La magia della Toscana ammalia con cultura e sapori

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La Toscana, con le sue città d’arte e le colline che sembrano affreschi, influenza la scelta del turista che vuole abbinare al suo periodo di riposo la scoperta di luoghi stimolanti dal punto di vista culturale, ma anche enogastronomico; difatti, come un po’ per l’Italia tutta in genere, la cucina di questa terra, abbinata sapientemente ai vini pregiati tipici di questo luogo come il celebre Chianti, attira il visitatore più attento alla ricerca di piaceri non solo visivi.

Se è vero che la famiglia è l’anticamera della società, riproducendola in dimensioni micro, allora è sicuramente fondata la percezione che si ha una volta giunti in questa suggestiva regione: collettività matriarcale, o almeno in grado di riconoscere il ruolo cardine della donna, intorno alla quale si muovono i meccanismi del lavoro non solo d’ufficio, ma anche domestico.
Infatti è da epoche remote che alla donna viene riconosciuta questa posizione: dai tempi degli Etruschi è scritto che i primi abitanti di questa terra vollero fortissimamente che la donna sedesse di diritto insieme con gli uomini nei banchetti pubblici come nell’intimità della casa, nella quale poteva dilettarsi nelle varie sperimentazioni culinarie che dessero sostegno e nutrimento ai propri consanguinei.
Ingredienti fondamentali della cucina toscana sono l’olio d’oliva ed il pane che con gli avanzi della zuppa di fagioli si trasforma nella famosa e tipica ribollita.
Altra pietanza peculiare toscana è la pappa con il pomodoro: pane, cipolla, basilico e olio si uniscono in un impasto di rara squisitezza. Gusti semplici, senza troppe pretese, ma indubbiamente carichi di reminiscenze popolari, di un passato in cui la tavola era imbandita solo di ciò che offriva la terra, durante il sacro raccoglimento serale dei componenti della numerosa famiglia pronta a ritemprarsi dopo le fatiche dei campi.
Nei dolci la tradizione toscana è particolarmente sobria: niente creme, nessuna farcitura particolare o ricca di panna. Si preferisce la farina di castagna, la frutta secca come l’uvetta e le mandorle tostate. Difatti apprezzatissimi nella zona e ormai nel mondo sono i biscotti duri inzuppati nel vin santo.
Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta per chiunque voglia farsi coinvolgere dai mille volti e potenzialità di questa regione così intrisa di mistero, storia e gusto dal sapore antico.

Un crescendo di dati e studi ma…

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Che cosa dice il rapporto dell’Apat del 2007

I cambiamenti climatici da ipotesi a rischio

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Diventa sempre più urgente procedere sia verso la mitigazione dei cambiamenti del clima (riducendo le emissioni di gas serra), sia verso l’adattamento ai cambiamenti del clima- Per il Wwf è tempo di passare all’azione- Il rapporto completo dell’International symposium on the stabilisation of greenhouse gases

Il deserto che avanza

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Le falde acquifere e i pozzi della Cina settentrionale hanno pagato un pesante tributo alle sterminate coltivazioni di tabacco e di cereali. Si tratta di una zona in gran parte semiarida, ma la siccità è un male diffuso. Quasi un terzo dell’intero stato è coperto da deserti che tendono ad ampliarsi provocando perdite annuali superiori ai seimila milioni di dollari. Secondo la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa, Trieste) una delle minacce più gravi viene dall’avanzata del deserto di Gobi, che nel 2001 veniva quantificata in 2.460 chilometri quadrati annui.
Nel 1978 il governo ha intrapreso il progetto «Grande Muraglia Verde» con l’obiettivo di creare entro il 2050 una cintura forestale lunga quasi 5.000 chilometri. Ciò dovrebbe ridurre sensibilmente l’erosione del suolo e contemporaneamente proteggere Pechino ed il resto della Cina centrosettentrionale dalle frequenti tempeste di sabbia.
Secondo il Wwf porre un freno alla desertificazione richiederà uno sforzo enorme, ma le perdite sarebbero ancora maggiori se ciò non avvenisse. Tra l’altro la scomparsa dei terreni coltivabili costringerebbe la popolazione a migrare verso est, in territori che non resisterebbero indenni ad un esodo di massa.

