuti per la riparazione di cartilagini e ossa. Si progettano cioè nuovi biomateriali per una chirurgia intelligente. Tra i risultati più brillanti, un sistema per ottenere cellule staminali in quantità illimitate (ricavandole non più dall’osso, ma dal grasso) e la stronzioapatite, sostanza capace di stimolare la costruzione di nuovo osso, determinante per curare l’osteoporosi, malattia diffusissima e tremenda. Ora se ne sta sintetizzando una in grado addirittura di impedire la distruzione dell’osso, cioè di sbarrare la strada all’osteoporosi.
2) La seconda area della ricerca è dedicata alla genetica dei disordini delle malattie ossee. E grazie alla strumentazione acquistata con i fonti dell’Ente Cassa di Risparmio è stato messo a punto il primo test capace di valutare il rischio di osteoporosi prima di ammalarsi.
3) Infine la terza area, riservata alla farmacogenetica. In proposito il Centro della professoressa


Brandi è il primo al mondo ad aver sperimentato e pubblicato il genotipo di una persona confrontato con la risposta a farmaci particolari (vitamina D, estrogeni, bifosfonati). Una procedura che consente di stabilire anche eventuali effetti collaterali.
(Info: Centro per lo Studio della Biologia dei Tessuti Calcificati nelle Patologie Osteoarticolari
Dipartimento di Medicina Interna, Viale Pieraccini 6, 50139 Firenze, Tel. 055.4296586, www.dmi.unifi.it, m.brandi@dmi.unifi.it
Ente Cassa di Risparmio di Firenze, via Bufalini 6, 50122 Firenze, Tel. 055.2613288, ente@entecarifirenze.it
Ufficio stampa: Emanuele Barletti, Tel. 055.2612012, Emanuele.barletti@entecarifirenze.it
Catola & Partners, via degli Artisti 15B, 50132 Firenze, Tel. 055.5522867/892, r.catola@flashnet.it).

La Regione adriatica costruisce lo sviluppo sostenibile

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Cosa si sta costruendo, l’esempio delle altre realtà internazionali e il ruolo di Molfetta con il suo consistente piano di integrazione e sviluppo dell’area portuale

Clean Development Mechanism – Cdm

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Riguardo alle implicazioni di possibili variazioni al limite dei progetti di piccola scala di afforestazione e riforestazione come attività Cdm, si è stabilito, in sostanza, di raddoppiare tale limite a 16 KtonCO2/anno. Il Segretario Esecutivo Unfccc Yvo de Boer ha spiegato in proposito che questa decisone, oltre ad ampliare l’estensione geografica del Cdm, permetterà ai Paesi senza una base economica ed un settore energetico forti, come molti paesi Africani ed alcuni Stai più piccoli in via di sviluppo, di beneficiare del meccanismo.
(Decisione: unfccc.int/files/meetings/cop_13/application/pdf/cmp_ssc_ar_cdm.pdf).

(Fonte Ipcc Focal Point Nazionale)

Il deserto che avanza

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Le falde acquifere e i pozzi della Cina settentrionale hanno pagato un pesante tributo alle sterminate coltivazioni di tabacco e di cereali. Si tratta di una zona in gran parte semiarida, ma la siccità è un male diffuso. Quasi un terzo dell’intero stato è coperto da deserti che tendono ad ampliarsi provocando perdite annuali superiori ai seimila milioni di dollari. Secondo la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa, Trieste) una delle minacce più gravi viene dall’avanzata del deserto di Gobi, che nel 2001 veniva quantificata in 2.460 chilometri quadrati annui.
Nel 1978 il governo ha intrapreso il progetto «Grande Muraglia Verde» con l’obiettivo di creare entro il 2050 una cintura forestale lunga quasi 5.000 chilometri. Ciò dovrebbe ridurre sensibilmente l’erosione del suolo e contemporaneamente proteggere Pechino ed il resto della Cina centrosettentrionale dalle frequenti tempeste di sabbia.
Secondo il Wwf porre un freno alla desertificazione richiederà uno sforzo enorme, ma le perdite sarebbero ancora maggiori se ciò non avvenisse. Tra l’altro la scomparsa dei terreni coltivabili costringerebbe la popolazione a migrare verso est, in territori che non resisterebbero indenni ad un esodo di massa.

Incendi – Campania e Calabria le regioni più colpite

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In Sicilia il maggior numero di ettari distrutti. Una piaga con danni diretti al patrimonio forestale, ma anche indiretti sull’uomo, sull’economia, sul territorio

Ma occorrono altri investimenti

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Ma, tutto ciò non basta: e solo il minimo.
Occorrerebbero infatti questi ulteriori investimenti che portano a triplicare la cifra precedente. In particolare occorrerebbero:

1) nel settore della produzione di energia: 158 miliardi di dollari l’anno per i biocarburanti e 67 miliardi di dollari l’anno per l’efficienza energetica;
2) nel settore industriale: 36 miliardi di dollari l’anno per le tecnologie a bassa emissione di anidride carbonica (cattura del carbonio, combustibili puliti, ecc);
3) nel settore dei trasporti: 88 miliardi di dollari l’anno per motori autoveicolari più efficienti e per ristrutturare e rendere più efficiente il sistema dei trasporti;
4) nel settore dell’edilizia pubblica e privata: 51 miliardi di dollari per l’efficienza energetica degli edifici destinati ad uso residenziale, commerciale e terziario;
5) nel settore dell’agricoltura: 35 miliardi di dollari l’anno per ridurre le emissioni derivanti dalle attuali pratiche agricole e per una migliore gestione agroforestale;
6) nel settore forestale: 21 miliardi di dollari per la riforestazione e la riduzione del degrado dei suoli forestali.