Open Call

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«Love Difference» invita enti, istituzioni, artisti a segnalare progetti e attività nell’area mediterranea, che:

– creano forme di scambio e dialogo tra diverse identità culturali attraverso percorsi creativi e attività culturali
– tutelano identità culturali minacciate
– portano alla luce identità culturali condivise attraverso la creazione di immaginari comuni e dinamiche di gruppo

Le segnalazioni serviranno a:

1. Allargare la rete «Love Difference»
2. Promuovere progetti, ricerca, supporti (sponsorizzazioni) e mobilità tra i diversi Paesi del Mediterraneo
3. Selezionare partecipazioni alla sezione Love Difference all’interno della rassegna annuale di Cittadellarte ? Fondazione Pistoletto «Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile» (giugno-novembre 2005, Biella, Italia)

Le segnalazioni dovranno contenere:

– Curriculum Vitae (o presentazione dell’istituzione/organizzazione)

– Descrizione generale delle attività o dei progetti

– Descrizione specifica e dettagliata di una singola attività o progetto: obiettivi, risultati, problematiche, collaborazioni attivate

– Eventuali documenti integrativi: fotografia, video, pubblicazioni etc.

– I testi devono essere compresi tra un minino di 4000 e un massimo di 7000 battute (da 3 a 5 cartelle), preferibilmente in lingua inglese (sono ammessi testi in francese, spagnolo e italiano).

– I testi devono pervenire entro l’11 marzo 2005. I risultati dell’Open Call saranno comunicati entro il 11 aprile 2005.

Per ulteriori informazioni:
web site: www.lovedifference.org
oppure
Filippo Fabbrica
Love Difference Project Manager
e-mail: info@lovedifference.org

Invia le segnalazioni entro l’11 marzo 2005 a:
e-mail: editor@lovedifference.org

oppure a:
Open Call Love Difference Network
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto
Via Serralunga n. 27
13900 Biella – ITALY

Ma occorrono altri investimenti

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Ma, tutto ciò non basta: e solo il minimo.
Occorrerebbero infatti questi ulteriori investimenti che portano a triplicare la cifra precedente. In particolare occorrerebbero:

1) nel settore della produzione di energia: 158 miliardi di dollari l’anno per i biocarburanti e 67 miliardi di dollari l’anno per l’efficienza energetica;
2) nel settore industriale: 36 miliardi di dollari l’anno per le tecnologie a bassa emissione di anidride carbonica (cattura del carbonio, combustibili puliti, ecc);
3) nel settore dei trasporti: 88 miliardi di dollari l’anno per motori autoveicolari più efficienti e per ristrutturare e rendere più efficiente il sistema dei trasporti;
4) nel settore dell’edilizia pubblica e privata: 51 miliardi di dollari per l’efficienza energetica degli edifici destinati ad uso residenziale, commerciale e terziario;
5) nel settore dell’agricoltura: 35 miliardi di dollari l’anno per ridurre le emissioni derivanti dalle attuali pratiche agricole e per una migliore gestione agroforestale;
6) nel settore forestale: 21 miliardi di dollari per la riforestazione e la riduzione del degrado dei suoli forestali.

Pur essendo cifre rilevanti, quanto sopra significa che gli investimenti che dovranno essere fatti nel campo della mitigazione ammontano a circa lo 0,3-0,5% del prodotto mondiale lordo, molto meno di quanto si dovrebbe sborsare per riparare i danni previsti dagli scenari di cambiamento climatico al 2030.

Il modello della sostituzione efficiente

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Finora i consumi di energia primaria da fonti fossili sono stati via via abbattuti con la sostituzione di componenti tecnologiche a consumo più basso e con l’introduzione di sistemi di generazione basati su fonti rinnovabili. La «sostituzione efficiente» ha permesso una rapida penetrazione di queste tecnologie sul mercato attraverso un’azione combinata tra gli incentivi, che riguardano il conto energia, i certificati bianchi, il recupero fiscale del 55%, e i requisiti minimi relativi ai sistemi energetici, ai motori, agli edifici e agli elettrodomestici.
Si tratta di una strategia che dovrebbe consentire di conseguire l’obiettivo del recupero del 9,6% entro il 2016, come previsto dal Piano d’azione italiano per l’Efficienza energetica.

Allarme Nilo – Greenpeace va in Egitto

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Secondo gli scienziati non solo la portata del Nilo potrebbe ridursi del 75% per la fine del secolo, ma un innalzamento del livello del mare potrebbe allagare il 20% del delta del fiume

Cooperazione – Incontri che possono cambiare il mondo

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La pace, lo sviluppo sostenibile e condiviso si imparano, come dimostrano le esperienze dell’Istituto agronomico mediterraneo e di Intercultura onlus, che inizieranno a collaborare con progetti nel bacino mediterraneo

I lavori

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10,30 – Apertura dei lavori, Diana Theodoli Pallini, Presidente di Agriturist Toscana

11,00 – Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Nazionale di Agriturist, ?Esperienza di fattoria didattica?

11,15 – Pia Perrucca Orfei, insegnante di Educazione Alimentare, ?Esigenze delle scuole e dei ragazzi?.

11,30 – Rappresentate regionale ?Progetto regionale di educazione alimentare nelle scuole”

11,45 – Azienda Agrituristica Il Gallo, ?Esperienza di fattoria didattica?

12,00 – Dibattito

13,00 – Buffet con degustazione di prodotti tipici delle Aziende Agrituristiche partecipanti al Seminario.

14,00 – Evelina Mazzeo Istituto Tecnico Agrario G. Garibaldi di Roma, ? Stages di studenti stranieri presso le aziende agrituristiche?

14,15 – Cristina Zannoner, Giunti Editore, ?Pubblicazioni per le fattorie didattiche?

14,30 – Giorgio Lo Surdo, Direttore Nazionale di Agriturist, ?Disciplinare Agriturist per la qualità delle fattorie didattiche?.

14,45 – Azienda Agrituristica Monte Malbe di Perugia ?Esperienza di fattoria didattica?.

15,00 – Federico Vecchioni, Presidente dell’Unione Provinciale di Grosseto, ?Progetto della Camera di Commercio di Grosseto sulle fattorie didattiche”

15,15 – Dibattito

16,15 – Chiusura dei Lavori

Riflessioni dalla lettura di un recente libro

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In una sua opera, il prof. Hamburger riferiva di aver consultato il celebre neurologo Lhermitte a proposito di un suo paziente il quale, benché assistito da tutto un marchingegno, continuava a vegetare senza segni di miglioramento. Il prof. Lhermitte concluse il suo esame con queste parole: «Ma caro amico, il vostro malato è morto da parecchio». Così i macchinari scientifici erano riusciti a riproporre il famoso tema dei morti viventi caro alla letteratura dell’horror.
L’evoluzionismo o trasformismo biologico, una teoria in base alla quale le specie viventi discendono, perfezionandosi, da progenitori comuni e, per loro tramite, dalla materia bruta, è oggi un cadavere conservato a stento in uno stato di vita apparente.
È già molto tempo, tuttavia, che il morto presenta quei segni di putrefazione che, dicono voci autorevoli, vengono tenuti nascosti per ragioni strettamente ideologiche.
Già nel 1903, il famoso prof. Yves Delage (L’hérédité et la grand problème de la biologie générale) scriveva: «Sono assolutamente convinto che essere o non essere evoluzionisti non dipenda da ragioni desunte dalla storia naturale, ma dalle nostre opinioni filosofiche». Un ex direttore del Musèum National d’Histoire Naturelle di Parigi, Lemoine, qualche tempo dopo annotava: «L’evoluzione è una sorta di dogma al quale i sacerdoti non credono più, ma che tengono in piedi per il popolo». E persino l’illustre Jean Rostand (L’évolution, Delphine 1960), che comunque al dogma non intendeva rinunciare, lo definiva «una favola per adulti».
Il prof. Louis Bounoure, da parte sua, precisava: «Il più bell’esempio di sistema pseudoscientifico a priori è dato dalla teoria evoluzionista. L’evoluzione biologica è un mito del tutto illusorio».
Quanto sopra è tratto da: «Per finirla con l’evoluzionismo, delucidazioni su un mito inconsistente». Di Daniel Raffard de Brienne. Ed. Il Minotauro 2004.

Clima – Accordo per Piano di azione di adattamento a cambiamenti

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Clini: «Le emissioni stanno aumentando e nei prossimi 30-40 anni dovremo ancora fare i conti con variazioni climatiche più intense e frequenti. È necessario quindi non pensare solo alla riduzione delle emissioni, ma concentrarsi sulle strategie di adattamento per proteggere la popolazione»

Rischia di chiudere l’Infs

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Servono 5 milioni di euro per salvare un patrimonio di esperienza, conoscenze e competenze unico nel nostro Paese nel campo della gestione della fauna selvatica e della conservazione della biodiversità