Pur essendo cifre rilevanti, quanto sopra significa che gli investimenti che dovranno essere fatti nel campo della mitigazione ammontano a circa lo 0,3-0,5% del prodotto mondiale lordo, molto meno di quanto si dovrebbe sborsare per riparare i danni previsti dagli scenari di cambiamento climatico al 2030.

Il modello della sostituzione efficiente

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Finora i consumi di energia primaria da fonti fossili sono stati via via abbattuti con la sostituzione di componenti tecnologiche a consumo più basso e con l’introduzione di sistemi di generazione basati su fonti rinnovabili. La «sostituzione efficiente» ha permesso una rapida penetrazione di queste tecnologie sul mercato attraverso un’azione combinata tra gli incentivi, che riguardano il conto energia, i certificati bianchi, il recupero fiscale del 55%, e i requisiti minimi relativi ai sistemi energetici, ai motori, agli edifici e agli elettrodomestici.
Si tratta di una strategia che dovrebbe consentire di conseguire l’obiettivo del recupero del 9,6% entro il 2016, come previsto dal Piano d’azione italiano per l’Efficienza energetica.

Il modello dello sviluppo integrato dell’efficienza

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Il limite dell’approccio appena citato si potrebbe esprimere con una metafora: «tanti strumenti musicali perfetti non fanno un concerto». Ciò che manca alla metodologia della «sostituzione efficiente» è una visione più sistemica, che permetta di valutare un insieme coordinato di nuove tecnologie di consumo e generazione locale di energia, armonizzato con le opportunità territoriali e le esigenze locali. Un esempio concreto è rappresentato dalla valutazione energetica degli edifici, dove l’applicazione asettica delle singole tecnologie «top class» (classe A su involucri ed impianti), progettate sul principio della soddisfazione delle richieste nel periodo di maggiore sollecitazione, può portare alla vanificazione dell’intervento stesso. In questo caso, la soluzione ottimale va individuata a livello complessivo, valutando per l’intero edificio gli indici relativi a prestazioni, efficienza, costo, CO2 dell’intero sistema edificio-impianto, sulla base di un modello di calcolo dinamico che includa le caratteristiche climatiche locali ed i comportamenti estate-inverno. Si può scoprire così che alcune tecnologie sono tra loro contrastanti, che le caratteristiche climatiche locali generano soluzioni differenti e che soltanto una progettazione ottimizzata può abbattere i costi e i tempi di ritorno dell’investimento.

Pericoloso via libera al mais transgenico

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«Com’è possibile che venga autorizzato un mais Ogm nel quale compaiono frammenti di Dna non intenzionalmente inseriti e addirittura funzionali? Già questo – spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace – dovrebbe rendere tale Ogm non sicuro»

Greenpeace: ora la palla passa alle Nazioni Unite

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Il G8 ha fallito nel prendere le decisioni necessarie per arrestare i cambiamenti climatici. L’accordo finale è pieno di parole vaghe, come «considerare seriamente», e fallisce nell’intesa sugli obiettivi vincolanti. Non agire per tagliare le emissioni globali di gas serra entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, significa provocare disastri per miliardi di euro. Greenpeace, tuttavia, ha accolto favorevolmente il fatto che le prossime negoziazioni avverranno nell’ambito delle Nazioni Unite.

«Ad Heiligendamm, il G8 ha chiaramente fallito nell’ottenere quanto necessario – ha detto Daniel Mittler, esperto delle politiche del clima di Greenpeace International – . Ora, tuttavia, le Nazioni Unite possono guidare l’accordo sui rigorosi obiettivi di cui il mondo ha disperatamente bisogno. Perché questi negoziati abbiano successo, i paesi del G8 che hanno ratificato Kyoto devono ora impegnarsi in maniera indipendente a ridurre le loro emissioni del 30% entro il 2020, e dell’80-90% entro il 2050. Alla Merkel, come leader del summit, viene richiesto uno sforzo aggiuntivo per portare la Germania ad un ulteriore taglio del 40% entro il 2020».

Greenpeace ha altresì condannato la mancata azione verso la protezione delle foreste tropicali, responsabili per oltre il 25% delle emissioni globali di CO2. «Il G8 ha affermato di voler salvare il clima ma ha fallito anche nel non darsi come obiettivo quello di fermare la deforestazione e fornire le risorse economiche necessarie per proteggere le foreste primarie del pianeta», ha affermato Martin Kaiser, esperto di foreste di Greenpeace International.

(Fonte Greenpeace)