In Svezia sin dal 1995 elettricità e calore da biomasse

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Già nel 1995 la Svezia soddisfava circa il 15% del suo fabbisogno energetico con calore ed elettricità prodotti a partire dalla biomassa.
Allora erano in funzione 200 centrali di riscaldamento e cogenerazione alimentate con legno, proveniente sia dalle foreste già esistenti sia da coltivazioni di salice a corta rotazione (4-5 anni). Furono realizzate piantagioni di salice a fini energetici per 11.000 ettari. Le colture erano impiantate semiautomaticamente con talee di 20 cm circa, ad una densità di 18.000 talee per ettaro. La raccolta dei salici veniva effettuata ogni quattro anni, quando le piante raggiungevano l’altezza di sei metri, con macchine che tagliavano i tronchi e li cippavano.
Il bilancio energetico delle piantagioni era già allora largamente positivo: l’energia prodotta era circa 15-18 volte superiore a quella utilizzata per la coltivazione.

Energia – Le sfide future passano dalla collaborazione internazionale

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L’iniziativa chiede la sospensione dei contributi

Convegno nazionale «Il ruolo e le funzioni degli Enti locali nelle aree naturali protette»

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Mercoledì 29 settembre, alle 16,30, è in programma un confronto a più voci sul ruolo e sulle funzioni degli Enti locali nelle aree naturali protette. Oltre ai saluti del sindaco di Camerota, del presidente della Comunità Montana Lambro e Mingardo Domenico Serra e del presidente della Comunità del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano Gino Marotta, tra i relatori che prenderanno parte al dibattito, vi saranno il direttore del Servizio Conservazione della Natura presso il Ministero dell’Ambiente Aldo Cosentino, il responsabile dello Staff di presidenza della regione Campania Maurizio Fraissinet, il vice presidente dell’Aidap (Associazione italiana direttori aree protette) Domenico Nicoletti, e il responsabile Parchi e Risorse Forestali della regione Emilia Romagna Enzo Valbonesi. Prevista inoltre la partecipazione dei primi firmatari della legge in favore dei Piccoli Comuni, gli onorevoli Italo Bocchino ed Ermete Realacci, il senatore Ettore Liguori primo firmatario della proposta di legge per agevolare gli investimenti delle aziende nelle aree protette attraverso sgravi fiscali, gli onorevoli Tino Iannuzzi e Fabrizio Vigni, componenti della Commissione Ambiente, e l’onorevole Gianpiero Pinna. I lavori, coordinati dal giornalista pavese Luigi Bertone, saranno conclusi dal vice presidente nazionale dell’Anci Fabio Melillo e dal governatore della Campania Antonio Bassolino.

«A 10 anni dalla legge quadro sulle aree protette gli Enti locali sentono la necessità di interrogarsi su quello che è stato, su ciò che è, e sul futuro delle aree naturalistiche nazionali e regionali, cercando di offrire il proprio contributo – sottolineano all’unisono il presidente ed il vice presidente dell’Associazione Michele Galimi ed Aniello Mautone -. Questa nuova associazione, nata nell’ambito di una casa più grande qual è l’Anci, non è nata nel contesto moltiplicativo di una proliferazione associazionistica ma piuttosto per avere una propria identità peculiare da spendere sul tavolo di un chiaro e leale rapporto istituzionale con il Governo, sia esso centrale che regionale, e intende dare voce alle esigenze di tutte le realtà verdi del territorio nazionale attraverso delle proposte e soprattutto un confronto diretto con i livelli istituzionali chiamati a legiferare in materia ambientale. Un contributo proposito, qualitativo e quantitativo, di chi, per vocazione e condizione, ha sicuramente aspettative diverse da un Comune ?normale?».

Mediterraneo a rischio tropicalizzazione

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Cinquantanove dal Mar Rosso e quaranta dall’Atlantico: tante le nuove specie ittiche penetrate nelle acque del Mediterraneo negli ultimi anni

Anche i sindacati partecipano al 3Weec

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L’International Confederation of Free Trade Unions, la Confederazione europea dei sindacati e, per l’Italia, Cgil, Cisl e Uil a livello di segretari confederali

La Regione adriatica costruisce lo sviluppo sostenibile

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Cosa si sta costruendo, l’esempio delle altre realtà internazionali e il ruolo di Molfetta con il suo consistente piano di integrazione e sviluppo dell’area portuale

Ecco perché l’Alta Velocità non è sostenibile

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Solo la Torino Lione costerà 9,5 miliardi. Ma già ora il potenziamento delle tratte transfrontaliere permetterebbe il triplicamento del traffico merci